Serie A, analisi della 16^ giornata - Serie A, Week 16 analysis [Multilanguage]

in Italy8 months ago (edited)

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Lo stadio Diego Armando Maradona di Napoli, Gaetano Capaldo, CC BY 4.0, da Wikimedia Commons

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Per comprendere meglio quanto accaduto all'interno della sedicesima giornata di Serie A, dobbiamo forse partire dalla fine e dalla strana frase pronunciata dal direttore del Corriere dello Sport (secondo quotidiano sportivo nazionale), Ivan Zazzaroni, in una delle trasmissioni televisive di approfondimento maggiormente seguite dal pubblico: "Il VAR è stato introdotto in Italia anche per fermare la Juve..."

Una dichiarazione dal vago sentore complottista a suo modo scioccante, specialmente se si considera che il giornale diretto da Zazzaroni ha come pubblico di riferimento soprattutto i tifosi del centro e del sud Italia (Roma, Lazio, Napoli), piazze di certo incapaci di nutrire una profonda simpatia per i colori bianconeri.

La frase ha mandato su tutte le furie un altro ospite presente in studio, il giornalista "ultras", Fabrizio Biasin, dalle dichiarate simpatie nei confronti dell'Inter, ma lo ha fatto in un modo talmente inaspettato da lasciar credere, come accade sempre di fronte a chi aggredisce o la butta sul personale, che la stessa abbia colto nel segno. Del resto, quando non si riesce ad attaccare il ragionamento, o si scappa o si attacca il ragionatore, funziona sempre così.

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Immagine di Freepik

Ma perché Zazzaroni si è sentito in dovere di fare un'uscita del genere, andando contro al sentimento dei propri lettori? La cosa è diventata talmente evidente da non poter più essere nascosta nemmeno agli "anti-juventini" per eccellenza? Tutto è nato dall'arbitraggio piuttosto imbarazzante del signor Davide Massa durante la partita Genoa-Juventus, terminata 1-1 (giustamente, per quanto visto in campo), ma all'interno della quale i bianconeri sono stati fortemente penalizzati da un paio di decisioni arbitrali.

Massa, originario di Imperia (curioso che un ligure venga mandato ad arbitrare il Genoa) è lo stesso arbitro che non aveva visto il fallo di Lautaro Martinez su Lobotka, all'inizio dell'azione capace di portare al primo goal nerazzurro e non concesso un calcio di rigore piuttosto evidente ai partenopei, in Napoli-Inter di due settimane prima.

A Genova, dapprima né lui né il collega Fabbri del VAR si sono accorti di un fallo di mani evidente (braccio larghissimo) in area rossoblù, che sul risultato di 1-1 avrebbe decretato un sacrosanto calcio di rigore per la Juventus; poi inspiegabilmente non ha estratto il cartellino rosso nei confronti di Malinovski, reo di un intervento da piede a martello sul bianconero Yildiz (anche se avvenuto verso la fine della partita, quindi capace di incidere molto meno), concedendo infine solo tre minuti di recupero a fine partita, a fronte di otto sostituzioni e numerose altre interruzioni.

Stranezze e vere e proprie forzature del regolamento a senso unico che evidentemente hanno fatto storcere il naso a molti. Detto questo, sostenere che la Juventus non abbia vinto a Genova per colpa esclusiva dell'arbitro appare quanto meno fuori luogo. Gli episodi oggettivi "sfortunati" capitati ai bianconeri non possono eclissare la pessima prestazione della squadra di Allegri, ancora una volta in campo con l'atteggiamento irritante della "provinciale", a totale difesa del misero goal di vantaggio ottenuto nel primo tempo.

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L'allenatore della Juventus, Massimiliano Allegri. All-Pro Reels from District of Columbia, USA, CC BY-SA 2.0, da Wikimedia Commons

Goal che, questa volta non si è rivelato sufficiente per portare a casa i tre punti. Sperare di trovare sempre la zampata vincente nell'assalto finale o gli attaccanti avversari in pessima forma, come arma principale per vincere le partite, è un atteggiamento che ha profondamente stancato tutti i tifosi della Signora. Di certo l'organico della Juventus, che per di più ha affrontato la sfida senza il miglior centrocampista, Adrien Rabiot, non si può paragonare a quello di Inter, Milan e Napoli, ma sostenere che lo stesso non basti per battere una neo-promossa come il Genoa appare sinceramente troppo.

Allegri si è confermato per l'ennesima volta il peggior allenatore della Serie A. Lo ripeto da due anni, ovvero da quando il buon Andrea Agnelli ebbe la sciagurata idea di riportarlo a Torino (ma in realtà anche dai tempi della sua prima avventura con la Juventus) e, nonostante questo avvio di stagione fortunato, sono certo che farà di tutto per continuare ad esserlo ancora una volta.

I filotti di vittorie li abbiamo visti anche gli anni scorsi (hanno semplicemente cambiato periodo dell'anno), ma sono destinati a non portare a nulla fin quando si intenderà il calcio alla maniera del "primo non prenderle". Ma dico io, a Torino qualcuno ha visto quanto gioca bene, ad esempio, la Real Sociedad? Quanti campioni veri ci sono in quella rosa? E quanti ce ne erano nella prima Juve scudettata di Conte? Appunto, le idee valgono spesso molto di più degli uomini.

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A sinistra, il capitano dell'Inter, Lautaro Martinez. Erjonallaraj, CC BY-SA 4.0, da Wikimedia Commons

Se poi, oltre ad un allenatore bravo, hai in rosa anche dei campioni, di certo tutto diventa più facile. Ed è questo il caso dell'Inter, capace di andare a vincere (0-2) anche a Roma contro la Lazio, soffrendo il giusto, ma aggrappandosi all'infinita profondità e qualità della sua rosa, capeggiata da uno straordinario Lautaro Martinez, forse allo stato attuale delle cose l'unico vero fuoriclasse della Serie A.

Certo la Lazio può recriminare sulle condizioni di estremo rimaneggiamento, soprattutto in difesa, con le quali ha dovuto affrontare la gara e sul clamoroso errore di Marusic, che con un retropassaggio sbagliato ha aperto la strada a Lautaro per il primo goal, ma la differenza tra buoni giocatori e campioni sta proprio nello sfruttare il più delle volte la prima occasione capitata sui piedi.

Vittoria netta dei nerazzurri ora a +4 sulla Juventus, che questa volta possono addirittura recriminare per un tocco col braccio in area laziale da parte dello spagnolo Gila avvenuto a metà primo tempo (ci stava a mio avviso il calcio di rigore), per una mini-fuga destinata con buona probabilità ad allargarsi nelle successive settimane. Inutile rincorrere troppe parole, per adesso Inzaghi e i suoi sono ampiamente i più forti e chi intende lo sport nella giusta maniera non può che applaudire e levarsi il cappello.

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L'attaccante del Milan, Olivier Giroud. Saggittarius A, CC BY-SA 4.0, da Wikimedia Commons

Dietro ai bianconeri, rinfrancato dalla buona prestazione di Newcastle, torna a vincere e convincere il Milan, 3-0 sul Monza dell'ex Amministratore Delegato, Adriano Galliani. Nonostante la retrocessione in Europa League, la dimostrazione di potersela giocare con tutti anche su palcoscenici importanti come quelli europei, potrebbe rappresentare una sorta di spartiacque nella stagione rossonera.

Prima della sfida con la Roma, prevista il 13 gennaio, al Milan toccheranno tre impegni sulla carta piuttosto abbordabili (Salernitana ed Empoli in trasferta e Sassuolo in casa) e non mi stupirebbe vedere Pioli e i suoi rilanciarsi in ottica secondo posto e recuperare qualche ulteriore lunghezza sulla Juventus, ora distante cinque punti.

Dal quinto all'ottavo posto, in uno spazio di appena due punti, la classifica è occupata da quattro eterne incompiute, come Fiorentina, Napoli, Atalanta e Roma, che verosimilmente, tra gli alti e i bassi che caratterizzano la loro stagione, si contenderanno fino al termine della stagione l'ultimo posto disponibile per qualificarsi alla prossima Champions League. Per il momento tuttavia, l'ultima parte di questo nostro appuntamento deve essere per forza di cose riservato alla grande sorpresa del campionato, il Bologna di Thiago Motta, attualmente quarto a quattro punti di distanza dal Milan.

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In primo piano, l'attaccante del Bologna, Joshua Zirkzee, ai tempi in cui vestiva la maglia del Bayern Monaco. Sven Mandel, CC BY-SA 4.0, da Wikimedia Commons

La vittoria per 2-0 ottenuta nell'ultima giornata sulla Roma ha confermato ancora una volta quanto di buono visto nella prima parte di campionato. La squadra gioca un calcio propositivo, a tratti persino spettacolare, basato sul possesso della palla ma soprattutto sulle capacità da camaleonte del centrocampo, i cui interpreti vengono spesso chiamati a ruotare per non dare punti di riferimento agli avversari.

Al centro dell'attacco, Arnautovic è stato sostituito dall'olandese Joshua Zirkzee, decisamente più tecnico e in grado di legare il gioco, liberando all'occorrenza anche spazio in area per le conclusioni dei trequartisti. Il risultato è una squadra quasi sempre in grado di imbrigliare gli avversari (il Bologna ha pareggiato in trasferta sia contro l'Inter che con la Juventus), capace di tenere il pallone alto e di subire così pochissimi goal (12, terza miglior difesa del campionato). La conferma di quanto possa incidere un buon allenatore.

La Serie A tornerà in campo sabato 23 dicembre, con un turno favorevole per la capolista Inter, che ospiterà il Lecce, e come già anticipato anche per i cugini del Milan, ospiti della malinconicamente ultima Salernitana. Un po' più ostica si preannuncia la trasferta della Juventus in quel di Frosinone, mentre il big match di giornata si giocherà all'Olimpico, tra Roma e Napoli.

Se le cronache della Serie A vi divertono, l'appuntamento è sempre su queste colonne, ma magari dopo Natale, con qualche fetta di panettone in più ad addolcire i nostri cuori.

Statemi bene, alla prossima!

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Questo periodo natalizio è contagioso che ci piaccia o no, mi piace vedere la gente uscire dai supermercati contenta dei propri acquisti, il panettone è qualcosa che molti di noi comprano, avere soldi in più garantisce più divertimento, è qualcosa di cui essere grati.

E per collegare quello che dici al mio post, mi viene da pensare a chissà quanti soldi in più avrà in questo periodo l'arbitro Davide Massa 😄. Scherzo naturalmente, non voglio credere alla malafede degli arbitri, altrimenti non ha più senso guardare questo sport.
Quello che dici è vero, dobbiamo essere grati per quello che abbiamo. Spesso ci lamentiamo, magari perché il vicino ha la macchina più bella o il nostro collega ha ottenuto la promozione, ma tutte queste cose in realtà servono solo ad impressionare gli altri.

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