Il treno delle 18:09

in Italy3 years ago

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Non c'era più tempo.

L'appuntamento era lì, all'angolo tra il bar della stazione e l'edicola della stessa. C'era una piccola stanza d'attesa.

Circa 10 seggiole bianche, quelle di plastica non proprio adatte a chi soffre di scoliosi, basse e divorate dalle bruciature delle cicche di sigaretta.

Ore 18:05 il rendez vous.

L'orologione gigante al centro della stazione scandiva il ritmo, dettava il tempo che ci separava dalla grande fuga.

Erano appena passate le 18:05.

L'ansia dell'attesa si era appena trasformata in paura.

Dove era finita Laura?

Un ex atleta come lei non avrebbe mai tardato. Una donna precisa più di un cucù svizzero non avrebbe mai tardato. Un'innamorata, una santissima e meravigliosa principessa come la mia Laura non avrebbe mai mancato l'appuntamento più importante della sua vita.

Se alle 18:06 uno di noi non dovesse esserci, l'altro sarà obbligato a salire sul treno delle 18:09, il regionale che tutte le sere trasporta anime stanche da Napoli ai paesi limitrofi fino ad arrivare a Paola. Da Paola saremmo andati verso la Sicilia. Da li verso la Libia, in un percorso inverso rispetto a migliaia di disperati che dalle sponde libiche cerca pace e fortuna nel belpaese.

Laura non c'era.

Mancavano solo 2 minuti alla partenza del treno.

Mi diressi li.

Daltronde ci eravamo solennemente promessi di fare cosi.

Il treno stava per partire quando un uomo urlando gridò il mio nome e disse:

"Scenda dal treno. Mi manda Laura."

Saltai giù dal treno.

Di fronte a me trovai un pubblico ufficiale.

Tirò fuori la pistola e disse:

"Stavolta non scapperai. Laura ti ha venduto."

Prima che il proiettile potesse partire sentiì il mio cuore fermarsi. Non era la paura di una morte imminente ma il freddo vuoto del tradimento.

Laura mi aveva tradito, venduto, ferito come un animale nel bosco.

L'ufficiale sparò.

Io caddi in ginocchio prima ancora di essere raggiunto dal proiettile.

Quello svenimento "da tradimento" salvò la mia vita.

L'ufficiale aveva mirato dritto alla faccia. Quella stessa faccia che adesso era rivolta a terra.

Il proiettile divenne una mina vagante.

Dietro di me vi era una donna. Cadde a terra.

Esanime.

Accanto a lei quello che presumo essere suo marito.

Scosso.

In lacrime.

Voltò, rotolò il corpo della sua donna esanime a terra.

Si potè scorgere solo allora il suo pancione.

Laura aveva tradito me.

Ferito il mio orgoglio.

Ucciso una futura madre, ed il bambino che portava in grembo.

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Bravo @serialfiller! in poche righe un bel dramma! anzi una tragedia...mors tua, vita mea...

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