Juve-Inter, al contrario

Su diciotto big match giocati, da quando Massimiliano Allegri è tornato a vestire i panni di allenatore della Juventus, quello disputato ieri sera all'Allianz Stadium contro l'Inter è stato il primo concluso con i tre punti ad arricchire la classifica della Signora. Un bottino tristemente misero, ma che è bastato per far riprendere fiato alle trombe di chi da sempre si è iscritto al club dei difensori dell'allenatore livornese.

La Juventus, che occorre ricordare essere fresca di eliminazione in Champions League (unica squadra italiana a non aver superato il proprio girone della competizione più importante), dove ha raccolto una vittoria e cinque sconfitte in sei incontri, ha inanellato quattro successi di fila in campionato, capaci di restituire un minimo di ossigeno e credibilità alla propria classifica, ma al momento attuale appare ancora ben distante dal poter cullare sogni di gloria.

Il 2-0 rifilato agli acerrimi rivali dell'Inter ha fatto giustamente rinascere un briciolo di entusiasmo intorno alla squadra, ma se guardato con occhi più attenti non può che far accorgere di come le cose, in casa bianconera, non siano poi cambiate di molto. Madama ha vinto e mantenuto la porta inviolata, ma molto del suo successo lo deve alla scarsa vena degli attaccanti nerazzurri, capaci di divorarsi almeno tre nitide occasioni da rete.

Il calcio è questo, e spesso punisce le formazioni non in grado di tradurre in punteggio la propria superiorità. L'anno scorso la Juventus giocò una partita gagliarda, schiacciando l'Inter nella propria metà campo, ma usci sconfitta per 1-0 (grazie anche alla fiscalità selettiva del solito Irrati di Firenze) ed evidentemente la bilancia della sorte ha deciso di restituire ieri quei grammi di disavanzo ai torinesi.

Se anche uno solo tra Lautaro Martinez, Dzeko o Dumfries avesse spedito alle spalle di Szczesny le colossali palle goal capitate tra i loro piedi (o sulla testa, nel caso dell'attaccante bosniaco) nella prima metà dell'incontro, forse oggi parleremmo di una partita diversa. Certo i bianconeri avrebbero ancora potuto rimontare, ma a giudicare dai precedenti della squadra e alla facilità con la quale il gruppo riesce a cadere in depressione alle prime difficoltà, risulta difficile ipotizzare un finale simile a quello ratificato dal triplice fischio di Doveri.

Ma chi sostiene che ragionare per ipotesi sia piuttosto inutile, ha tutto sommato ragione. Allegri e i suoi hanno portato a casa una partita difficile, mantenendo ancora una volta la porta inviolata e confermandosi come miglior difesa del campionato. L'iniezione di fiducia potrebbe risultare determinante per chiudere bene la prima parte di stagione e presentarsi a gennaio ad una distanza accettabile dalla vetta, ma soprattutto dal quarto posto.

Difficilmente questo gruppo potrà ambire a grandi traguardi, ma dopo aver passato mesi a sottolineare gli aspetti negativi, è giusto anche notare i piccoli passi in avanti. In primis, la condizione fisica, che appare decisamente migliorata. Una gamba che risponde prontamente agli stimoli del cervello infonde sicurezza ed autostima ai calciatori, che a differenza di qualche settimana fa ora cominciano a pensare di poter arrivare prima degli avversari sul pallone.

La partenza a rilento è sempre stata una caratteristica delle squadre di Allegri, ma nelle precedenti stagioni (tranne l'ultima, nella quale la squadra si è ritrovata in carenza d'ossigeno praticamente tutto l'anno) la quadra veniva trovata dopo una manciata di partite e non comportava grossi danni, come, ad esempio, l'eliminazione dalla Champions League.

Quest'anno il rischio è quello di essersi svegliati troppo tardi e di aver completamente sbagliato la preparazione. Essere ad un buon livello di forma a due partite dalla sosta per i mondiali non servirà a recuperare troppo terreno. C'è da giurare sul fatto che molte squadre resetteranno tutto tra dicembre e gennaio, al fine di presentarsi nuovamente al top della condizione per la seconda parte di stagione e che di conseguenza si sia perso per strada terreno non più recuperabile.

Ma forse la sosta servirà almeno per recuperare in maniera definitiva gli infortunati di lungo corso e, con tutto il materiale umano a disposizione, non poter più accampare nessuna scusa. Probabilmente solo nel 2023 capiremo davvero quanto in più del poco mostrato fin ora può valere questa squadra, fino a quel momento, inutile farsi illusioni.

_{Photo by John Hain, free to use (Pixabay)}

Szczesny 7,5 - Straordinario in un paio di interventi, arriva a mettere l'ultima pezza le volte in cui la retroguardia buca gli interventi di chiusura.
Danilo 7,5 - Nominato capitano a furor di popolo, per la sua leadership e l'abitudine a non risparmiare mai energie per la maglia. Autore di una partita incredibile dal punto di vista difensivo e dell'intensità, segna anche un goal, annullato dal solito cavillo trovato dal VAR nei confronti dei bianconeri.
Bremer 7 - Appena guarito da un infortunio muscolare e dalla febbre, che lo ha colpito in settimana, lascia comprendere quanto questa retroguardia abbia bisogno di lui, specialmente per l'affiatamento con gli altri due brasiliani della linea difensiva.
Alex Sandro 6,5 - A differenza delle abitudini non attacca troppo la profondità, ma regala una prestazione di grande attenzione dietro.
Cuadrado 5,5 - Piccoli miglioramenti, ma ancora molta svagatezza e lo spunto dei giorni migliori per saltare l'uomo che sembra andato per sempre.
Fagioli 7,5 - Sempre nel vivo dell'azione, gioca senza paura di infilarsi nel cuore della battaglia. Il secondo goal in due gare sugella il momento magico di uno dei sicuri affidatari del centrocampo bianconero in futuro.
Locatelli 6 - Non incide più di tanto, ma gestisce i palloni che gli capitano tra i piedi con buona lucidità.
Rabiot 6,5 - Il goal che sblocca la partita, di pregevole fattura, fa il paio con almeno sessanta minuti anonimi e un assist al contrario che poteva riaprire la gara.
Kostic 8 - Gioca un secondo tempo pazzesco, su e giù per la fascia, nel quale è imprendibile per tutti. Suoi gli assist per i due goal bianconeri e per il terzo, annullato a Danilo. Colpisce un palo clamoroso dopo un'azione solitaria, sfiorando il goal che avrebbe suggellato ancora di più una prestazione maiuscola.
Miretti 6,5 - Frenetico e impreciso nel primo tempo, migliora alla distanza, sintomo che di carattere questo ragazzo ne ha da vendere.
Milik 5 - Il ruolo del centravanti è il più sacrificato per le squadre di Allegri, e dopo un avvio spumeggiante il polacco sta regredendo sempre di più.

Chiesa 6 - Col PSG ha disputato venti minuti pieni di adrenalina, ieri ha mostrato quanto lunga sarà la strada per tornare ai vecchi livelli.
Di Maria 6 - Avrebbe tanta di quella classe da vendere, speriamo che dopo il mondiale decida di dedicarsi totalmente alla causa.

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