Se questi sono i nomi... [#steemexclusive - #multilanguage]
Photo by forzaq8 from kuwait, kuwait, CC BY 2.0, via Wikimedia Commons
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Per la Juventus, vincere, anche l'anno prossimo, si rivelerà un'impresa praticamente impossibile. E non perché la concorrenza, Milan e Inter su tutte, si presenterà ai nastri della nuova stagione particolarmente agguerrita (mai come quest'anno è stata forte la sensazione che primeggiare sia toccato non alla più forte, ma alla meno scarsa), ma perché l'allenatore bianconero, Max Allegri, si è dimostrato incapace di cavare un ragno dal buco dai suoi uomini, mentre la dirigenza sta continuando a brancolare nel buio da ormai almeno tre anni.
La rosa della squadra è stata costantemente impoverita di talento anno dopo anno e i senatori, sempre più malfermi sulle gambe, stanno anch'essi cominciando a cedere inevitabilmente il passo. L'anno prossimo mancherà non solo il calciatore più estroso della squadra, quel Paulo Dybala liquidato senza se e senza ma al termine del contratto, ma anche il carisma e l'esperienza di capitan Giorgio Chiellini, uno che, quando presente, era capace di fornire sempre garanzie.
A meno di improbabili investimenti, che assicurino un centrale di qualità (ma sarebbe meglio due) alla retroguardia, la stessa sarà affidata alle gambe del "vecchio" Bonucci e di mister causa rigori De Ligt, accompagnati dal debuttante Gatti e dal mai pronto Daniele Rugani; un quartetto da mettersi le mani tra i capelli.
Photo by Agencia de Noticias ANDES, CC BY-SA 2.0 https://creativecommons.org/licenses/by-sa/2.0, via Wikimedia Commons
E questo nonostante le occasioni di ringiovanire la rosa con elementi affidabili siano transitate spesso per Torino: l'argentino Romero è stato ad esempio ceduto frettolosamente all'Atalanta per due noccioline, con i bergamaschi abili a strappare al Tottenham più del doppio di quanto speso subito dopo, e la stessa sorte toccherà verosimilmente presto anche a Merih Demiral, che dovrebbe essere riscattato dalla Dea per una ventina di milioni per poi essere ceduto con un ricarico di almeno il 50%.
Nelle scorse settimane i dirigenti della Vecchia Signora, consci degli errori commessi in passato, avevano candidamente dichiarato che la Juventus non avrebbe più praticato la politica dei parametri zero, per concentrarsi sul mercato dei giovani prospetti, magari ancora non al top della carriera, ma pronti ad esplodere e a garantire un futuro alla società.
In altre parole, mai più "affari" in stile Ramsey, oggetto misterioso dallo stipendio faraonico che a Torino ha passato più ore da McDonald che in campo, o Rabiot, eterno Godot mai capace di ambientarsi del tutto e di rendere a pieno, sebbene nella sua avventura bianconera sia stato amministrato da tre allenatori diversi. Del resto è noto che chi più spende, meno spende, e l'arrivo a sorpresa di Vlahovic già a gennaio sembrava voler segnare il nuovo corso, sebbene il tutto sia durato il tempo di una preghiera.
Già, perché se i nomi che circolano entreranno, nero su bianco, a far parte della famiglia bianconera, significa che, dalla parti della Continassa, di imparare dai propri errori proprio non se ne parla. E non, si badi, per il valore assoluto dei calciatori, dato che Di Maria e Pogba diventerebbero in un attimo il primo e il secondo giocatore più talentuoso della squadra, ma in un'ottica di programmazione a medio e lungo termine, che evidentemente rimane ben distante dai pensieri di Andrea Agnelli e soci.
Photo by Антон Зайцев, CC BY-SA 3.0 GFDL, via Wikimedia Commons
Sia il francese che l'argentino hanno già toccato l'apice della propria carriera, e pur potendo rivelarsi utili durante la stagione, difficilmente faranno compiere alla squadra il salto di qualità decisivo per tornare alla vittoria. E' probabile anzi che, in caso di ennesima stagione deludente, i due comincino a deprimersi (un po' come capitato anche a Ronaldo nell'ultimo anno della sua esperienza italiana) e a rivelarsi solamente come ulteriori contratti "pesanti" da gestire.
E quando i pochi quattrini a disposizione vengono associati a profili di secondo (se non terzo) piano, come Muriel e Arnautovic, il tifoso bianconero medio non può che comprendere come anche la prossima versione della Juventus appaia destinata a confermarsi una creatura assemblata solo sfruttando le occasioni, senza capo né coda, e con zero possibilità di evolversi durante la stagione.
Occorrerebbe piuttosto chiedere ai tifosi di pazientare ancora un anno o due, inserendo gradualmente i giovani talenti sbocciati in under 23, Miretti e Soulé, e richiamando i vari ragazzi in prestito, come Fagioli, Rovella e il capocannoniere del campionato austriaco, Giacomo Vrioni, che tanto bene hanno fatto in giro per l'Europa. Ma una scelta simile, a questo punto della storia, significherebbe ammettere che non si è capito niente.
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Hi @frafiomatale,
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If you get a happy Di Maria and Pogba, they'll be good for Juve but... Pogba's not one to stay happy for more than about 5 matches.
I haven't followed Pogba that much these years at MU, but I know that, a bit like what happened to Ronaldo, he probably didn't get on as well as he thought. In Turin we have good memories of Pogba, he was always a smiling and polite guy, as well as a great fighter on the field, but he was younger and all these years may have changed him. Di Maria is a player with great technique, but I have big doubts about his desire to give 100 per cent to Juventus, especially in the year of the World Cup.