Progressi negli impianti cerebrali

Quando i nostri antenati scoprirono che potevano creare utensili da taglio affilando le pietre, videro che potevano usarli per procurarsi il cibo o per uccidere i loro simili, la creazione della tecnologia dei chip mentali è nelle mani di persone come Elon Musk, Bill Gates o Jet Bezos ma il suo utilizzo e la sua regolamentazione sarà responsabilità di tutti noi perché tutti saremo o utenti oppure dovremo interagire con persone che li utilizzano.

Immaginiamo, ad esempio, in futuro, un'aula dove si sta svolgendo un esame e ad uno studente viene impiantato nel cervello un chip collegato ad un database con tutti gli argomenti del corso. Indovina chi riuscirà a superare l'esame senza dover studiare? e questo è l’esempio più innocente in cui chi non usa questa tecnologia si ritroverebbe in una situazione di inferiorità.

Nei governi totalitari, i chip cerebrali potrebbero creare una società distopica, dove il semplice fatto di avere un pensiero critico contro il governo verrebbe represso. Come realizzare questo strumento che ci permette di diventare più sani, migliori e più liberi, questa è una delle sfide che dobbiamo affrontare. dovremo risolvere come società nei prossimi anni.

Questa non è una novità, il 25 febbraio 1957 venne eseguito il primo impianto cocleare al mondo, questi impianti stimolano direttamente il nervo uditivo, il nervo uditivo invia i segnali generati dall'impianto al cervello e il cervello li riconosce come un suono. attraverso un impianto cocleare non è la stessa cosa che ascoltare con un orecchio sano, ma permette a chi lo utilizza di riconoscere i segnali di allarme, comprendere i suoni dell'ambiente e riconoscere le parole in una conversazione o al telefono. .

Si tratta di un sistema con molti anni di esperienza e molto affidabile. Nel 2019 c'erano circa 736 persone nel mondo con dispositivi di questo tipo impiantati nella testa. In questo caso il dispositivo si collega al nervo uditivo, ma negli anni '70 all’Università della California a Los Angeles hanno sviluppato ricerche finanziate dal programma Darpa, la famosa agenzia per progetti di ricerca avanzata sulla difesa degli Stati Uniti, la stessa che ha dato origine ad arpanet, il germe dell’attuale internet.

Grazie a queste ricerche, a metà degli anni 90, furono realizzati i primi dispositivi neuroprotesici impiantati nell'uomo. Più vicino a noi nel tempo abbiamo l'esempio del 2012 che va oltre, perché collega direttamente un computer al cervello, è un lavoro guidato del pioniere Leigh Hochberg, dimostrò che due persone con tetraplegia potevano controllare bracci robotici attraverso il pensiero, lo fecero quando erano collegati al sistema di interfaccia neurale.

Le due persone con impianti sono state in grado di raggiungere e afferrare oggetti in uno spazio tridimensionale e una partecipante ha persino utilizzato il sistema per servirsi il caffè per la prima volta da quando è rimasta paralizzata quasi 15 anni fa, ma inizia il decollo di questa nuova tecnologia nell'attuale decennio. Dei 20, nel 2021 sincron occhio su questo nome perché è il grande concorrente di Neuralink ha annunciato che il suo dispositivo Stentrode era in grado di consentire ai pazienti con paralisi grave di riprendere le attività quotidiane, tra cui mandare SMS, fare acquisti e operazioni bancarie in linea tutti questo solo pensandoci.

Synchron è diversi anni avanti rispetto a Neuralink e segue una linea di sviluppo leggermente diversa. Il dispositivo Stentrode utilizza i vasi sanguigni come mezzo di comunicazione con il cervello. Per posizionarlo è necessario eseguire un intervento chirurgico che lo introduca nella parte superiore del cervello. corteccia cerebrale, una volta realizzato il dispositivo si espande per aderire alle pareti del vaso sanguigno e consentire così il naturale deflusso del sangue.

Il dispositivo comunica con il computer in modalità wireless senza bisogno di cavi.

Una curiosità, i maggiori azionisti di Synchron sono Bill Gates e Jeff Bezos, gli investimenti in questo settore sono cresciuti del 6% dal 2014 al 2021 e siamo solo all’inizio di una corsa ai colossi.

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