UseChain la blockchain dell'identità

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Su questo blog, ieri ho scritto di Edenchain, nuova blockchain promettente che ha raccolto molto interesse nell’arco di un mese tanto da rendere quasi impossibile partecipare al finanziamento della stessa tramite ICO.

Oggi voglio parlarvi una potenziale concorrente, che non ha ancora fatto scalpore, ma che, secondo me, può far parlare di sè. Sto parlando di UseChain, progetto dagli occhi a mandorla, fondato da Henry CAO (nome americano), o meglio Huining Cao, professore di Finanza presso la Cheung Kong Graduate School of Business e membro della Finance Society of America, e sponsorizzato da nomi illustri tra cui Lucas Lu, CEO del progetto CyberMiles, di cui ho già parlato in un altro mio articolo.

L’obiettivo della blockchain UseChain è quello di superare le blockchain più evolute e mature presenti oggi sul mercato, quali Bitcoin, Ethereum e per ultimo EOS, e pensarne una nuova basata sul Mirror Identity Protocol (MIP), al fine di avviare una blockchain completamente decentralizzata rispetto ad EOS, con velocità paragonabile a quest’ultima, e con livello di sicurezza molto alto, al pari di Ethereum.

Il MIP consente di immagazzinare su un indirizzo tutte le informazioni di ciascun utente, pur conservandole in modo sicuro e criptato. Con tale protocollo, UseChain si candida ad essere utilizzata in tantissimi modi nella vita reale.

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UseChain vuole essere strumento per gli usi più disparati, dal riconoscimento immediato, alla possibilità di partecipare al mondo della finanza senza barriere ed intermediari, fino alla definizione di un protocollo di copyright sicuro ed inviolabile.

Per fare questo, UseChain deve essere adattabile agli usi degli sviluppatori, ovvero deve avere un repository SDK, deve interfacciarsi per mezzo di API, deve saper gestire certificati, ecc... Per farlo deve poter gestire smart contract, poter archiviare dati e saper gestire velocemente la rete con lo sharding.

Vediamo nel dettaglio come UseChain si propone di saper gestire tutte queste richieste.

UseChain utilizza un sistema di identificazione multi-layer, che prevede l’immagazzinamento della mappa di relazioni tra i nodi sul libro mastro (ledger) decentralizzato, e la definizione del riconoscimento delegato ai due peer che entrano in contatto. I due peer si scambiano dati crittografati e lasciano traccia sul libro mastro. I dati scambiati sono recuperabili dai soli peer che conservano la chiave crittografica di identificazione.

Il meccanismo di Consensus alla base del progetto è di tipo RPOW, ovvero Randomized Proof of Work; un protocollo innovativo che consente di proteggere la blockchain da attacchi hacker, perchè la possibilità di identificare il nodo che sta minando e che sta verificando la transazione si riduce mano a mano che i nodi aumentano. Tale protocollo consente di ridurre i costi di mining, aumentare la velocità di transazione e soprattutto resistere ad attacchi esterni, perchè porta ad escludere i nodi attaccati e farli sostituire da altri attivi, conservando la rete sempre attiva.
La riduzione dei costi di mining consente a chiunque di eseguirla, tant’è che il progetto è pensato perchè il mining possa esser fatto anche da dispositivi mobili, dal basso consumo energetico.

Per proteggere la blockchain da attacchi di double-spending, la rete usa i protocolli KaZaA P2P, Identity Network Sharding (INS) e Identity Transaction Sharding (ITS), che consentono insieme di evitare un passaggio nella transazione, quale quella di validazione da parte di tutti i nodi della blockchain. Infatti, grazie a questi protocolli, la transazione viene validata dallo stesso indirizzo che la processa all’interno dello sharding.

Gli smart contract possono essere creati grazie all’implementazione della Identity Virtual Machine (IVM), un nuovo standard che lavora tra la blockchain e le API o le sotto catene.

La blockchain è pensata per limitare i fork; i nodi che mostrano conflitto o tentano il fork vengono congelati ed esclusi dalla blockchain. La possibilità o meno del fork viene decisa da un comitato specializzato che decide se l’implementazione che il nodo vuole introdurre può o meno migliorare la blockchain.

L’obiettivo tecnologico della fondazione UseChain è di altissimo livello. Una blockchain di questo genrere avrebbe un’adozione elevatissima, perchè si offrirebbe per gli usi più disparati, dalla richiesta di feedback reali su un prodotto, alla possibilità di definire prodotti assicurativi fatti su misura per la persona.

Bisogna, anche dire che, trattandosi di un prodotto complesso, il team vuole finanziare un progetto e non un ancora un prodotto. Ciò detto, il team ha chiare le idee e la pianificazione per lo sviluppo, tant’è che si impegna a lanciare la mainnet nel terzo quadrimetre di quest’anno, fino a progettare hardware apposito per l’ottimizzazione del protocollo RPOW su cui si basa la blockchain. Nel 2019, inoltre, il team prevede di lanciare il primo exchange decentralizzato basato su Usechain.

Per rispettare una roadmap così stringente ed ampliare il team di sviluppo integrando sviluppatori di alto profilo, il team di UseChain va in ICO, mettendo in vendita il 45% di tutti i token ad emettere. I token saranno inizialmente ERC20 (UST), in attesa del passaggio sulla blockchain in sviluppo. Si può contribuire in BTC ed ETH. Il Softcap fissato è di 1350 BTC, mentre l’hardcap è di 4500 BTC (circa 36 milioni di dollari).

La data della ICO non è stata ancora definita. Stay tuned!

Dichiarazione di limitazione di responsabilità: il presente è un articolo personale contenente mie opinioni e pertanto non può e non deve considerarsi un consiglio finanziario.