Un tuffo nel passato - A dive into the past [Multilanguage]

Dovendo lasciare un pacco relativo ad una vendita di una maglietta vintage del Bayern Monaco realizzata su Vinted, questa primavera mi sono dovuto recare nel paese immediatamente confinante con quello in cui risiedo, segnalato come punto di raccolta spedizioni BRT più vicino.

Si trattava di una piccola ma affascinante botteguccia di articoli tech, il classico negozietto posto nel cuore del centro abitato in cui l'abbondanza dei prodotti in vendita mal si sposa con i pochi metri quadrati a disposizione.

Sugli scaffali, su espositori improvvisati e persino adagiata in qualche angolo del pavimento, la merce era esposta in maniera tutto sommato ordinata, sintomo di come il proprietario, un signore sulla quarantina con il classico look da nerd anni '80, fosse appassionato del suo lavoro.

_{La prima versione del Commodore 64, The original uploader was Powerhp at Italian Wikipedia., CC BY-SA 2.5, via Wikimedia Commons}

Accompagnato da mia moglie, aspetto qualche minuto che il proprietario sbrighi delle pratiche con un corriere e con i due clienti che ci precedevano, approfittandone per dare un'occhiata in giro. Ed è lì che l'ho visto, rimanendo a bocca aperta: il Commodore 64 mini, ovvero il rifacimento dell'home computer più venduto al mondo.

La confezione, lucente e coloratissima, sembrava aspettare solo un altro nerd anni '80 come me per trovare una casa e il calore di mani appassionate, che rimettessero in moto la magia di quei giochini semplici ma meravigliosi. Ma non tutte le storie hanno un lieto fine e, di fronte alla richiesta del simpatico negoziante (79 euro), ho a malincuore declinato, limitando la mia visita al motivo originale.

Da quel giorno sono passate diverse settimane e, preso dalle faccende quotidiane, a quell'oggetto non mi è più capitato di pensare. Almeno fino a ieri, quando nel primo pomeriggio il corriere Amazon si è presentato al citofono di casa, annunciando la consegna di un pacco a mio nome. E non avendo ordinato nulla, potete comprendere il mio stupore.

_{Foto di proprietà dell'autore}

Ho cercato di incrociare gli sguardi degli altri membri della famiglia, ricevendo in cambio però solo sorrisetti e ambigue alzate di spalle. Ufficialmente nessuno ne sapeva nulla, ma al momento del ritorno in casa ecco svelato l'arcano: si trattava di un regalo di compleanno, comprato in anticipo di una decina di giorni da moglie e figli, vista l'imminente partenza per le vacanze.

Su quale fosse il contenuto del pacco credo ormai non ci siano più dubbi. La mia dolce metà lo aveva trovato in offerta su Amazon ad un prezzo di 30 euro più basso rispetto a quello richiesto in negozio e, in accordo con i pargoli, felicissimi di potersi cimentare con altri giochi, aveva deciso di comprarlo, per farmi una sorpresa.

Nella confezione è presente la console, imitazione del vecchio Commodore 64 (ma con i tasti fissi, non cliccabili), un joystick in stile anni '80, un cavo HDMI e uno per l'alimentazione, da collegare ai classici trasformatori che usiamo per ricaricare i nostri smartphone.

_{La schermata iniziale del Commodore 64, con linee di programmazione in Basic. [Immagine di pubblico dominio](The original uploader was Powerhp at Italian Wikipedia., CC BY-SA 2.5, via Wikimedia Commons)}

Sono disponibili precaricati in memoria 64 giochi, ma da quello che il negoziante mi aveva confidato il giorno del primo incontro (disse che ne aveva comprato uno anche per lui) è possibile scaricare tutte le rom (i giochi) che si desiderano online e aggiungerli semplicemente collegando una chiavetta USB.

Non so se questo corrisponda a verità o meno, lo testerò in un secondo momento, ma nel frattempo mi sono divertito a tornare bambino, rigiocando a grandi classici come California Games o School Daze, anche se la chicca che aggiunge un valore in più all'oggetto è la presenza della schermata iniziale del Commodore 64, dalla quale cimentarsi con il linguaggio Basic della macchina per la programmazione.

Si può infatti, tramite le porte USB presenti, anche aggiungere una tastiera fisica, al posto di quella virtuale, piuttosto scomoda e, perché no, persino crearsi i propri giochini da soli, per poi immetterli nella rete.

Il vero problema ora sarà resistere e limitare il tempo da trascorrere lì attaccato.

Statemi bene, alla prossima!