Il bibliotecario francese: cap. XXXVII parte seconda

in Italy25 days ago (edited)

Il bibliotecario sapeva bene che il comandante della polizia civile era uno dei pochi delle forze armate del luogo a non essere corrotto, anche se, suo malgrado, alle volte scendeva a compromessi. Comunque sia non si trattava affatto di un uomo prepotente e prevaricatore, solito calpestare ogni minimo diritto dei cittadini, come alcuni suoi agenti e ufficiali facevano ogni volta che se ne presentava l'occasione. Dopo il dovuto interrogatorio, avrebbe spedito quegli uomini in prigione, senza accettare somme di denaro per lasciarli liberi a circolare e combinare altri danni, alla pari di certi suoi sottoposti. I camionisti che si fermavano ad Habanita provenivano in genere da paesi confinanti che finanziariamente stavano un po' meglio di La Floresta. Quindi, quando trasportavano le loro merci, si portavano dietro somme di denaro che spesso ai poliziotti locali facevano gola. E siccome si trattava quasi sempre di uomini dalla dubbia moralità e dall'ancora più dubbia fedina penale, erano ritenuti alla stregua di mazzette ambulanti. Ma stavolta non sarebbe andata così. Il locandiere aveva già messo mano al telefono, quando Lafayette si rivolse ai quattro che non si risolvevano a muoversi di un millimetro, anche se per diverse ragioni. Adriana e Trent continuavano a fissarlo sbalorditi, Nico era incosciente e Robert sembrava smarrito su Nettuno. Ricominciò a impartire ordini.
-Signor Brooke, se non è troppo impegnato a osservare le irregolarità del pavimento o del soffitto, può aiutare il dottor McCallister a portare il suo amico in camera. Non sembra avere una bella cera.
Robert arrossì dalla vergogna. Sapeva di non essere stato di alcun aiuto per Adriana e Nico. Vero che in vita sua non aveva mai saputo cosa volesse dire battersi e le aveva sempre e solo prese, vero che oramai era un Sempreverde, però in quel momento capiva fin troppo bene che scompariva di fronte ad Adriana, a Nico e sicuramente anche di fronte al signor Augustus Lafayette. In quanto Trent, pur di difendere la donna che lui amava, a quanto pareva era perfino disposto a farsi ammazzare. Robert no. La sua ideologia pacifista, che trovava oltremodo comoda, lo riconosceva, aveva prevalso. Ma la magra figura che ne era risultata non era comunque il peggio. Adriana avrebbe mai accettato come compagno di vita un uomo assolutamente incapace di proteggerla? Specie dopo una scena simile? No di certo, e adesso avrebbe avuto un ulteriore e valido motivo per amare Trent. Robert non poteva fare a meno di confrontarsi con il medico californiano senza rendersi conto di uscirne perdente sotto qualsiasi punto di vista. Quando ogni mattina si guardava allo specchio, si sentiva pervaso dallo sconforto. Tra lui e Trent non c'era paragone. Vero era che non riteneva Adriana una ragazza superficiale che si lasciasse guidare dalle apparenze, ma la differenza tra i due era veramente abissale. E la donna che amava, in fondo, era un essere umano tanto quanto lui, tanto quanto chiunque altro. Robert era consapevole, ovviamente, dell'inesistenza di qualsiasi essere umano privo di debolezze. Brooke era alto quasi quanto il supervisore internista, ma la loro similitudine finiva lì. In presenza di Trent, chiunque impallidiva e Robert non poteva evitare di riconoscerlo. Neanche la differenza in termini professionali passava inosservata. Il suo rivale era un brillante medico specializzato e lui un semplice infermiere, per quanto ora la sua professione fosse considerata prestigiosa. Fisicamente, c'era poi da stendere un velo pietoso: Trent era di fisico asciutto, con i lineamenti del viso ben definiti e i capelli biondi e lisci sempre in ordine, mentre lui in forte sovrappeso, con il doppio mento e capelli castani mossi e disordinati che svolazzavano qua e là. Non poteva rasarli e men che meno lasciarli crescere, perché doveva mantenere lo standard richiesto dall'associazione Sempreverde, che imponeva austerità sotto ogni aspetto riguardante l'intera vita degli associati. Quanto al sovrappeso, riconosceva di averci messo parecchio del suo. Ma perché da piccolo i genitori gli avevano permesso di ingozzarsi di cibo spazzatura a piacimento? Era già stato abbastanza fortunato a non diventare diabetico, dunque di che stupirsi se oramai poteva scordarsi per sempre un fisico longilineo, per quanto sana fosse ora la sua dieta? Una tirata d'orecchi e un paio di sculaccioni sarebbero serviti al caso. Ma oramai era tardi...

Posti online in cui "Il bibliotecario francese" si trova:

1)camTV, in cui avevo pubblicato anni fa un'edizione precedente con il mio pseudonimo Giusy Gil Mammana Parisi (dove però manca una piccolissima modifica operata in favore di steemit, per avere diviso un capitolo lungo in due puntate)

2)publish0x, nickname PousinhaDosPous, stesso avatar che ho qui su steemit (idem come sopra)

3)blurt (al momento fino al cap. XIV), stesso nickname e stesso avatar di qui su steemit

DISCLAIMER IN ENGLISH: I'm the author of this e-book (and other e-books too), previously published in the above mentioned platforms, using my pseudonym in one of them (camTV) and a similar but longer username and same avatar in publish0x

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Ps: immagine Pixabay royalty free, autore FrankyFromGermany (https://pixabay.com/es/photos/abandonado-casa-restos-agujero-540830/)

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