Mister thrilling [#Steemexclusive]

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Mai come quest'anno, perlomeno in tempi recenti, la Serie A può vantare la presenza di un numero così cospicuo di grandi allenatori alla guida delle squadre di vertice. Esperienza, idee, adattabilità e palmares vincente, contraddistinguono da sempre la scuola italiana delle guide tecniche uscite dal centro federale di Coverciano, una delle ultime eccellenze calcistiche presenti ancora nel nostro Paese e che tutti speriamo rimarrà tale a lungo.

In attesa di vedere cosa saranno capaci di combinare i promossi eccellenti dall'ultimo corso allenatori (grande curiosità, su tutti, intorno a Daniele De Rossi, Alex Del Piero e Bobo Vieri), già adesso il movimento tricolore può contare sulle abilità dei vari Spalletti, Pioli, Gasperini, Simone Inzaghi, Sarri, Allegri e dell'attualmente disoccupato Antonio Conte, senza naturalmente dimenticare il vero "fuoriclasse", Roberto Mancini, C.T. della Nazionale campione d'Europa la scorsa estate.

Tanti nomi altisonanti tutti insieme che, questa è la speranza, apporteranno sensibili miglioramenti allo spettacolo offerto dal nostro campionato (a giudicare dall'inversione di tendenza sul numero delle reti realizzate nelle prime giornate, sembrerebbe proprio di sì). A questa nutrita pattuglia di cervelli italici si è poi aggiunto da questa estate un importante cavallo di ritorno, il portoghese José Mourinho, che aveva abbandonato un decennio fa la Serie A da dominatore assoluto.

Tuttavia, a giudicare dal primo quarto del campionato, che sta per concludersi con la nona giornata, non tutti questi grandi nomi sono stati capaci di far rendere le proprie squadre secondo le alte aspettative delle varie tifoserie. Da una parte non poteva essere altrimenti, se si considera che alla fine della corsa soltanto uno potrà tagliare il traguardo con le braccia alzate, ma dall'altra, alcune prestazioni hanno lasciato una buona dose di sconforto tra i tifosi.

Se Luciano Spalletti si è rivelato capace di condurre il suo Napoli ad un inizio di campionato strepitoso, nel quale ha ottenuto solo vittorie (anche se avrebbe potuto certamente fare meglio in Europa, evitando la sconfitta con il modesto Spartak Mosca) e Stefano Pioli ha portato il Milan a continuare sulla scia del sorprendente campionato dell'anno scorso, pur con l'aggravante di una Champions League fin qui disastrosa, gli altri colleghi si sono trovati di fronte problemi più grandi del previsto.

Maurizio Sarri, ad esempio, sembra aver perso il suo tocco magico e la Lazio sta alternando partite ottime, come quella disputata contro l'Inter o nel derby, a preoccupanti battute d'arresto. Si dice che "mister sigaretta" abbia bisogno di parecchio tempo per trasformare una squadra in una creatura splendida, come il suo Napoli del triennio 2015-2018 (peraltro concluso senza vincere alcun trofeo), ma in Italia la pazienza dei presidenti è spesso molto limitata e l'aver a che fare con uno come Lotito potrebbe acuire ancora di più questo aspetto.

Ma sono soprattutto tre, i Mister che si ritrovano in questo momento a camminare su un sottilissimo filo di equilibrio, rischiando di cadere nella buia valle delle feroci critiche in caso si ulteriori passa falsi: José Mourinho, Max Allegri e Simone Inzaghi, a capo delle panchine rispettivaente di Roma, Juventus ed Inter. Tre storie diverse, ma una profonda analogia comune: l'aver già bruciato ormai tutti i jolly a disposizione.

L'ex tecnico del triplete interista, aveva cominciato alla grande la stagione, trascinando la Roma in testa alla classifica e regalando alla squadra quella scossa vincente nella mentalità che forse aveva rappresentato il vero tallone d'achille negli anni passati. Tuttavia, alle prime difficoltà, i giallorossi si sono sciolti inaspettatamente come neve al sole e l'effetto benefico portato dal portoghese sembra essere svanito nel nulla alla velocità della luce.

La disfatta (6-1) rimediata in Norvegia dai semi-dilettanti del Bodo Glimt in Conference League, ha acuito i malumori dell'ambiente, con il tecnico che si è apertamente scagliato contro una buona metà della rosa, giudicandola pubblicamente non all'altezza. In realtà lo special one non è nuovo a questi tentativi di spronare i propri uomini, già visti nelle parentesi precedenti con l'Inter e con il Tottenham, capaci tuttavia di condurre a risultati molto diversi tra loro.

La sensazione è che un'ulteriore brutta prestazione nel big match col Napoli potrebbe coincidere con l'inizio di un calvario non indifferente per Mourinho e la Roma, soprattutto alla luce del fatto che i nuovi sceicchi proprietari del Newcastle sembrano aver messo gli occhi proprio addosso al portoghese per dare il via ufficialmente al loro nuovo progetto. Un'eventuale condanna anticipata agli zeru tituli potrebbe indurre l'allenatore lusitano a rassegnare clamorose dimissioni, orientate ad un nuovo impiego in Premier League?

Se la passano leggermente meglio, ma non troppo, i due avversari della super sfida che si terrà a San Siro domani sera, tra Inter e Juventus. Inzaghi si ritrova ancora in linea di galleggiamento sia in campionato che in Champions League, ma una piazza facile ad abbandonarsi ai malumori, come quella nerazzurra, difficilmente tollererà un'eventuale una sconfitta contro la Juventus di Max Allegri, che dal canto suo, dopo una partenza shock, si trova già nella situazione di non poter più sbagliare nemmeno un colpo.

Una giornata al cardiopalma, come nelle migliori tradizoni di questo periodo dell'anno, dove le lune di miele sono ormai terminate per tutti e i primi nodi cominciano a venire al pettine. Chi saprà camminare sopra i fili scoperti dell'alta tensione senza rimanere folgorato?

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