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RE: CONTEST - UNA STORIA ITALIANA

in Italy5 months ago

Ma non ci puoi lasciare così in sospeso.. che si nasconde nel cassetto degli infermieri? 🤔😁
Sbaglio o l'ambientazione ospedaliera ti piace veramente tanto, visto che è spesso luogo dei tuoi racconti.
Comunque complimenti per il tuo lavoro è veramente intrigante e misterioso.. vabbè aspetto prossimo atto!! 👍😜

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😁😁😜😜lol!
Hehehe, lo so, lo so, ma m'è venuto fuori davvero tortuoso😜😜😁😁 e siccome non mi sta riuscendo di evitare la prolissità a causa del genere di trama, ho pensato che per questa settimana ci stesse pure una suspence aggiuntiva come il cacio nei maccherono😜😜😁😁. Per l'ambiente ospedaliero, guarda, è vero che è una delle mie ambientazioni preferite (anche se nella serie CRONACHE DI CIVITOPIA e nel giallo adolescenziale in spagnolo invece compare soltanto marginalmente, anzi, in quest'ultimo non compare nessun ambiente ospedaliero, ma soltanto l'infermeria di un commissariato). Forse perchè da parte di padre, la mia è una famiglia di infermieri e in generale, di professioni sanitarie, ma da parte di madre ci sono pure medici (in Argentina). Un debole che ho per l'ambiente psichiatrico e psicanalitico in particolare però forse lo debbo a deformazione professionale per gli studi seguiti finora (la psicanalisi freudiana me la propinano sin dalle magistrali, poi ve n'è stata una ripetizione in sede di seconda laurea, perchè qui le materie psico-pedagogiche si studiano durante il corso e non in separata sede come da voi per i 60 CFU abilitanti e più approfondita, poi più approfondita nelle specializzazioni, soprattutto psicopedagogia institucional). Diciamo che sono materie che mi hanno sempre attirato come una calamita. E il bello è che qui si può diventare psicanalisti senza per forza essere prima psichiatri o psicologi: accedi alla specializzazione in psicanalisi con qualsiasi laurea. Solo il risvolto negativo è l'obbligo di vivere in una metropoli per poter esercitare, perchè nelle baixadas la popolazione non si rivolge a questi professionisti nemmeno in caso di reale bisogno (non vanno oltre lo psicologo, al massimo psichiatra, sempre che ne trovino uno gratis in qualche ospedale).

Ps.: mi scordavo: non sono più racconti. È un solo e-book e questo è soltanto l'ultimo capitolo di svariati, sin da quando avevo pubblicato CHI TROVA UN ANDROIDE TROVA UN TESORO. La differenza è che altri capitoli sono concludenti, mentre questo no e infatti riporta pure nel titolo atto primo

Speriamo che col tempo la consapevolezza sulla salute mentale si diffonda anche nelle zone meno urbane, sia tra le persone che le istituzioni, perché un supporto psicologico e psichiatrico sono fondamentali. Perché come dici tu alla fine le persone se devono pagare, rinunciano a curarsi.

Il bello è che non si tratta affatto di città piccole (vabbè che qui una città di 300 mila abitanti è considerata medio-piccola e la mia è una di quelle tra i 150 mila e i 300 mila). C'è purtroppo comunque il tratto culturale che le persone di classe lavoratrice (se così si possono chiamare i piccolo-borghesi e chi appena al di sotto, li rasenta) spendono troppo futilmente: i denari qui se ne vanno come la paglia in festeggiamenti (dove una sola famiglia spende in media unicamente di propria tasca per grigliate per una trentina o cinquantina di persone ogni due settimane), gite fuori porta per andare ai centri commerciali fuori città (qui non ce ne sono, al di là di qualcuno davvero minuscolo, ma non se ne muore), parrucchiera e/o decorazione unghie (mani e piedi) ogni settimana (e infatti qui alle parrucchiere ed estetiste specializzate in unghie il lavoro non manca mai, addirittura le parrucchiere se le fanno venire pure in casa). Diresti che per vivere così sono famiglie di calciatori, invece sono soltanto le famiglie di un muratore o di un operaio. E dulcis in fundo, l'immancabile abbonamento a fessflix, perchè qui la TV, specie in fatto di telenovelas, è condicio sine qua non per il vivere decentemente. Dall'altra parte, ci sono poi invece le famiglie davvero disastrate, che con una sola pensione minima hanno duecento quanto una briscola da mantenere (e qui via di lavoro in nero, bambini che vendono caramelle per strada, sussidi governativi, attaccarsi al palo dell'illuminazione pubblica perchè comunque la bolletta non la puoi pagare, ricezione di alimenti e indumenti dalle opere sociali delle chiese e pure atti di carità individuale). Risultato? Se sei un professionista che offre servizi, non ti pagherà (spesso non ti chiedono nemmeno i servizi di cui hanno bisogno e non soltanto la salute se ne va a ramengo, ma pure l'istruzione propria e dei propri figli) nè uno nè l'altro gruppo. E ben volentieri, anche i piccolo-borghesi tout court e pure la classe media in questa zona trovano tutte le scusanti possibili per fare a meno dei servizi (in questo caso l'istruzione, non anche la salute) che già la classe medio-alta (che non si azzarda però a vivere in un posto come questo) trova imprescindibili. La mia fatica immane nel trovare alunni (o le loro famiglie) paganti dipende da questi due aspetti culturali, ma finora non siamo ancora riusciti a lasciare questa cavolo di zona geografica che a ogni anno che passa ce l'ho sempre più come un pugno in un occhio.

Essendo un fattore culturale effettivamente è dura e un cambiamento richiede tanto tempo.
Capisco la tua frustrazione, però non scoraggiarti mai, prima o poi riuscirai a trovare un posto migliore dove poter svolgere le tue attività con più facilità. 😉

Speriamo😉. Quest'anno in vacanza abbiamo perlustrato un'altra zona dove traslocare, ma a parte la mancanza di scuole private, specie linguistiche (di queste ultime non una e pure stranissimo per una città turistica di mare, ma forse non tanto perchè non abbiamo visto nessun turista straniero), non è neppure possibile trovare casa. Tutto quello che si trova sono affitti brevi per ferie e in genere soltanto villoni per minimo tre famiglie. L'anno prossimo, alle prossime vacanze al mare, dovremmo provare nella città immediatamente prossima, che dovrebbe essere meno residenziale e più organizzata.

Speriamo😉. Quest'anno in vacanza abbiamo perlustrato un'altra zona dove traslocare, ma a parte la mancanza di scuole private, specie linguistiche (di queste ultime non una e pure stranissimo per una città turistica di mare, ma forse non tanto perchè non abbiamo visto nessun turista straniero), non è neppure possibile trovare casa. Tutto quello che si trova sono affitti brevi per ferie e in genere soltanto villoni per minimo tre famiglie. L'anno prossimo, alle prossime vacanze al mare, dovremmo provare nella città immediatamente prossima, che dovrebbe essere meno residenziale e più organizzata.

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