Il bibliotecario francese: cap. XXIX parte seconda

in Italy5 months ago

Estrella del Sur, comunemente definita l'Isola Felice. Uno degli ultimi paradisi tropicali, una bellissima e rigogliosa isola dell'Atlantico a duecento chilometri dalle spiagge di Habanita. E pure uno degli ultimi paradisi fiscali, dopo il famoso accordo internazionale che cinquecento anni addietro aveva eliminato per sempre il segreto bancario in quasi tutto il globo. In quel momento il dollaro americano valeva al cambio venti volte la moneta locale. La Grande Depressione regnava sovrana e oramai l'America Centrale, di cui si salvava appena la Costa Rica, era ridotta nella più squallida miseria, al pari di tutta l'Africa e tutta l'Asia, Giappone e Corea del sud esclusi. Quanto al centro-sud Europa, pur non ufficialmente in fallimento, arrancava da secoli. Aveva lasciato il posto di primo mondo, seppure non ufficialmente, al Brasile, al Cile e all'Argentina, sia pur trattandosi di paesi in cui comunque la povertà continuava a non mancare, e a qualche sparuta isoletta dell'Atlantico, come l'Isola Felice. In tale bel quadretto soltanto più gli USA, i principali paesi oceanici e il Nord-Europa se la passavano alquanto discretamente. Il Canada si manteneva a malapena a galla. Eccettuati i pochi Stati che oramai configuravano il nuovo primo mondo, il ceto medio, ove esistente, stava man mano scomparendo per riempire le fila degli strati sociali più bassi. Dunque Estrella del Sur rappresentava un sogno per tanta gente, soprattutto latino-ispanici in procinto di essere risucchiati nella casta proletaria. Ma ottenere il visto per viverci era tutt'altro che facile. Il territorio era piccolo e le autorità non desideravano che l'isola si trasformasse in una scatola di sardine per via di una migrazione massiccia. Occorreva, infatti, il requisito dell'appartenenza a una professione sanitaria e l'avere svolto attività di volontariato per un minimo di sei mesi presso un'organizzazione medica in un paese tra i più disagiati del pianeta. Non soltanto: ogni richiedente doveva inoltre dimostrare il possesso di una somma equivalente ad almeno cinquemila dollari americani, quantità proibitiva oramai per molti. Erano esenti dai requisiti previsti soltanto i minori al seguito di familiari che vantassero tutte le credenziali richieste dalle autorità. A causa poi di qualche bizza dei mercati finanziari che rendeva il costo della vita di Estrella del Sur uno dei più bassi del globo, l'entrarci con soli cinquemila dollari per migrante permetteva a chiunque vi fosse riuscito una vita da nababbi.
Ora il bibliotecario sapeva perfettamente cosa ci faceva Malinka ad Habanita e anche cosa ci faceva Trent. E aveva anche risolto il mistero del frequente adombrarsi di quest'ultimo, in special modo prima, durante e dopo ogni partita a scacchi con il professor Podger. Trent giocava per vincere il torneo internazionale che si sarebbe presto svolto nella capitale di La Floresta e portarsi via i diecimila dollari destinati al finalista assoluto, a differenza del direttore sanitario, che voleva vincere unicamente per vanagloria. Quel denaro, oltre all'attestato di sei mesi di attività volontaria, avrebbe permesso a Trent e Malinka di ottenere il visto di permanenza a Estrella del Sur. Riuscire ad avere in mano la confessione dell'internista per poter scagionare Alberta sarebbe stato ora un gioco da ragazzi per Augustus Lafayette. Ma il bibliotecario doveva riconoscere che per risolvere il caso avrebbe dovuto fare qualche concessione, che purtroppo avrebbe permesso ai veri colpevoli della triste vicenda di farla franca. L'unica persona a goderne senza sentirsi addosso alcun peso, però, sarebbe stata soltanto Malinka. Non Trent. Infatti, all'occhio attento di Lafayette non era sfuggito un secondo motivo del continuo incupirsi del medico. Quell'atteggiamento non era dovuto unicamente al timore di non arrivare primo al torneo di scacchi. Ogni giorno che passava appariva sempre più chiuso in se stesso. Non era quasi mai sereno davanti ai colleghi e lo era sempre meno anche in compagnia della fidanzata. Le poche conversazioni private di quest'ultima con Trent, al riparo da qualsiasi orecchio indiscreto, non sfuggivano al bibliotecario, che sapeva leggere sulle labbra perfino a svariati metri di distanza, mentre nessuno si accorgeva della sua oltremodo discreta presenza. La frizzante gaiezza di Malinka non faceva più presa sul fidanzato come un tempo, nonostante lui l'amasse. Augustus Lafayette ne sospettava la ragione: il rimorso. Ma i sentimenti di Trent per la bella haitiana sembravano avere la meglio perfino sui suoi sensi di colpa.

Posti online in cui "Il bibliotecario francese" si trova:

1)camTV, in cui avevo pubblicato anni fa un'edizione precedente con il mio pseudonimo Giusy Gil Mammana Parisi

2)publish0x, nickname PousinhaDosPous, stesso avatar che ho qui su steemit

3)blurt (al momento fino al cap. XIII parte prima), stesso nickname e stesso avatar di qui su steemit

DISCLAIMER IN ENGLISH: I'm the author of this e-book (and other e-books too), previously published in the above mentioned platforms, using my pseudonym in one of them (camTV) and a similar but longer username in publish0x

spiaggiacaffètavoliristorante.PNG

Ps: immagine Pixabay royalty free, autore louda2455 (https://pixabay.com/it/illustrations/spiaggia-caff%C3%A8-tavoli-ristorante-1110347/)

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