Il bibliotecario francese: cap. XXXI parte seconda
Quando vide in uno dei pochi momenti di pausa una scacchiera sul tavolino della hall del presidio sanitario, con il direttore e il medico internista che si accingevano a sedersi uno di fronte all'altro, Lafayette propose al secondo di giocare con lui. Podger si meravigliò. Il nome di Augustus Lafayette non figurava affatto negli annali scacchistici. Neppure come terza nazionale. Doveva essere un anonimo dilettante del tutto privo di categoria e ora si azzardava a sfidare uno dei migliori giocatori del mondo. Che impertinenza. Anche Trent doveva pensarla allo stesso modo, poiché rifiutò seccamente. Voleva giocare subito con il direttore, doveva allenarsi con il migliore per trovare la maniera di batterlo e vincere il sospirato torneo. Ma il guardiano-bibliotecario non si diede per vinto: toccò con l'indice un'asticella dei suoi occhiali scuri, lanciando a Podger uno sguardo significativo, pur dietro quelle impenetrabili lenti, senza che il giovane se ne accorgesse. Il professore, pur non potendo guardare direttamente negli occhi Augustus Lafayette, ne sentiva la persistente occhiata su di sè. Capì che l'uomo voleva spingerlo a usare la sua autorità di superiore gerarchico per indurre il medico internista ad accettare la sfida. Pur sembrandogli una richiesta alquanto bizzarra, rammentando le esortazioni del direttore della fondazione, invitò caldamente Trent ad acconsentire.
Il supervisore si sedette a tavolino davanti al suo improbabile avvesario malvolentieri. Altro tempo perso, pensò. Ma dovette ben presto ricredersi, perché Lafayette riuscì a vincere la partita in meno di cinque minuti. Accettò allora volentieri la rivincita che l'avversario gli propose e anche stavolta perse ben presto. Professore e medico internista erano entrambi sbalorditi, al punto che Podger accettò a sua volta, quasi senza accorgersene, una sfida da parte dell'anziano. Iniziarono a giocare, mentre Trent li guardava con occhi avidi. Augustus Lafayette ebbe bisogno di ben più di cinque minuti per vincere la partita contro un opponente del calibro di Archibald Podger, ma quando i pezzi sulla scacchiera si trovarono disposti in maniera tale che nessun Maestro Internazionale avrebbe avuto dubbi sull'esito, riusciva a leggere chiaramente l'indignazione e il livore sul volto del professore. Ma anche lo sguardo stupito e nel contempo speranzoso di Trent, cioè quanto di fatto si era proposto di ottenere. Non volendo darsi per vinto e attribuendo la perdita alla distrazione o alla stanchezza, Podger accettò la rivincita offertagli per ben due volte, finendo così per perdere tre partite di seguito. Alla fine il direttore sanitario si alzò, dicendo che aveva del lavoro da sbrigare e sforzandosi di non lasciar trapelare tutto l'astio che sentiva nei confronti del bibliotecario, che se prima aveva alquanto in uggia, ora detestava con tutte le sue forze. In realtà un vero sportivo, per quanto Grande Maestro Internazionale, non si sarebbe mai considerato umiliato per una sconfitta al nobil giuoco: avrebbe invece saputo riconoscere i propri limiti e apprezzare le qualità dell'avversario di turno, in uno spirito di amicizia, solidarietà e collaborazione. Ma il professor Podger non ne aveva alcuno, di spirito sportivo. Soltanto uno spirito di alterigia.
Lafayette non si scompose minimamente. Sapeva che s'era appena guadagnato una inimicizia di un certo peso, ma non se ne crucciava affatto. Il suo scopo era combattere l'ingiustizia e offrire i suoi servizi a coloro che ne fossero vittime, quantomeno dentro la sua portata di azione. Durante tutta la sua carriera s'era fatto nemici ben più influenti del professor Podger, ma anche affezionati amici potenti, che lo tenevano in alta considerazione e lo reputavano spesso e ben volentieri indispensabile e non rimpiazzabile. Ma il suo più grande Amico, il più vero e infinitamente più influente di tutti i potentati che lo avevano circondato nella sua lunga carriera, era Colui che gli aveva permesso di arrivare fin lì, donandogli intelligenza, lungimiranza e saggezza non comuni, accompagnandolo a ogni passo e garantendogli una vittoria dopo l'altra. Impedendo ai suoi nemici di eliminarlo, quantomeno finchè il compito che sulla terra era predestinato a svolgere non si risolvesse del tutto e non abbandonandolo mai, neppure nei momenti più difficili. Il Migliore Amico di Augustus Lafayette regnava in Cielo.
Posti online in cui "Il bibliotecario francese" si trova:
1)camTV, in cui avevo pubblicato anni fa un'edizione precedente con il mio pseudonimo Giusy Gil Mammana Parisi (dove però manca una piccolissima modifica operata in favore di steemit, per avere diviso un capitolo lungo in due puntate)
2)publish0x, nickname PousinhaDosPous, stesso avatar che ho qui su steemit (idem come sopra)
3)blurt (al momento fino al cap. XIII parte prima), stesso nickname e stesso avatar di qui su steemit
DISCLAIMER IN ENGLISH: I'm the author of this e-book (and other e-books too), previously published in the above mentioned platforms, using my pseudonym in one of them (camTV) and a similar but longer username in publish0x
Ps: immagine Pixabay royalty free, autore Gadini (https://pixabay.com/es/photos/ajedrez-juego-tablero-inteligencia-616836/)