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in Italy6 months ago

Attrazioni mortali: paura e tragedie sulle giostre...in diretta dalle più marzoline STORIE DAL TRENTESIMO SECOLO: IL RETROCASA XIX
L'insegnante di storia e geografia Palmira Maiorello non aveva mancato di allestire una mostra fotografica nel salotto a lei dedicato nell'industria di Vittorio. La professoressa Palmira sapeva bene che nulla di meglio delle rappresentazioni grafiche costituiscono l'ideale per raccontare la storia e illustrare la geografia. In collaborazione con il collega di educazione artistica, aveva poi voluto, all'insegna dell'interdisciplinarietà come auspicato dal dottor Grassini, dedicare un piccolo spazio alla storia delle arti, dei giochi e delle attrazioni e delle implicazioni di queste ultime con l'attualità. Particolare attenzione diede a giostre e parchi divertimenti, con enfasi sulle montagne russe e in generale alle più spericolate attrazioni. Anche se queste ultime, alle soglie del quarto millennio, più che divertire si erano pressochè trasformate in strumenti di morte e altri eventi tragici. Anzi, la docente Palmira Maiorello aveva dedicato loro spazio proprio per tale ragione, scegliendo foto provenienti dalla cronaca nera di antichi giornali reperiti nella biblioteca del centro storico. Non siate incoscienti: potete divertirvi in mille altri modi, non sfidando la morte, era il messaggio che intendeva passare agli studenti. Si sapeva: i tempi erano quelli che erano. In città si risparmiava su ogni cosa, dati i chiari di luna. Tranne che nell'industria di Vittorio, nelle scuole gestite da dirigenti scolastici dalla probità del dottor Grassini e nel reparto psichiatrico del professor Heinz, si risparmiava finanche sulla sicurezza e i diritti dei lavoratori. Si sapeva: i diritti e la sicurezza costano e alle soglie del quarto millennio, i denari scarseggiavano. Ma a dispetto del fatto che la città aveva eliminato le tasse alle categorie più losche, tra le quali primeggiavano i giostrai, anche questi ultimi oramai risparmiavano a più non posso sulla manutenzione. Ovviamente per intascarsi loro i denari, lucrando sulle spalle dei clienti. E le conseguenze non s'erano fatte attendere. L'avaria di questa e quell'attrazione aveva provocato ferite e traumi gravi a danno di un gran numero di ragazzi, fino al decesso di parecchi di loro. Le tragedie più gravi solevano verificarsi sulle montagne russe, dove ora l'avaria di turno impediva al treno di fermarsi, ora lo faceva schizzare a triplice velocità rispetto a quanto legalmente consentito, ora si bloccava nei giri della morte, con i passeggeri che restavano a testa in giù fino all'arrivo dei soccorsi, che dato l'andazzo cittadino nel trentesimo secolo, potevano impiegarci parecchie ore ad arrivare. Nei casi peggiori poteva pure capitare che alcuni sedili si staccassero dalla locomotiva, con conseguenze non difficili da immaginare.

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AVERÍAS - EN - LAS - MONTAÑAS - RUSAS - TREN - BLOQUEADO - PASAJEROS - PUESTOS - DE - CABEZA - LLEVAN - MIEDO - EN - LAS - ATRACCIONES (l'immagine che partecipa al concorso)

Natalina stava giusto visitando il salotto della collega Palmira e la vista delle foto che immortalavano tragedie ai luna park la fece sussultare. Era venerdì, proprio il venerdì di quel venticinque aprile più marzolino che mai si fosse verificato lungo tutto il terzo millennio. Quella doveva essere la giornata più importante della settimana di eventi scolastici. Anche se in via del tutto teorica doveva trattarsi di una giornata festiva, per il dottor Grassini la data combinava bene con il culmine degli eventi.
Natalina aveva indossato l'abito migliore del pacco che il sabato precedente le era stato recapitato e pure la più bella collana d'oro e di perle regalatale da Vittorio. E poco prima s'era svolta la rappresentazione di Orgoglio e pregiudizio promossa dal collega di inglese Angelo Sartori. Che contrasto, con le sensazioni oltremodo positive nella sala di lingua e letteratura inglese! Il professor Sartori era perfettamente riuscito nella messa in scena di Grimstock, alla quale teneva particolarmente. Ma i partecipanti erano dispari e Natalina era rimasta senza cavaliere. Proprio alla stregua di Elizabeth Bennet al famoso ballo di Meryton, dove le cinque sorelle e mamma Bennet avevano finalmente fatto la conoscenza di Mr. Bingley. E pure di Mr. Darcy. Da parte loro, le anziane colleghe Elvira e Antonella, anch'esse rimaste senza cavaliere perchè la componente maschile scarseggiava tanto quanto al ballo di Meryton, s'erano accomodate a ballare tra di loro. Al professor Sartori, che amava particolarmente il personaggio di Sir Lucas, il papà di Charlotte e Maria, rispettivamente amiche del cuore di Elizabeth e Catherine Bennet, stava benissimo osservare la scena del ballo senza parteciparvi personalmente. Proprio come soleva atteggiarsi Sir Lucas. Ma poichè il numero dei partecipanti s'era rivelato dispari, si stava apprestando a invitare la collega Granata. Non sia mai le lasciasse fare da tappezzeria, come Mr. Darcy aveva fatto con Elizabeth in simile occasione. Pazienza per il ruolo di Sir Lucas. Ma non fece in tempo, perchè qualcuno arrivato alle spalle di Natalina, le aveva domandato, perfettamente adattandosi all'atmosfera British dei tempi dei re George, do you want to dance with me? Natalina aveva risposto, con il cuore che le batteva a mille, why not? Professor Angelo Sartori, pardón, sir Lucas, salvo e perfettamente integrato nel suo personaggio più amato. Natalina aveva nel frattempo dovuto fare appello all'eterea sicurezza di Miss Jane, la maggiore delle sorelle Bennet. Per quanto innamorata di Charles Bingley, i suoi sentimenti non la trasformavano mai in un'adolescente impacciata. Miss Bennet ballava magnificamente, senza mai inciampare, per quanto gli inviti di Mr. Bingley in un ballo dopo l'altro la emozionassero. E sapeva nascondere bene i suoi sentimenti. Tanto che il vero sir Lucas, nella serie del 1995 ed esattamente la puntata in cui si rappresenta Grimstock, dichiarava che avrebbe brillato finanche alla corte di St. James, assieme alla sorella Elizabeth. Le rimembranze di Orgoglio e pregiudizio erano state provvidenziali, permettendo a Natalina di ballare Grimstock con il suo ingegnere senza combinare alcun casino. Ma non aveva idea di come anche lui fosse nervoso ed emozionato tanto quanto lei, se non di più...a punto tale da fare appello, a sua volta, a Mr. Darcy, e pure a Mr. Bingley, mentre c'era...*
E avevano finito per risultare la coppia meglio assortita che meglio era riuscita a interpretare lo spirito di Grimstock.
Ora, davanti a quelle foto di antichi giornali, brutti ricordi affiorarono alla mente di Natalina. Ogni anno in città arrivavano le giostre e il luna park si sistemava nell'enorme piazza del quartiere periferico vicino al suo, poco distante dal centro. Le dimensioni del luogo lo rendevano adatto a ospitare le attrazioni, per non parlare del fatto che ai colletti bianchi del comune cittadino non garbava affatto che le roulotte dei giostrai facessero bella mostra di sè in un quartiere centrale. Meglio la periferia più vicina al centro, pur sempre periferia, per quanto non paragonabile ai quartieri in stile Bronx.
Un pomeriggio di aprile di circa venticinque anni avanti, il signor Anselmo era stato ricoverato per un'ernia da operare e Fiorina con la figlia erano uscite per andare a visitarlo. Non potendo spendere per due autobus per due persone per raggiungere l'ospedale, ne prendevano uno solo, percorrendo a piedi i restanti quattro o cinque chilometri. Dato che Fiorina non aveva la patente e pertanto non poteva guidare la discutibile auto di suo marito. E Natalina frequentava ancora soltanto le scuole medie, dunque di patente per lei nemmeno si sarebbe parlato per anni. Il percorso le costringeva a passare per la piazza dov'era sistemato il luna park. Com'era triste per Natalina il guardare i suoi coetanei che si divertivano sugli autoscontri, che compravano zucchero filato e magari salivano pure sulle montagne russe! Ovviamente, da ragazzina non percepiva il pericolo causato dalle frequenti avarie e pensava solo alle sue circostanze esterne alquanto crudeli. Quand'anche suo padre non fosse stato ricoverato, quand'anche questi e quegli acciacchi che di quando in quando colpivano uno o l'altro dei suoi genitori non gli mangiassero i risparmi, pur sempre di denari per spese voluttuarie non ce n'erano mai. Sembrava che in città la vita serbasse a taluni individui solo serenità, divertimento e le migliori opzioni, mentre agli altri soltanto ombre. Aveva visto due compagne di scuola divertirsi agli autoscontri, mentre passava davanti all'attrazione. Le due l'avevano salutata, guardandola con aria di superiorità come al solito. Le circostanze erano sempre state generose con entrambe. Figlie di professionisti dallo studio bene avviato che contavano su seconde case per le vacanze, genitori relativamente giovani e perennemente in buona salute, niente PCOS come invece la sua già iniziava a manifestarsi, sempre ben vestite e alla moda, ogni mese dalla parrucchiera, ogni settimana palestra e piscina, sempre a spendere e spandere come meglio gli pareva, poichè ricevevano doni pecuniari dai genitori e pure dai nonni in continuazione e a piene mani e i ragazzi più belli e più popolari della scuola che gli ronzavano continuamente intorno. L'indomani di quel giorno, però, le brutte notizie riguardanti l'ennesimo fattaccio al luna park, se non altro, l'avevano distolta da tali pensieri malinconici. L'ennesima avaria delle montagne russe aveva ucciso gli studenti di una quinta liceo artistico, che erano saliti sull'attrazione tutti assieme. Dopo aver viaggiato al triplo della velocità consentita per un buon quarto d'ora, il treno delle montagne russe aveva preso fuoco. Le fiamme s'erano propagate nella giostra con tanta rapidità da carbonizzare i ragazzi.
Hai visto? Ritieniti fortunata che non possiamo permetterci di spendere un soldo, men che meno per questi giochi mortali, ripeteva mamma Fiorina in seguito ai millemila TG che riportavano la tragedia. Questi ragazzi che continuano imperterriti a salirci, dato che lo sanno, lo sanno benissimo che in questo secolo le giostre vanno in avaria un giorno si e l'altro pure, sono degli emeriti incoscienti che se la vanno proprio a cercare. E per una volta, mamma Fiorina aveva avuto santa ragione, oramai Natalina lo riconosceva da tempo immemore.
Pensierosa? Cosa passa per la testa della docente più bella dell'evento? Dietro la professoressa Granata, il suo ingegnere la stava osservando con il suo solito sorriso smagliante. Era talmente assorta in antiche rimembranze che non l'aveva sentito arrivare. Era venerdì. Era l'ultimo giorno e Natalina si chiedeva perchè lui non le avesse ancora chiesto il numero di telefono. Vabbè che c'era ancora tempo. Vabbè che il lunedì successivo si sarebbero rivisti perchè il dottor Grassini intendeva occuparsi del punto della situazione e intendeva svolgere il compito proprio lì. Assieme ai docenti e ai professionisti dell'industria che avevano partecipato. Quindi anche lui. Che ora la stava invitando a cena nell'ultimo piano dello stabilimento. Dal Cervello, la vista panoramica oltre i confini della città era magnifica. Proprio lì? Pensò Natalina, ma senza esprimerlo ad alta voce. Nel reame del suo fantasma...al quale pensava sempre meno...sempre meno...ma che forse non aveva dimenticato ancora del tutto...ma doveva e voleva dimenticare. A Natalina vennero i brividi, per quanto morisse dalla voglia di accettare. Ma c'era comunque un altro fatto da considerare: il non potersi allontanare dal posto in cui allora si trovava, perchè di lì a poco tutti i docenti avrebbero cenato assieme al preside e fargli presenti le prime impressioni sull'evento. A quest'ora avrai fame, dopo avere lavorato tutto il pomeriggio, le disse il suo uomo. Si, vero, ma tra poco si andrà a mangiare tutti assieme in una sala qui. Stanno già preparando. Accetterei, non fosse che il preside mi ammazza, se mi allontano di qua. Lui l'assicurò che non c'era nulla di cui preoccuparsi, perchè il dirigente scolastico era già stato avvertito e le concedeva il permesso. No, non poteva essere. No, non poteva permettersi di rimetterci il lavoro. Per rassicurarla, allora, lui chiamò subito il dottor Grassini a telefono, per lasciare che Natalina gli parlasse. Ti prego, Amedeo, la tua docente non intende violare nessuna preziosa regola tua, quindi convincila tu. E il dottor Grassini a Natalina: la prego, faccia un'opera pia nei miei confronti...Un'opera pia? Natalina non coglieva. Si, un'opera pia, ci vada a cena, la prego, altrimenti le testate giornalistiche di domani riporteranno la notizia del dirigente scolastico esaurito e ricoverato di urgenza in psichiatria. È dall'inizio della preparazione di questi eventi che il mio amico mi sta mandando al manicomio per lei. E mi creda, non ha nulla di cui preoccuparsi, se ha timore di un eventuale dopocena. Non ci sarà, mi creda. Il mio amico è un uomo religiosissimo, garantisco per lui perchè lo conosco bene. Natalina ne fu felice. Sapeva oramai che si trattava di un suo correligionario, ma la conferma dell'onestissimo dottor Grassini risultava di non poco peso. Restava soltanto una piccolissima questione: proprio lì. Ma oramai non era più il caso di farci caso. I fantasmi andavano seppelliti in favore di esseri umani in carne e ossa. Però, il dottor Grassini aveva detto che...ma prima di quella settimana di eventi, ancora non si conoscevano. Com'era possibile? O forse...e se l'amico del preside che l'aveva salvata da quel vecchiaccio di Felicino Bistolfi fosse stato lui? Comunque fosse, al momento gli chiese soltanto se la cosa al suo capo non avrebbe scocciato e non poco. Portarsi una perfetta sconosciuta a cenare in un luogo di lavoro avrebbe incomodato qualsiasi boss. Ma tu non sei per niente una sconosciuta e non hai assolutamente nulla di cui preoccuparti. Quanto al mio capo, mi concede tutto quello che gli chiedo. Anzi, sarà felicissimo di rivederti. Natalina fece tanto d'occhi dallo stupore. Era un discorso alquanto oscuro, oltre che immensamente curioso. Un boss che concede tutto quello che un dipendente gli chiede? Per quanto di alto livello il dipendente fosse. Ok, in caso di grande amicizia, poteva tranquillamente darsi. Ma...rivederla? Lui aveva detto proprio rivederla. Valeva a dire? Mentre si avviavano verso l'ascensore che li avrebbe portati all'ultimo piano, dove si trovava il Cervello, a Natalina per un attimo passò per la mente un'idea...no. Ma no. Ma no. Non poteva essere, proprio no, impossibile, no, no, no...impossibile...
La marzolina vicenda prosegue...

*Tutti riferimenti alla mia letteratura preferita, vale a dire Orgoglio e pregiudizio di zietta Jane e la sua rappresentazione in sei episodi del 1995.

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