Dite la verità: quante volte abbiamo invidiato ai cittadini milanesi la festa di Sant'Ambrogio? E non solo per gli spettacoli messi in scena lungo le vie del capoluogo lombardo e gli eventi ad essa associati, ma anche per la sua particolare collocazione all'interno del calendario, il 7 dicembre, che permette di attaccare la festa a quella del giorno successivo (Immacolata concezione) e di godersi già un piccolo anticipo di Natale.

Ma quello che probabilmente non sapete (beati voi) è che, nel suo piccolo, anche la cittadina nella quale risiedo ormai da quasi vent'anni può vantare una condizione simile: la festa patronale ricade il primo di giugno, giorno antecedente alle celebrazioni della nascita della Repubblica Italiana, e la cosa spesso crea le condizioni per un piccolo ponte di fine Primavera. In questa sorta di ideale gemellaggio tra i due comuni, ci siamo detti, perché non trascorrere l'intera giornata proprio a Milano?

_{Piazza Gae Aulenti, sulla destra il grattacielo Unicredit, il più alto d'Italia. Foto di proprietà dell'autore}

E così, assorbita la levataccia e armati di zainetti, acqua, snack e panini, eccoci puntuali alla stazione di Vercelli per il regionale delle otto meno dieci, che in poco più di cinquanta minuti ci avrebbe condotto alla stazione di Porta Garibaldi, la più trafficata, a livello di pendolari della città. Rispetto a quella centrale, Porta Garibaldi possiede un vantaggio non da poco, dato che si trova adiacente alla bellissima Piazza Gae Aulenti, interamente pedonale e sopraelevata di sei metri rispetto al resto delle vie che la circondano.

Lo spazio è compreso tra edifici altissimi, negozi di marchi famosi e attraversato da fontane e laghetti artificiali. Camminando di qualche passo, sulla sinistra, è possibile scorgere le torri del cosiddetto Bosco verticale, adornate da circa duemila specie di alberi e piante, ma soprattutto imbattersi nella BAM (Biblioteca degli Alberi di Milano) uno spettacolare giardino botanico nel quale ci siamo fermati a consumare le nostre colazioni.

Per spostarsi rapidamente tra un punto e l'altro della città, è naturalmente posisbile sfruttare la capillare rete di mezzi pubblici, ma a noi piace camminare, anche perché solo così si riesce ad imbattersi in particolarità che altrimenti rischierebbero di essere ignorate. Man mano che ci si avvicina alle attrazioni del centro, il numero di turisti, che siano essi in gruppi organizzati o in viaggi auto-gestiti, aumenta a dismisura.

Per raggiungere la Galleria Vittorio Emanuele II, icona commerciale adiacente al Duomo e trasformata negli anni da zona criticata per la sua architettura non propriamente incantevole in luogo cult della movida milanese, passiamo davanti alla Pincoteca di Brera, per la quale ci limitiamo a visitare il cortile interno. Purtroppo il limitato tempo a disposizione non ci permette di dedicarci anche ai musei, cosa che ci siamo ripromessi di fare in un prossimo secondo giro.

All'ingresso della galleria, e soprattutto al centro di essa, dove si incrociano le quattro vie d'accesso ed è riportato sul pavimento lo stemma della città di Milano, si sgomita per un angolino libero, nel quale farsi immortalare da amici e parenti. Dopo aver assolto anche noi a questo rito, l'attraversiamo buttando un occhio qua e là ai vari marchi presenti, notando tra gli altri il ristorante del famoso chef, Carlo Cracco.

Tra vigili in divisa che concedono con grande gentilezza selfie ai turisti, nemmeno fossero dei VIP usciti da Hollywood, e il passaggio di una coppia di sposi, eccoci arrivati al Duomo, probabilmente l'elemento più caratterizzante dell'intera città. Qui è ancora tutto come sempre, compresa la Madunina in rame dorato posta sulla guglia più alta, i piccioni che si avvicinano alle mani dei turisti per mangiare e le lunghe code per visitane l'interno.

Ci spostiamo di qualche centinaio di metri, raggiungendo Piazza Diaz, per assaggiare le creazioni di colui che è diventato forse il pasticcere più famoso d'Italia, Iginio Massari. All'interno del locale , confusione a parte, sembra di essere entrati in un altro mondo, dato che i dolci sono esposti con professionalità unica e solo dai colori, i profumi e dalle descrizioni degli stessi, diventa impossibile resistere.

_{I dolci di Iginio Massari, foto di proprietà dell'autore}

Per i milanesi il primo di giugno è una giornata qualunque e di conseguenza la coda alla cassa è accettabile, anche se al momento dei prezzi si rischia il coccolone: sedici euro per le due specialità che vedete nella foto, la prima lampone, cioccolato bianco e vaniglia, la seconda base croccante ai frutti tropicali e ripieno al pistacchio. Ogni forchettata costa circa due euro, ma il sapore è davvero incredibile, un esplosione di gusti perfettamente equilibrati.

Dopo aver dato il nostro contributo alla nuova villa al mare di Iginio, si fanno quasi le undici e trenta, ovvero il momento di avvicnarsi a Piazza Beccaria, luogo della nostra prenotazione per la visita al negozio, con annessa experience ambientale, della serie TV Stanger Things. L'accesso al locale (messo su proprio da Netflix in alcune città del mondo), che ricrea fedelmente le ambientazioni della storia, è gratuito, ma a differenza di mia moglie, che ne ha seguito tutte le stagioni, non conoscendo nemmeno il nome dei personaggi mi ritrovo come un pesce fuor d'acqua.

_{Una delle ambientazioni ricreate presso il locale della Serie TV, Stranger Things. Foto di proprietà dell'autore}

Scatto foto a tutto, compreso muri, biciclette, divani, telefoni, finti locali scolastici e accetto le offerte del personale di farci immortalare nei vari angoli di scena, ma a parte apprezzare lo stile anni ottanta, non riesco ovviamente a cogliere la fedeltà con l'originale, che mi viene detto essere altissima.

Se non altro, al piano inferiore, lo shop nasconde un paio di salette divertenti anche per chi non ha troppa familiarità con la serie, specialmente quella con i videogiochi cabinati anni '80, come Pac-Man e Galaga, utilizzabili gratuitamente e senza limiti, e quella in cui è possibile ricreare la scena dell'uccisione del mostro protagonista della storia.

Per non rendere chilometrico il post, il resto della giornata, se avrete la bontà di seguirmi, lo rimandiamo a domani.

_{Una vista da dietro del Duomo, con l'inconfondibile statua della Madunina. Foto di proprietà dell'autore}

Nel prossimo episodio:

• Il Castello Sforzesco
• Pranzo al Parco Sempione
• I Navigli
• Aperitivo in Paolo Sarpi (Chinatown)
• La Stazione Centrale

Statemi bene, alla prossima!