Le plusvalenze solitarie: ovvero, come colpirne uno per educarne cento

in Italy2 years ago

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Foto di Mohamed Hassan da Pixabay - Free to use

EVVIVA IL SENTIMENTO POPOLARE

A volte mi sorprendo ancora di quanto, pur membro del club degli -anta da un pezzo, io riesca ad essere ingenuo. Se qualcuno mi avesse chiesto una previsione sulla sentenza della Corte d'Appello Federale, in relazione all'eventuale riapertura del caso plusvalenze che coinvolgeva la Juventus e altre otto società, avrei risposto senza dubitare che il tutto si sarebbe sciolto nell'ennesima bolla di sapone.

Avrei motivato la mia opinione su basi giuridiche certe, come i due gradi di giudizio già trascorsi, che avevano chiuso il processo assolvendo le società chiamate in causa, e invocato uno dei principi cardine della giurisprudenza, il ne bis in idem, che sostiene fin dai tempi dei romani come non si possa essere giudicati due volte su un medesimo presunto reato.

Ma non solo, perché mi sarei appoggiato anche a tutte le sentenze precedenti sulla materia delle plusvalenze, che sebbene oggi si faccia finta di dimenticare, hanno coinvolto in passato diverse grandi società italiane. In esse, si ribadiva chiaramente come non esistano criteri oggettivi per stabilire il prezzo di un giocatore, fissato, come in ogni compravendita, dall'accordo tra venditore e acquirente.

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Sergio Leone, public domain image

Si tratta di artifici contabili, che più volte hanno visto valutare decine di milioni brocchi patentati, quando non direttamente giovani delle formazioni primavera, scambiati dalle società per mettere subito a bilancio le entrate e dilazionare nel tempo le passività.

D'ora in avanti, autorizzerò chiunque mi senta vantare capacità di lettura anticipata delle situazioni, a mandarmi tranquillamente a quel paese. Il clamore mediatico che si era sollevato sulla vicenda fin dalla pausa per i mondiali, avrebbe dovuto farmi sospettare che questa volta le cose non si sarebbero risolte a tarallucci e vino come sempre: parafrasando il grande Sergio Leone, quando la stampa riceve l'ordine di affossare qualcuno, quel qualcuno è un uomo morto.

E così, la Juventus è stata condannata a quindici punti di penalizzazione, da scontare nell'attuale classifica del campionato di Serie A, che ora vede i bianconeri scivolati al decimo posto, a ben dodici lunghezze dalla zona Europa. Ne beneficeranno naturalmente le dirette concorrenti, Inter e Milan, ma soprattutto chi era più indietro in classifica, come le due squadre della capitale. Coincidenze.

Ma la cosa più divertente non è nemmeno che con questa sentenza, presa dopo un dibattimento durato poche ore e adesso inappellabile nel merito ma solo nella forma, i giudici abbiano quasi raddoppiato l'iniziale richiesta dell'accusa, che aveva richiesto per i bianconeri nove punti di penalizzazione, ma che per tutte la altre società coinvolte siano valsi esattamente gli stessi criteri di giudizio visti in primo e secondo grado, arrivando al proscioglimento.

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La dirigenza della Juventus nel 1997, Public domain image

Serviva il sangue del mostro e si sono lasciate andare le vergini. Detto in altre parole, secondo quanto sarebbe emerso, la Juventus faceva queste plusvalenze da sola. Viene confermato che non esistono criteri oggettivi per valutare un giocatore, ma per i bianconeri, sì. Un po' come essere condannati per furto in un negozio senza merci o per guida in stato di ebbrezza mentre si sta dormendo, un vero e proprio aborto giuridico.

Nel 2006 si condannò la società per aver condizionato i campionati, ma vennero assolti tutti gli arbitri stabilendo come nessun risultato fosse alterato; oggi la si dichiara rea di aver approfittato del sistema, iper-valutando giocatori scambiati con altre società, che tuttavia risultano innocenti per il medesimo capo d'accusa, mai peraltro codificato dal codice di giustizia sportiva.

Farebbe già abbastanza ridere così, ma voglio ancora sperare che nelle motivazioni, attese tra dieci giorni, i giudici estraggano il classico coniglio dal cilindro per convincere gli scettici, come il sottoscritto, che effettivamente la società andasse punita.

Se così sarà, da sportivo, non potrò che accettarlo, e prendermela con quei dirigenti disonesti e fessi da farsi beccare con le mani nella marmellata, ma fino a quel momento permettetemi di nutrire enormi dubbi e di credere di trovarci per l'ennesima volta di fronte ad una situazione codificata già in tempi antichi:

Unum castigabis, centum emendabis

Colpirne uno, per educarne cento. Solo che quell'uno è sempre lo stesso.

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E gli arbitri finiscono sempre per uscirsene pulitamente.

Qua ad uscire puliti sono sempre tutti, tranne il solito capro espiatorio 😉

Però consentimi....e NON parlo da tifoso.
Se oggi entro in un negozio per rapinarlo e mi beccano, il fatto di dire che altri ladri abbiano svaligiato il negozio accanto rende meno grave il mio gesto?
Il fatto di essere, eventualmente, in buona compagnia depenalizza il reato?

Non è questo il punto, le plusvalenze non sono mai state codificate dal codice di giustizia sportiva. Tutti i procedimenti precedenti, esempio Milan e Inter nel 2004, sono finiti con assoluzione piena proprio perché è impossibile stabilire un valore oggettivo di un calciatore. L'esempio che hai fatto non è propriamente calzante. Avresti dovuto chiedermi, se per i ladri del negozio affianco il giudice ha stabilito che il furto non è reato, perché con me si comporta in maniera diversa?

Infatti, ripeto, se è reato per me che ho rubato in questo negozio lo deve essere anche per chi ruba in quello accanto.
Se non lo fosse per quello accanto sarebbe un errore che però in nessuna maniera giustifica il mio gesto.

Se non è reato significa che è lecito. Il problema è che qui ciò che è sempre stato lecito è diventato di colpo illecito giusto per punire il nemico comune, ma non illecito per tutti, solo per uno.

After the World Cup there were a lot of different talks and discussion about the football and players and also the managements of the FC. It was interesting to learn about Juventus and the punishment that they received. I read that it could be appealed, the question is if there will be appeal and if that will revoke the decision.

Hi Stef! Juventus will appeal to the Italian Olympic Committee, which, however, will not be able to change the ruling issued, but only confirm it or annul it if it finds irregular elements in the process.
Probably then, Juventus will make another appeal to ordinary justice or to the European Court.

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