CONTEST - UNA STORIA ITALIANA

in Italy10 months ago (edited)

IN GITA DA ZIO MAX: storie dal trentesimo secolo (racconto per la partecipazione al contest una storia italiana)

Il primo incarico di supplenza che Natalina ricevette una volta terminato tutto il percorso di laurea triennale in lettere moderne più biennio magistrale più i 60 CFU fu in una prima media. Si trattava di sostituire per una settimana il professore di storia e geografia, che doveva assentarsi per motivi di salute. Uno di quei giorni andava dedicato ad attività extracurriculari per gli alunni che non potevano partecipare alla gita scolastica annuale, che ricadeva proprio nella settimana di supplenza di Natalina. Trattandosi di una docente alla prima supplenza in assoluto, l'istituto scolastico non aveva ritenuto fosse il caso di includerla nella gita annuale, ma di tenerla a disposizione per gli alunni che restavano in città. La gita in prima media consisteva in una giornata tra i campi e i boschi ai confini tra città e paeselli di provincia, affinchè ai bambini venissero presentate svariate tipologie di alberi e la modalità di raccolta delle pigne onde ricavare i pinoli (s'era infatti in aprile). Opportunità imperdibile per qualunque insegnante di geografia, ma se la scuola aveva deciso di escludere i supplenti alle prime armi, tant'era. Natalina era comunque in buona compagnia. I motivi per i quali svariati ragazzini di prima media dovevano recarsi a scuola come in qualunque giornata ordinaria erano svariati. La gita prevedeva il pranzo in una pizzeria per nulla attrezzata per celiaci e di bimbi celiaci nella sola classe di Natalina ce n'erano ben tre. Poi merenda al bar di campagna di fronte ai boschi, a base di brioches. Impensabile. Per non parlare poi dei bimbi allergici alle graminacee, dato che si passava per le campagne, e pure delle allergie da fieno.
Il piccolo Lillo, il più piccino della classe (era nato a marzo e allora i genitori per non fargli perdere parecchi mesi di tempo lo avevano iscritto alla primina che aveva ancora soltanto cinque anni, dunque ne aveva allora appena undici, in quell'aprile di prima media), non soffriva di nessun'allergia legata ai campi e non era celiaco. Ma i suoi genitori erano troppo poveri per pagargli la gita. Aveva trascorso tutti gli anni delle elementari saltando qualunque gita scolastica perchè la famiglia non poteva permettersi nemmeno il biglietto dell'autobus per le gite a prezzo ridotto. E ora a Lillo si prospettavano pure gli anni delle medie privi di diversivi. A Natalina stringeva il cuore e s'era offerta di pagare la gita al bimbo rinuciando a parte del suo stipendio. Ma poichè sarebbe stata pagata soltanto alcuni giorni dopo il termine delle supplenze, sia la ditta proprietaria dell'autobus per la gita che la pizzeria che il bar avrebbero dovuto attendere un pagamento posticipato. Il proprietario del bar, un campagnolo semplice che nella sua vita aveva vissuto ristrettezze sulla propria pelle, aveva accettato. Ma gli altri due proprio no.
Il terzo giorno di lezione, quello dell'attività extracurriculare, il piccolo Lillo aveva raccontato in classe del suo sogno ricorrente sin da piccino di una casetta costruita dentro una grande quercia in un meraviglioso bosco che si trovava su Nettuno. Lillo, con uno zainetto sulle spalle, si avvicinava alla casetta, che appariva bene illuminata attraverso le artistiche finestre, saliva i gradini che conducevano alla porta di legno e quando apriva, sorpresa!

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La casetta nella quercia pullulava di pinoli all'interno. Lillo amava tanto i pinoli, ma erano diventati troppo cari, in quel periodaccio d'inflazione galoppante che non dava tregua sin dall'inizio del terzo millennio. E alle soglie del quarto, la città non se la passava meglio. I genitori di Lillo riuscivano a comprargli un sacchettino di pinoli soltanto per il giorno del suo compleanno e il bimbo non sapeva che per fargli quel regalo saltavano mezza cena il giorno avanti.
Natalina, volendo adoperarsi per il povero bimbo, aveva deciso di dedicare parte della successiva lezione di geografia alla storia delle pigne e dei pinoli, portando in classe un bel pacchetto per ciascun alunno. C'era in tutto una ventina di ragazzini in quella prima media frequentata da Lillo, quindi ne andavano comprati venti pacchetti. Ma poichè mancava un bel po' alla ricezione dello stipendio, per affrontare quella spesa aveva chiesto aiuto a suo padre. Il signor Anselmo sarebbe stato ben entusiasta di aiutare, ma come al solito, il caratteraccio di sua moglie aveva scatenato la consueta lite furibonda in famiglia.
-Ecco la solita imbecille! Neanche fa in tempo a un minimo di sistemazione economica, che già si squaglia denari che non ha ancora ricevuto!
Natalina sperava che almeno per una volta sua madre non facesse storie, dati i nobili motivi di fare la differenza nella vita dei suoi alunni che la spingevano al bel gesto e data la gravità del caso di Lillo, ma niente. Aveva forse sottovalutato che una persona profondamente delusa dall'esistenza ben poteva mostrarsi riottosa davanti alla più disinteressata generosità. Ma data la scarsa opinione che la signora Fiorina aveva della figlia, pur volendole bene, scambiava facilmente l'altruismo di Natalina per mera dabbenaggine.
-E non puoi comprarne solo uno?- sbottò alle insistenze della figlia.
-Si, certo, arrivo in classe con un solo pacchetto per un solo alunno e gli altri diciannove a guardare. Bella reputazione che mi costruisco già alla prima supplenza! Proprio quel che mi ci vuole per farmi cacciare dalle graduatorie provinciali e d'istituto. Ma guarda che poi i soldi li restituisco a papà, appena li ricevo!
-Ecco, il tuo primo lavoro e già ti squagli lo stipendio in un giorno solo -sbuffò la signora Fiorina.
-Innanzi tutto non è il mio primo lavoro e venti pacchetti di pinoli non mi squaglieranno l'intera paga.
Ok. Natalina aveva preventivato che sia pur comprando al discount per gli alunni senza allegie e tre pacchetti esclusivi per i bimbi celiaci, la metà di quei guadagni se ne sarebbero andati. Ma per amore dei suoi studenti andava bene così. Capita, che la vita degli insegnanti sia fatta pure di rinunce. Ma sua madre non lo capiva, purtroppo.
-E già, chiamale pure lavoro, quelle boiate al computer!
-Ma è mai possibile che in questa casa non ci può stare un minuto di pace?- intervenne il signor Anselmo. -Quei soldi glieli presto volentieri, anzi, sai che ti dico? Glieli regalo! Natalina, non mi devi restituire proprio un bel niente.
-Ecco che arriva il calzolaio più ricco di Creso a salvare il mondo! Lo sai che la prossima settimana dobbiamo pagare il condominio? Lo sai? E lo stipendio di Natalina potrebbe aiutarci a pagarlo, ma no, lei ha preso da te...
-Ma porca miseria!- l'interruppe il marito. -Possibile che devi sempre agire neanche stessimo morendo di fame! Quei soldi, Natalina deve metterli via per il suo futuro, perchè lo sai, lo sai il perchè!
Qui il signor Anselmo preferiva non spiattellare apertamente la questione di Bartolino, che un tribunale avrebbe un giorno accollato alla cugina, se quest'ultima non se la fosse squagliata prima dalla città. -Tu ti meritavi un figlio dedito alla poltronanza come tuo nipote Bartolino, non una figlia come Natalina.
Natalina non disse nulla, perchè per quanto i suoi genitori preferissero nasconderle la questione del cugino per non preoccuparla, in realtà lei sapeva benissimo a cosa alludeva suo padre. Per la serie: voi non sapete che io so, ma preferisco non sappiate che so, per non intimorirvi ulteriormente.
-E poi oggi ho ricevuto un'ottima ordinazione di scarpe.
-Oggi. E domani?
-E domani è un altro giorno!
-Non ti rendi conto che sei solo un calzolaio...
Ed ecco che ricominciava allora una cantilena che durava oramai da decenni.
-Lo sapevi benissimo, che ero un calzolaio, quando mi hai sposato. Fiorina, non ti ho mai ingannata. Potevi sposare un dottore!
-E magari, e magari! Certo, perchè un dottore sposa la figlia racchia di un bracciante agricolo che per giunta ha solo la terza media. E magari!
Natalina scosse la testa. I suoi genitori erano alle solite come al solito. Nel frattempo suonò il campanello e andò ad aprire la porta, mentre i due ancora discutevano. Era arrivato zio Max. Era stato proprio lui a ordinare al cognato Anselmo due ottime paia di scarpe nuove su misura, del miglior cuoio. Uno per sè e uno per Gelsomina, sua moglie. E ora gliene portava a riparare un paio di Bartolino. Vedendo i cognati alterati, ne chiese il motivo. Natalina gli raccontò la triste storia del povero Lillo.
-Non preoccuparti, cara nipote, ci penso io!
Lo zio Max, antiquario di professione, stava molto meglio economicamente rispetto a suo cognato Anselmo. E conosceva il caratteraccio di sua cognata Fiorina. Poichè voleva bene ai tre, soprattutto a Natalina, desiderando che Bartolino le somigliasse un poco e commovendosi per la vicenda del piccolo Lillo, aveva deciso di approfittare di un'occasione appena capitatagli per rinnovare il suo negozio d'antiquariato. Dovendo scegliere nuova carta da parati per le pareti, per il magazzino aveva deciso per un motivo raffigurante un bosco extraterrestre. Con una casetta costruita dentro una quercia.
-Se questi bimbi non si scatenano come matti, puoi portarli in gita da me- propose alla nipote.
Il piccolo gruppetto della sua classe che aveva dovuto saltare la gita era composto da bambini tranquilli, come Natalina aveva potuto constatare durante le ore di lezione. La scuola non ebbe nulla in contrario al permetterle di organizzare una gita dall'antiquario per i bimbi della sua classe che si erano visti costretti a rinunciare alla scampagnata. La neo insegnante richiese però la presenza di almeno due genitori, per non farsi carico da sola della resposabilità di quattro minori neppure quattrordicenni. La mamma di Lillo, che era casalinga e il papà di uno dei bimbi celiaci, che quel giorno l'aveva libero, fecero da accompagnatori assieme a Natalina. La gita dall'antiquario non comportava alcun costo per le famiglie dei ragazzini: il negozio di zio Max non era lontano dalla scuola e si arrivava a piedi in un quarto d'ora. Natalina infatti passava a trovarlo quando usciva dal lavoro. Zio Max aveva poi voluto occuparsi di persona delle merende per i bimbi e un regalino. Aveva spedito Bartolino a comprare biscottini di riso prodotti in una fabbrica che non lavorasse con il glutine. E quattro pacchetti di pinoli, uno per ciascuno dei piccoli visitatori.
-Per una volta nella tua vita, abbandona la tua solita fannullanza- lo aveva esortato. -E vai di strada a incontrare tua cugina, così aiuti ad accompagnare i ragazzini.
I bimbi rimasero incantati nel vedere le meraviglie che un negozio d'antiquariato conteneva. E quale non fu lo stupore del piccolo Lillo davanti alla carta da parati del magazzino! Poi si sedettero tutti davanti a zio Max, con la merenda in mano e il pacchetto di pinoli nei rispettivi zainetti, per ascoltare la meravigliosa storia del vecchietto nella casa dentro l'albero che l'uomo gli raccontò. Mentre gli altri ragazzini tornavano in negozio a osservare antiche lampade, lumicini, orologi e quadri di ogni genere, Lillo non sapeva staccarsi dalle immagini della carta da parati del magazzino.
-Questo è per te, ma mi raccomando, non farlo vedere a nessuno perchè è un segreto- e zio Max gli porse una scatolina, mentre Natalina, tra l'entrata del magazzino e il negozio, rideva sotto i baffi. Dentro la scatolina c'era una miniatura che raffigurava una casetta dentro una quercia, la stessa della carta da parati. E un bimbo con uno zainetto che saliva gli scalini che conducevano alla porta. L'anziano l'aveva fatta preparare di proposito da un suo amico giocattolaio.

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Lillo abbracciò zio Max, che rimase commosso. Il bimbo da allora continuò a sognare la casetta dentro la grande quercia nel meraviglioso bosco di Nettuno. Ma oramai non si rattristava più al risveglio perchè quello era soltanto un sogno. Guardava la miniatura, regalo di zio Max, che teneva sempre nel suo comodino e si preparava per la scuola felice.

  1. Dove è ambientata la scena? In un bosco onirico su Nettuno o sulla carta da parati del magazzino di zio Max, a piacere

  2. Chi è il protagonista? Il piccolo Lillo, alunno di Natalina di una prima media

  3. Chi abita nella grande casa che ha di fronte? Soltanto pinoli

  4. Cosa accadrà subito dopo? Peripezie varie di Natalina che vuole fare qualcosa di bello per il piccolo Lillo, che culminano nella gita al negozio d'antiquariato di zio Max

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Un racconto che mi ha ricordato persone conosciute davvero, in particolar modo i genitori di Natalina... E qui mi fermo 😄
A volte ci vuole poco a far felice qualcuno, specialmente i più piccoli, speriamo di vedere in futuro sempre + Max e sempre - Fiorina!

😄😄😄😄
Fiorina è una donna profondamente delusa dalla vita, che ha sposato Anselmo per puro ripiego, accontentandosi, come dal furioso litigio s'è potuto vedere. S'era accontentata, però non si conforma. Non ci riesce proprio. Se le immagini future lo permetteranno, svilupperò la questione di Fiorina. Lo zio Max, sposando la vedova Gelsomina, sorella di Fiorina, sapeva che si sarebbe pigliato tutto il pacchetto (una cognata inacidita e un figliastro buono a nulla -Bartolino-😄😄😄😄).

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