In fondo al tunnel la luce di un faro o di una candela?

Durante la sosta per gli impegni della nazionale, qualcuno ipotizzava come la Juventus avrebbe potuto beneficiare dal ritorno in patria momentaneo di molti dei suoi calciatori. Cambiare aria, anche solo per qualche giorno, e allontanarsi da un ambiente che aveva appena subito l'ultima batosta in quel di Monza, avrebbe potuto resettare parzialmente la testa dei protagonisti e restituirli al campionato con uno spirito decisamente migliore.

Difficile dire, a giochi fatti, quanta parte di verità si possa riconoscere in questa teoria, ma nella vittoria per 3-0 ottenuta contro il Bologna ieri sera all'Allianz Stadium, si può certamente affermare di aver rivisto, anche se solo parzialmente, la squadra che aveva incominciato la stagione schiacciando con lo stesso risultato il Sassuolo alla prima di campionato.

Niente di cui sentirsi troppo contenti, vista anche la situazione di classifica che relega Madama attualmente al settimo posto, a sette punti di distanza dalla coppia di testa, Napoli-Atalanta, e dietro a tutte le altre grandi (tranne l'Inter), ma una piccola scintilla di speranza, un lieve barlume che porti a credere che gli stracci volati nello spogliatoio dopo il gentile omaggio lasciato a Galliani e Berlusconi siano serviti a qualcosa.

Fatta l'opportuna tara all'avversario (il Bologna visto a Torino è sembrato davvero poca cosa) e al di là della manovra di gioco, nemmeno ieri sera troppo convincente, un dato di fatto che porti a sperare in un'inversione di tendenza appare innegabile: finalmente la squadra ha corso. Forse non per tutti e novanta i minuti, dato che negli ultimi venti, sul risultato acquisito, ci si è lasciati prendere dall'irrefrenabile voglia di tirare i remi in barca, ma rispetto alle ultime uscite la differenza è stata netta.

La Juve non si è accontentata del vantaggio, raggiunto poco dopo la metà del primo tempo grazie alla prima incursione vincente italiana di Kostic, ma ha continuato a mantenere il pallino del gioco, pressando alto nella metà campo avversaria e andando a recuperare quasi sempre il pallone. L'attacco a difesa schierata ha mostrato i soliti limiti, ma in compenso la squadra si è mossa bene in ripartenza, creando diversi pericoli oltre a due dei tre goal segnati.

Allegri ha scelto di affidare le chiavi del centrocampo al trio McKennie, Rabiot e Locatelli, tenendo a riposo, almeno inizialmente, i sudamericani Cuadrado e Paredes, e pur senza eccellere in particolari abilità, il filtro con la difesa ha retto in maniera soddisfacente. Il Bologna è riuscito a tirare in porta una sola volta nel corso di tutto il match, contro le sei dei padroni di casa: numeri non entusiasmanti, ma un primo passo per chi troppe volte li ha dovuti leggere con le mani tra i capelli.

Le punte sono andate tutte e tre a segno, seppure all'interno di una partita in cui non sempre capaci di effettuare le scelte migliori o di muoversi con intelligenza. L'intesa tra Vlahovic e Milik non sembra ancora al top, con il polacco spesso e volentieri portato ad accentrarsi e a pestarsi i piedi con il collega, ma più incline dell'ex Fiorentina ad indietreggiare di qualche metro per fungere da boa agli attacchi verso la porta avversaria.

Invertirli di posizione potrebbe diventare un'idea, affidando il centro a Milik e la possibilità di attaccare maggiormente gli spazi sulle fasce laterali ai due serbi. Del resto Vlahovic ha spesso giocato in profondità anche nella Fiorentina, dove segnava una valanga di goal, e forse sarebbe il caso di sfruttarne maggiormente le caratteristiche, per evitare che si deprima ancora di più.

Se la strada da percorrere per poter considerare la Juventus una delle protagoniste di questa stagione si rivelerà ancora lunga o meno, probabilmente ci verrà detto nei prossimi cinque giorni, quando i bianconeri si troveranno ad affrontare in rapida successione il Maccabi Haifa in Champions League e i campioni d'Italia del Milan per la nona giornata della Serie A.

Una possibile vittoria larga contro gli israeliani rimetterebbe in carreggiata la Signora anche in Europa, dove la situazione appare tuttavia già quasi irrimediabilmente compromessa, ma donerebbe soprattutto nuova linfa per la difficile partita di San Siro. Cinque giorni per comprendere se Allegri ha finalmente trovato la chiave di lettura della propria creatura dopo un anno e mezzo o se, come al momento appare più probabile, rimanga comunque destinato ad una precoce pensione all'ippodromo di Livorno.

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Pagelle

Szczesny 6 - Trascorre la serata praticamente da spettatore, ma riaverlo a guardia dei pali sembra donare maggiore sicurezza a tutto il reparto difensivo.
Danilo 6 - Grinta e caparbietà sono dalla sua, ma non chiedetegli di attaccare perché le cartucce migliori sono esaurite ormai da un pezzo.
Bremer 7 - Insuperabile quando gioca d'anticipo, sempre attento e mai nel panico a difesa schierata.
Bonucci 6,5 - Torna rinfrancato dalla nazionale, ma la serata non particolarmente impegnativa lo aiuta a non rischiare praticamente nulla.
Alex Sandro 6,5 - Propositivo come poche volte nelle ultime tre stagioni.
Mc Kennie 6 - Mastino alla Gattuso, senza tuttavia la grinta di Ringhio, mette a referto una prestazione senza infamia e senza lode. Che rispetto agli ultimi tempi è già un passo in avanti notevole.
Locatelli 5,5 - Si alterna in regia con Rabiot, gioca con tranquillità ma spesso sbaglia passaggi anche elementari.
Rabiot 6 - Molto meglio in fase di interdizione che di costruzione.
Kostic 6,5 - Bravo nell'occasione del goal, una spina nel fianco costante della retroguardia bolognese, ma per alzare davvero il livello della squadra deve ritrovare un po' di precisione nei passaggi.
Vlahovic 6 - Il goal lo salva dall'ennesima insufficienza stagionale. Troppo frenetico con la palla tra i piedi e parecchio impreciso anche quando gli capita di avere spazio.
Milik 6,5 - Pur in una serata non brillantissima, si mette a disposizione della squadra arretrando all'occorrenza e trovando un gran goal che chiude la partita.

Miretti 6,5 - Entra bene, come spesso gli capita, recuperando palloni e portandoli nella metà campo avversaria. Forse da subentrato patisce meno la pressione.
De Sciglio 5,5 - Gioca mezz'ora, ma quasi non te ne accorgi. Giocatore che può piacere solo ad uno come Allegri.
Cuadrado 5,5 - La solita prestazione poco brillante degli ultimi quindici mesi, nella quale la testa suggerisce una cosa, ma la gamba non è in grado di eseguire.
Paredes 5,5 - Entra per mettere ordine e amministrare il vantaggio, ma spesso crea più confusione che altro.
Kean 5 - Gli si legge in faccia che vorrebbe essere dappertutto tranne che dove si trova. L'ombra di quel ragazzino che a diciotto anni segnava a ripetizione sgomitando senza paura in mezzo alle difese della Serie A.

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