Lui e Lei.

in #ita6 years ago (edited)

Quando si parla d'amore si entra nelle sconfinate terre di nessuno, la terra dove scorrono cascate di emozioni, dove i sassi su cui l'acqua scorre hanno la superficie levigata di chi perde la razionalità in favore del mistero dell'emotività. Tutto è fluido e scorre e non puoi confinare l'immensità della forza del fiume in un barattolo, ti bagni, e senza mantella e ombrello ti inzuppi d'amore.

Lei lo sente, Lui lo imbriglia, la sua testa inizialmente lo frena e incomincia a pensare che senza gli indumenti giusti non possa attraversare una così vasto volume d'acqua, che si abbatte spinto dalla ferocia della gravità. Lei è li, Lui la conosce da poco, Lei le tende la mano, Lui è restio, non se la sente, ma accetta il salto nel vuoto, cosa aveva da perdere se non misera routine.

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immagine cco Creative Commons

Lei era luce che squarciava il buio della stanza della noia, che nel suo ripetersi inesorabile giorno dopo giorno sedava le sue paure. L'ansia della vita è tela di ragno che imprigiona alla parete impedendo di muoversi liberi. Lei è caparbia, gli dice: "tanto lo sai che lo vuoi anche te". Lui infatti lo voleva, solo che il il temibile aracnide che ogni uomo ha nel cervello aveva tessuto i fili come seta a fondo nei suoi neuroni, con virulenta paralisi dei sensi.
La luce di Lei aveva reso per un'istante la bestia a otto zampe accecata. Lui approfitta che la porta della sua prigione è aperta, per quanto basta per uscire, e salta fuori. La vede, il primo incontro si avvicina.

Lei è strana, non crede in se stessa, no sa che la meraviglia non risiede nell'aereo che vola, ma nella bellezza del cielo che lo circonda. Lei ha qualità di una perla rara e nessun esploratore abbastanza abile da soccorrerla nell'abisso della pressione oceanica che tutto piega. Lui fino a poco tempo fa prigioniero del suo castello di paure, a mala pena sa nuotare, ma una qualità la possiede, una perla anche se nascosta dalla conchiglia la sa riconoscere. Lei è di color avorio e nella sua imperfezione era liscia e incantevole come poche.

L'acqua è gelida Lui non nuota bene e ha paura del fondale, ma una "gravità antica" e inversa dal normale corso delle cose lo spinge, sfidando la fisica verso il fondo, non galleggia più e impara che per certe cose si può anche non respirare. La sua testa la smette di farsi domande e asseconda l'irrazionalità. Coglie quel frutto del mare, lo riporta a galla.

Gli sguardi si incontrano per la prima volta liberi dal peso di quelle ancore che avevano arenato Lui nella noia della depressione e nella sconfinata violenza di un letto vuoto, rivestito di coperte che lo rivestono come metastasi. Lei legata con catene da carcerata a quel fondale così ostile per chi è così "bianca" ed è stanca dell'imbrattarsi con il nero di seppia di pesci che non la sanno dipingere e vedere con il suo smalto naturale.

Gli occhi di Lei sono cosi profondi, hanno visione d'insieme come I bulbi degli anziani, hanno vissuto vite intere concentrate nella ristrettezza di una giovane donna. È sorprendente che dopo anni di immersione che avrebbero fatto arrugginire anche una grossa nave la sua anima conservi ancora la forza sovra naturale di amare, oltre tutto, oltre l'amaro, oltre l'acido del dolore, oltre l'arancione della ruggine. Lei ama. Lui sa che nelle terminazioni ci sono abbastanza nervi da capire che c'è affinità profonda che sa irradiare e non sa avere freni. Si può solo propagare.
Non può negare cosa le sue labbra hanno anticipato. Quel sapore di voglia reciproca è inconfondibile richiamo alla carne. Lui sente che nella sua carne si potrà completare e perdere. Brama ogni centimetro di quel corpo fragile, segnato da mille battaglie, desidera proteggerla, sapendo di poter ricevere lo stesso da Lei.

Lui è ancora un vecchio masso difficile da spostare, è abituato a stare nella terra e nel fosso che si è scavato, conosce ogni filo d'erba che lo circonda e ha bisogno dei suoi punti di riferimento, si spaventa al minimo cambiamento. Lei è abile artigiana, che dalla pietra grezza vede la statua finita, affila i suoi strumenti e con lo scalpello trasforma quel pietrone squadrato incapace di essere rotondo e muoversi, in palla capace di spostarsi. Lui certo è ancora asperità e polvere ma ora è li nello studio di Lei e si lascia lavorare. Si amano di quell'incomprensibile amore che lega l'artigiano al suo marmo e quella superfice dura sente un legame profondissimo con colei che vede e continua a vedere in lui una pregiata scultura.

Certe forze sono difficili da mutare, un fabbro non potrà star lontano dal ferro, un calzolaio dalle scarpe, uno scultore non potrà star lontano dal materiale grezzo con costruisce i suoi sogni. Sono poteri così radicati e forti che sono difficili da spezzare, hanno per natura attrazione e bisogno reciproco. Ora Lui sogna un futuro da statua che diventa carne, come nelle migliore fiabe, e un eterno contatto con il suo creatore, per poterlo vivere ogni giorno. Lei sogna che il sentiero della vita gli conduca in casa da mura forti e quotidianità di gesti che la appaghino di tutte le lacrime versate da una vita che ha bastonato con violenza. Lei "partigiana d'amore" resiste, Lui sopravvive, entrambi tenuti in vita dalla fiamma di un ti amo, non detto per caso e mai dato per scontato.

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Bellissimo racconto, criptico e romantico.

Molto profondo, struggente ed intenso questo tuo racconto, dai toni molto elevati e particolari, veramente bravo, @blockchain360

Bravo blockchain360, mi associo a @camomilla, un racconto criptico e romantico, alcune metafore veramente molto belle.

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