Se ci fosse ancora Luciano... [#steemexclusive - #multilanguage]
Photo by Anton Zaitsev, CC BY 4.0, via Wikimedia Commons
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Si può pensare ciò che si vuole di Luciano Moggi, diventato dopo i noti fatti di Calciopoli, agli occhi di buona parte dell'Italia sportiva, una sorta di incarnazione di tutti i mali del calcio italiano, ma non che non sapesse tenere testa alle anime più calde di uno spogliatoio. Leggenda narra che di fronte ai primi mugugni, il calciatore di turno veniva condotto nell'ufficio del direttore generale della Juventus, alle pareti del quale trovavano posto le foto di vari campioni del passato, con in comune un divorzio non troppo amichevole con la società.
Tra una chiacchiera più o meno distesa e un the, rigorosamente offerto mentre il direttore ascoltava le varie lamentele aspirando il proprio sigaro, lo stesso Moggi attendeva pazientemente senza fiatare che il discorso volgesse al termine, per porre al malcapitato interlocutore una sola domanda:
Hai notato le foto di tutti questi tuoi ex-colleghi? Hanno in comune un' avventura alla Juventus conclusa nel peggiore dei modi: vuoi fare la stessa fine?
La conclusione di vicende simili di solito prevedeva un rapido rientro nei ranghi da parte dello scontento di turno; all'epoca di Moggi, la Juventus era considerata il massimo raggiungibile in carriera per diversi calciatori italiani e stranieri e si narra che persino il capitano, Giorgio Chiellini, sia finito da giovanissimo per ritrovarsi vittima del percorso "rieducativo" del Direttore.
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Non si legga in queste parole una sorta di sentimento nostalgico per l'ex dirigente, che per quanto ritengo agisse in assoluto parallelismo con quanto fatto da altri suoi colleghi dell'epoca, si è comunque rivelato in qualche modo responsabile del più brutto periodo della storia bianconera; tuttavia, Madama necessiterebbe oggi come il pane di un uomo dallo stesso carisma e con il medesimo polso fermo, al fine di risolvere le questioni in sospeso accumulate.
In questo vuoto di potere, che dalla partenza di Beppe Marotta la Juventus ha provato a riempire prima con Paratici poi con Cherubini, facendo in buona sostanza più danni della grandine, ecco ritornare il brutto vizio dei calciatori stranieri, che una volta terminata la stagione e portati i muscoli nel comodo alveo delle proprie Nazionali, iniziano a snocciolare insoddisfazioni mai fatte trapelare prima e desideri di cambiare area fin ora rimasti sepolti solo nelle loro menti.
L'ultimo in ordine di tempo ad aver tenuto questo comportamento a dir poco fastidioso è stato il difensore olandese Matthijs de Ligt, che ai connazionali di Nos ha ribadito la propria insofferenza per le ultime due stagioni negative della squadra, parlando senza mezzi termini della propria volontà di guardarsi intorno, prima di sottoscrivere il rinnovo del contratto con il club piemontese.
I meglio informati, o forse semplicemente quelli con la maggior quantità di veleno residuo sulla coda, hanno esplicitamente parlato di un interessamento del vecchio "maestro" Ten Hag, che da Manchester, sponda United, starebbe spingendo perché il ventiduenne biondo difensore centrale accettasse un trasferimento in Premier League, mentre altri già sospettano che l'ex pupillo del compianto Mino Raiola abbia cominciato con largo anticipo il percorso che lo porterà a liberarsi a zero tra due estati.
Che si tratti di una strategia comunicativa, volta a creare un casus belli con la società, o semplicemente di parole dette troppo in libertà dal ragazzotto di turno, De Ligt farebbe bene, prima di aggiungere altro alla vicenda, a procedere con un sano esame introspettivo.
Giunto a peso d'oro a Torino tre anni fa, con le stigmate del predestinato, l'ex capitano dell'Ajax ha fin qui mostrato a Torino poche luci e parecchie ombre: più che interventi salva risultato, o goal di testa su calcio d'angolo, di lui si ricordano infatti soprattutto i calci di rigore regalati agli avversari, anche in partite chiave della stagione, per l'imprudenza nell'allargare le braccia o per la veemenza degli interventi difensivi.
Nella sola Serie A, vengono in mente almeno una decina di difensori centrali, costati meno della metà, ma capaci di portare a compimento una stagione migliore della sua (Bremer, Skriniar, Tomori, Igor, Milenković, giusto per citarne qualcuno); se la valutazione che ne fa oggi il sito Transfermarkt, appoggiato da tutti i quotidiani sportivi, pari a circa 70 milioni, venisse confermata da un'offerta concreta, sappia De Ligt che son disposto ad attraversare il tunnel sulla Manica con la mia auto, e portarlo personalmente a riabbracciare Ronaldo.
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Moggi al Toro lo abbiamo avuto un anno.
Distribuiva Rolex agli arbitri....
Un po' come Franco Sensi alla Roma... Il più pulito ha la rogna 😉
Come sempre ottimo riassunto fratello.
Grazie amico mio, sei sempre molto gentile!