Diario mentale di un Umarell da scrivania #8

in Italy3 years ago

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foto di mia proprietà, scattata con il mio smartphone Huawei P Smart+

Mani dietro la schiena.

Sì lo so, è da un po' che non mi faccio vivo.

Ma le mani dietro la schiena, nel mio caso, non sono indice di inoperosità (o fancazzismo, per non sembrare eccessivamente sorpassati).

Le matte mi danno da fare peggio di quegli operai ragazzetti che si assumono per ultimi e che, prima di capire come gira il fumo in cantiere, fanno danni a nastro.

Sto diventando sentimentale, comunque.

Sì, perché sono arrivate le ferie estive, e l'ultimo giorno mi hanno messo a guardar fuori.

Prima di ritirarmi dentro il cilindretto in cui mi hanno trasportato fin qui, come un sequestrato.

E dal cilindretto evaporano i miei pensieri.

Però quei minuti sul davanzale mi hanno quasi commosso.

Dopo le bestemmie, s'intende.

Sette mesi pieni di questa vita, e adesso tutti in ferie, nastro bianco e rosso a delimitare un altro mesetto di esistenza, arrivederci a settembre.

Arrivederci.

Quasi una minaccia, considerando chi mi toccherà rivedere.

Se normalmente sono matte, nelle ultime settimane sono state pressoché completamente ingestibili.

Un'altalena continua tra urla, sospiri, cali di pressione, svenimenti sulla scrivania (avete capito bene, s-v-e-n-i-m-e-n-t-i, sì perché non è possibile che un minuto prima stai berciando e un minuto dopo sei addormentata sul tavolo, diamine!).

Insulti, tantissimi insulti e minacce al poveretto dai capelli bianchi, che peraltro non si è mai fatto vedere...

E' in montagna grida una delle matte dall'altra stanza.

Vado a prenderlo, ti giuro, anzi no, andiamo a prenderlo risponde l'altra.

C'è da aver paura, anche perché non si capisce cosa abbia fatto.

Secondo me niente, è che se sei matta sei matta, punto e stop!

Poi un giorno è entrato un altro, uno dei tanti che passano di qui.

Dalla porta mi ha guardato e ha chiesto e quello cos'è?

Sorvoliamo sul concetto di buona educazione, che è meglio.

Un Umarell da scrivania ha risposto la matta.

Quante ne sai! ha ribattuto lui.

Lampo di luce beffarda negli occhi della matta che fa, con un cenno della testa verso la sedia vuota dell'altra matta, non io, lei ne sa, me l'ha regalato a Natale.

Forse ho bisogno di un buon terapeuta o di un gruppo di auto mutuo aiuto.

Intanto vado in vacanza, che è meglio.

Al buio in un cassetto, così riposo gli occhi.

E magari sogno.

Un bel cantiere, per favore, un bel cantiere.

ci vediamo a settembre, andate in vacanza anche voi, che poi mi dovete sopportare

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This is great content. Beautiful writing and perfect picture to portray someone of an unsound mind. Well done.

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girolamomarotta
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