RED CARD: Le folli giustificazioni dell'A.I.A (multilanguage)

in Italy2 years ago (edited)

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Esiste un antico proverbio veneziano, piuttosto in uso anche nel resto della nostra penisola in versione italianizzata, che recita testualmente:

Pezo el tacón del buso (Peggio la toppa del buco).

Lo si usa quando per rimediare ad una malefatta si commettono azioni che, invece di migliorare la situazione e ricucire il danno creato, la peggiorano, vuoi per imperizia, stupidità o negligenza.

Scegliete voi quale sia il motivo tra quelli elencati qui sopra, ma la dichiarazione ufficiale rilasciata dall'AIA, l'Associazione Italiana Arbitri, in merito a quanto accaduto nella partita di domenica sera tra Juventus e Salernitana, ha lasciato tutti a bocca aperta, finendo, laddove le intenzioni si presentavano si suppone contrarie, per inasprire le polemiche ed aumentare i dubbi dei tifosi.

Per chi non fosse a conoscenza dei fatti in questione, mi sia concesso un piccolo passo indietro. Siamo al novantaquattresimo minuto della partita Juventus-Salernitana, valevole per la sesta giornata dell'edizione 2022/23 della Serie A. I bianconeri, padroni di casa, hanno appena coronato una difficile rimonta, portandosi sul 2-2 dopo aver terminato il primo tempo sotto di due reti, e si accingono a battere il calcio d'angolo che metterà la parola fine al match.

Lo spiovente che giunge dalla bandierina alla destra del portiere ospite viene raccolto di testa dal polacco Arkadiusz Milik e spedito nell'angolino, dove l'estremo difensore campano non può arrivare. Tre a due, e grande festa sugli spalti, destinata tuttavia a durare solo poco più di un minuto: l'arbitro, il ventinovenne (inesperto) Matteo Marcenaro di Genova, viene richiamato dai colleghi della sala VAR e annulla il goal per un fuorigioco di Leonardo Bonucci, che non tocca il pallone, non tiene impegnato alcun difensore ed è del tutto ininfluente con l'azione.

Una decisione apparsa a tutti subito piuttosto incomprensibile, ma disposta ancora a raccogliere qualche timido difensore nelle terre in cui i colori bianconeri non sono mai troppo ben visti; tuttavia, anche questi ultimi, saranno destinati ad abbandonare la nave quando dalle riprese televisive in serata si scoprirà il vero "scandalo" (stiamo parlando solo di calcio, non dimentichiamolo) della vicenda: in un angolo del campo, l'esterno della Salernitana, Antonio Candreva, teneva in gioco tutti gli avversari, compreso lo stesso capitano della Vecchia Signora.

Il Team nascosto in sala VAR aveva sbagliato due volte: la prima segnalando come attivo un fuorigioco chiaramente ininfluente nello svolgimento dell'azione; la seconda, ben più grave, tracciando la linea su un difensore che incredibilmente non era il più vicino alla linea di fondocampo. Un goal regolarissimo annullato dopo una presenza di fronte al monitor di pochi istanti, quasi come se già si sapesse quale fosse l'unica decisione possibile.

Il caso ha naturalmente fatto il giro non solo di tutte le TV e le testate giornalistiche italiane, concordi nel condannare l'operato arbitrale, ma è stato capace di varcare, in tutti i suoi incredibili contorni, anche i confini nazionali. Sul celebre quotidiano iberico, Marca, si è parlato di scandalo mai visto in precedenza, ma considerazioni simili sono state portate avanti praticamente in tutta Europa, dalla francese RMC Sport alla tedesca Bild.

E così, di fronte a tanto imbarazzo, ecco spuntare la giustificazione dell'AIA, che ci riporta al proverbio con il quale è iniziato questo articolo. Secondo l'associazione degli arbitri italiani, la sala VAR semplicemente non disponeva delle immagini a campo largo, che comprendevano quindi anche la posizione di Candreva, rimasto a poco più di due metri dalla linea di fondo, nella zona della bandierina.

Decine di telecamere installate anche nei gabinetti e nei parcheggi, ma, guarda un po', non in grado di assolvere alle loro funzioni proprio quando più servirebbe. In realtà, come dimostrato dall'approfondimento andato in onda sulla piattaforma SKY al termine della partita, le immagini della telecamera esistono eccome e sono state usate dalle stesse trasmissioni televisive proprio per portare alla luce il fattaccio.

Sarebbe probabilmente bastato aspettare qualche minuto in più (si poteva tranquillamente fare, dato che la partita era finita), richiedendo ulteriori immagini in campo più largo, anche perché, volendo accettare come buona la versione arbitrale, lo stesso Candreva appare per qualche istante anche nelle riprese esaminate dagli uomini al monitor, cosa che avrebbe dovuto consigliare cautela nel prendere una decisione così impattante a cuor leggero.

Con quello di domenica sera, salgono a 44 gli episodi "sfavorevoli" della Juventus da quando è stato introdotto il VAR in Italia, contro 23 "favorevoli". Un saldo negativo di 21, che nemmeno a dirlo rappresenta un numero record per la Serie A. Tanto per far un paragone, le due milanesi, Milan e Inter, viaggiano con un raffronto rispettivo di +3 e +7, mentre il "povero" Napoli, notoriamente tartassato da "o' Palazz", si trova addirittura a +19.

Delle due l'una: o la Juventus è particolarmente sfortunata, o continua ad essere aiutata da arbitri sciocchi, che pur di favorirla accettano continuamente il rischio di brutta figura per le correzioni piovute dai propri colleghi in sala monitor. Tertium non datur, o forse sì, ma la leggenda narra che ai bianconeri, "o' Palazz", voglia troppo bene perché sia da prendere in considerazione.

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