Quinto capitolo.

in #ita6 years ago

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La famiglia è importante, gioca un ruolo di primaria importanza nella crescita di un figlio, nel dargli la possibilità di autodeterminarsi. La casa è quella culla d'idee costituenti che formano la mente di una giovane vita; sono i dettagli a stabilire se il vaso contenitore di questi elementi si spezzerà o meno.

Giada è una vecchia anfora rovinata da i segni di una vita controversa, la morte del padre intaglia la fragile argilla, ed ecco l'acqua scorrere a fiumi. Una volta che gli argini si spaccano il danno è fatto, non puoi fermare un fluido che scorre libero dalle usurate pareti.

I suoi 22 anni sono di tutti noi, ognuno abbia l'amore di portarne uno sulle spalle. Sono l'esistenza fragile, sono la dedizione di un padre al lavoro, sono una madre e una sorella svuotate dalla forza motrice del dolore, sono un vestito nero al funerale, siamo noi piegati e spezzati dal vento dell'ingiustizia sociale, mangiati dalla ferocia dell'esistenza che sbrana pezzi di cuore malato e sputa pezzi di vita.

Giada sei tu caro lettore ogni volta che ti senti di aver toccato il fondo, è solo un sogno, è la mente che nel sonno rievoca l'inconscio e lo chiama a dipingere un cielo che dall'azzurro diventa sempre più sbiadito, il nero diventa un'unica macchia sotto le palpebre di un malato. Gli occhi sono pesanti e incollati da un sonno che dura da anni, non esistono soluzioni per aprirli: è il peso della speranza che muore fino a diventare un mattone e che impedisce la gioia della luce e del colore.

Carlo non è morto; Emma è li davanti alla plastica di un letto troppo "scomodo" per essere considerato tale, il bianco è ovunque e acceca, l'odore acre dell'alcol usato per pulire i pavimenti condisce quella stanza, dove c'è solo una macchina che è diventata la tua migliore amica. Sei poco più che una ragazza ma la tua mente è già "uccello datato", di quegli albatros esperti che è da un'infinità che di mestiere fanno gli aviatori, sorvolando il mare in cerca della speranza e di sostentamento, trovando qualche pesce che gli dia la forza di continuare a volare.

Tu quella forza ora l’hai consumata, non bastavano anni di coma a bastonare mà e pà; ora la vita è tumultuosa e vuole di più, si disseterà con il tuo corpo e si asciugherà le fredde labbra e con la tua anima. Brama anche una libra di cuore, quell'organo che non ha mai provato i sussulti dell'amore e del primo bacio.
Lasciamo trovare un senso alla vita ai cinici, limitiamoci solo a sentire il "bip" dei macchinari farsi sempre più squillanti per poi finire di suonare.

Eri un dolce palloncino, di quelli che danno alle feste di compleanno a cui tu non hai mai partecipato, legato alla mano di un bambino distratto che non ha saputo trattenerlo e ora vola, tra il suo gemito gracchiante, mentre piange la dipartita del suo amato giocattolo. Era troppo sottile il filo perché le mani lo legassero alla terra ancora a lungo.

Chi sono Giada, Emma, Carlo, Adele… sono solo i mille volti della sconfitta che si perdono nel dolore dell'addio.

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