Liberi da Max, ma il suo orgoglio gobbo ci mancherà - Free of Max, but his 'Juventus pride' will be missed [Multilanguage]

MACIGNI NELLE SCARPE

Anche dopo l'insperata vittoria della quindicesima Coppa Italia della sua storia, ottenuta ieri sera dalla Juventus sul prato dell'Olimpico contro la favoritissima Atalanta, non ho cambiato idea, tecnicamente parlando, sull'allenatore più vincente (cinque successi) della seconda competizione italiana per importanza, identikit che risponde al nome di Max Allegri da Livorno.

In tre anni Acciughina non è riuscito a migliorare tecnicamente la squadra, anzi, molti giocatori si sono paurosamente "imbrocchiti". I giovani, di cui si parla tanto, sono stati mandati in campo solo quando non esistevano alternative accettabili al loro impiego, a causa dei sempre troppi infortuni che, come da copione, hanno falcidiato una volta in più una delle sue rose.

La condizione atletica del gruppo non è stata quasi mai all'altezza, pur in un'annata trascorsa senza competizioni europee e di conseguenza con la possibilità di allenarsi in maniera ottimale in settimana. Se parliamo di qualità del gioco poi, Max non è riuscito in tre anni a concepire un qualcosa di diverso dalla difesa ad oltranza della porta, affidando all'estemporaneo guizzo vincente le speranze di portare a casa la partita.

_{Federico Chiesa, Kirill Venediktov, CC BY-SA 3.0 GFDL, da Wikimedia Commons}

La palese mancanza di idee in mezzo al campo, si è poi unita con la condizione mentale fragilissima dei giocatori. Non appena l'Inter ha messo il turbo, lasciando progressivamente sempre più indietro la Signora, il gruppo è crollato a livello di motivazioni (prova ne è un girone di ritorno da dodicesimo posto), incapace di tarare in modo diverso gli obiettivi e di trarre linfa vitale dal raggiungimento del quarto posto, da sempre sventolato dall'allenatore come traguardo massimo stagionale.

Tutto ciò descrive il quadro di una stagione, per usare un eufemismo, deludente, addolcita, ma solo un po', dalla vittoria in Coppa Italia (in fondo parliamo sempre di un trofeo che si vince in 5 partite), ma che se sommata alle due precedenti, addirittura disastrose, rendono bene l'idea del fallimento rappresentato dall' operazione "Allegri bis" in bianconero.

Però Max, che ad ore saluterà presumibilmente per sempre Torino (e credo anche il calcio professionistico di un certo livello) ha ricevuto dalla sorte un regalo da non sottovalutare, la possibilità di lasciare con una vittoria. E forse è giusto così, perché qui il discorso "tecnico" finisce, per lasciar spazio ai sentimenti. Non credevo che l'avrei mai detto, ma Allegri un po' mi mancherà.

_{L'interno dell'Allianz Stadium di Torino. Gabriele Barberis, CC BY-SA 3.0 IT, via Wikimedia Commons}

Intendiamoci, non lo vorrei più sulla panchina della "mia" squadra nemmeno se mi promettessero in cambio di iniziare tutte le prossime partite del campionato e della Champions League partendo da un vantaggio di 2-0, ma il vuoto lasciato dalla sua "juventinità" è qualcosa che difficilmente potrà essere colmato dal nuovo allenatore, che sia Thiago Motta, Antonio Conte o chi per loro.

Perché "il mister" è, pur con la palma di peggior allenatore della Serie A, (perdonatemi la parolaccia, ma serve per rendere l'idea) un cazzo di gobbo vero e fiero, come pochi ce ne sono stati su quella panchina. E in un periodo in cui la società si è disfatta di colonne portanti come Andrea Agnelli e Pavel Nedved, per sostituirle con "Zuzzurro" Ferrero e "Gaspare" Scanavino, la responsabilità di difendere il club per vicende calcistiche ed extra-calcistiche è stata scaricata tutta sulle sue spalle.

In un periodo in cui piovevano attacchi da tutte le parti, Allegri si è spesso ritrovato da solo a difendere l'onore del club e ieri sera, alla milionesima ingiustizia subita sul campo per il vergognoso arbitraggio di Maresca (solito rigore solare negato, nemmeno rivisto al VAR, e ormai ennesimo goal cancellato per fuorigioco millimetrico) è sbroccato come il più tamarro dei tifosi da bar.

_{Артем Гусев, CC BY-SA 3.0 GFDL, da Wikimedia Commons}

Allegri ieri ha più volte urlato in faccia al direttore di gara e al quarto uomo Mariani la sua indignazione per la direzione di gara, apparsa, tanto per cambiare, a senso unico, concludendo la serata con un inevitabile cartellino rosso, giacca e cravatta buttate con violenza sul prato dell'Olimpico e con le urla al microfono del bordocampista della TV, in caccia del disegnatore arbitrale, Gianluca Rocchi.

Una scenetta divertente, figlia probabilmente di troppe situazione taciute senza mai replicare o prendere posizione da parte della dirigenza. La Juventus merita la posizione che ha in classifica e anche senza i dati che sto per citarvi non credo avrebbe combinato molto di più, ma stiamo parlando dell'unica squadra della Serie A a non aver mai avuto un controllo VAR favorevole in stagione.

Di contro, sono una decina malcontati i goal annullati ai bianconeri in stagione dopo la revisione degli arbitri al monitor (il record è quello dei 3 goal annullati in 32 minuti nella partita contro la Fiorentina). Tutti o quasi per fuorigioco millimetrico, di un fotogramma, decisi cioè dall'operatore VAR che deve selezionare l'esatto frame di partenza del pallone. Di sicuro la squadra più sfortunata del mondo.

_{A sinistra: l'immagine del goal del potenziale 2-0 annullato ieri sera a Vlahovic, per una posizione di fuorigioco della punta del ginocchio.
A destra, il fallo da rigore, non fischiato, di Hien (già ammonito) su Vlahovic.
Screenshot da immagini TV}

E quello di Allegri, la cui separazione ufficiale con la Juventus dovrebbe avvenire in serata, è sembrato avere tutti i crismi del gesto di chi, non avendo più nulla da perdere, compresi lacci e lacciuoli societari che gli hanno impedito di lamentarsi, ha potuto finalmente esprimere tutto il suo disappunto, senza freni né filtri.

Tra un paio di mesi partirà ufficialmente una nuova era, con un allenatore che finalmente, almeno questa è la speranza, non ci farà passare la voglia di vedere le partite. Dovrà tuttavia verosimilmente imparare in fretta cosa vuol dire essere juventino fino al midollo, e questo, meglio di Max, pochi lo possono insegnare.

Statemi bene, alla prossima!

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