Il campionato ucraino continuerà in Italia? [#steemexclusive - #multilanguage]

in Italy2 years ago (edited)

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Photo by TVSEI, CC BY 3.0, attraverso Wikimedia Commons


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Quando un evento inaspettato di particolare gravità colpisce la quotidianità di tutti i giorni, anche il mondo dello sport ne viene di solito coinvolto. La guerra che si sta combattendo in questi giorni all'interno dei confini ucraini ha, come logico, fermato la ripresa del campionato di calcio locale, che sarebbe dovuto ricominciare alla fine dello scorso mese dopo la lunghissima pausa invernale, trascorsa dalle squadre tra la Spagna e la Turchia in richiamo della preparazione atletica.

Secondo quanto stabilito attualmente, il duello al vertice tra lo Shakhtar Donetsk del nostro Roberto De Zerbi e la Dinamo Kiev, diretta dall'esperto allenatore rumeno, Mircea Lucescu, non riprenderà per almeno altre quattro settimane: la federazione ucraina ha posticipato infatti altrettante giornate di campionato, considerando saggiamente impossibile in questo momento, pensare di riempire uno stadio con migliaia di persone per assistere ad un evento sportivo.

Naturalmente la speranza di tutti è che il conflitto termini presto e, dal lato sportivo, che il campionato possa riprendere il prima possibile per vedere la propria conclusione, magari mettendo in conto qualche straordinario estivo; tuttavia, anche se i colpi sparati dalle milizie russe non hanno per il momento danneggiato troppo le infrastrutture del Paese attaccato, la sensazione è che, almeno per questa stagione, parlare di calcio in Ucraina risulti francamente impossibile.

Naturalmente questa è solo l'ultima delle preoccupazioni che i concittadini (calciatori e sportivi compresi) dell'ex stella rossonera, Andrijj Shevchenko, si trovano costretti ad affrontare con un conflitto combattuto nei dintorni della capitale, ma fedeli al loro ruolo, le massime istituzioni dell'UEFA si stanno adoperando in queste ore per salvaguardare almeno l'impegno dei calciatori coinvolti nella Ukrainian Premier League.

Tra chi chiede a gran voce di svincolare tutti i giocatori impegnati nel Paese dell'Est Europa e chi invece propone solo la possibilità di un impego gratuito in un qualsiasi club fino al termine della stagione, si sta facendo largo una terza ipotesi piuttosto suggestiva, ma in grado di raccogliere parecchi consensi tra i diretti interessati: disputare le restanti giornate del torneo in un Paese straniero.

Polonia, Ungheria e Romania si sono già fatte avanti per ospitare nei loro stadi tutte le partite rimanenti del campionato ucraino, ma sorprendentemente anche l'Italia, per bocca del presidente federale, Gabriele Gravina, ha dichiarato di vedere con favore una possibilità simile, avanzando la candidatura del Belpaese.

La logica lascerebbe intendere che, qualora questa proposta si tramutasse in realtà, le partite delle squadre ucraine non verrebbero disputate nei principali stadi del Paese, già impegnati costantemente, a volte addirittura in relazione a due squadre, con le gare di campionato, Coppa Italia e con le sfide europee. Tuttavia, l'Italia, secondo il ragionamento di Gravina, oltre ai vari Meazza, Allianz Stadium e Olimpico, dispone anche di fantastici impianti di provincia, che fornirebbero una degna cornice ambientale al torneo ospitato.

L'idea può apparire forse insolita, ma sono certo che si rivelerebbe vincente. Pensare, ad esempio, ad uno stadio bellissimo come il Nereo Rocco di Trieste, gremito di venticinquemila spettatori per la gara del 16 aprile tra Shakhtar e Dinamo, o al piccolo gioiello di Frosinone, lo stadio Benito Stirpe, far da cornice per una delle sfide salvezza tra le ultime della classifica, rappresenterebbe qualcosa in grado di fornire un duplice effetto positivo.

Da un lato si porterebbero infatti sfide tra squadre di livello europeo anche in impianti ormai non più avvezzi al grande calcio, permettendo alle società coinvolte di generare buoni incassi con il coinvolgimento del pubblico locale, ma soprattutto si regalerebbe la possibilità al campionato ucraino di continuare, ai tanti connazionali delle squadre interessate, presenti sul nostro territorio, di assistere alle gare dei loro beniamini, e ai concittadini di Volodymyr Zelensky rimasti in patria, di poter godere almeno di un paio di ore di svago mentale alla settimana.

Il ruolo importantissimo svolto dello sport, e del calcio in particolare, sul morale delle persone, anche nelle situazioni più drammatiche, non è da sottovalutare. Piccole o medie città italiane potrebbero letteralmente adottare le realtà ucraine, dando vita a gemellaggi in grado di durare in futuro, una volta ritornata la pace, magari instaurando una specie di consuetudine che permetta di tornare a giocare qualche gara in Italia ogni anno. Non sempre siamo abituati ad ascoltare dalle massime istituzioni del pallone delle buone idee, quando ciò accade, non lasciamocele sfuggire.



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Non sono un grande tifoso di calcio, ma sono d'accordo con te, questo è lo sport che unisce le persone e addirittura le allontana dalla spiacevole realtà in cui viviamo oggi, è senza dubbio un rifugio in tempi così complicati, in fuga dalla realtà aiuto

Senz'altro, distrarre la mente è fondamentale nei momenti difficili 😉

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