Giorno 8 - Giocattoli e salsicce

18 LUGLIO

Di souvenir classici di Tirana, quali braccialetti, segnalibri, tazzine, quaderni, calamite e bandierine raffiguranti l'Aquila a due teste albanese, avevamo in qualche modo già fatto il pieno l'anno scorso. Ergo, arrivati al penultimo giorno di permanenza nella capitale, inutile cercare di sfidare ulteriormente le cerniere dei nostri già stracarichi bagagli a mano, specialmente in previsione degli ultimi giorni ancora da trascorrere al mare di Durazzo.

Tuttavia, esiste un piccolo negozietto di giocattoli usati, una botteguccia ricavata all'interno di un grande garage nei pressi del bazar, al cui richiamo non so proprio resistere. Al suo interno si trovano, sparsi senza un ordine logico su scaffali improvvisati, centinaia di giocattoli usati, di tutte le dimensioni, che il proprietario svende per al massimo 1 euro al pezzo.

L'anno scorso riuscii a portare a casa la miniatura di Mr. Peabody, il primo cane al mondo ad avere adottato un bambino, e quella della pastorella Masha del cartone "Masha e orso", popolare qualche anno fa tra i più piccoli prima di essere messo al bando come molte cose provenienti dalla Russia.

Non so se sia dovuto al fatto di non aver più rivisto il vecchio proprietario, un signore anziano molto simpatico, ma in questa visita non sono riuscito a trovare nemmeno un pezzo utile da aggiungere alla mia collezione. In fondo al negozio, tre uomini sulla quarantina hanno continuato a chiacchierare allegramente, ignorando la nostra presenza, e tutta la merce sembrava esposta con molta meno passione. Peccato.

Per pranzo abbiamo voluto provare un altro piccolo locale di cucina tradizionale, il "C'est la vie" posto anch'esso molto vicino alla via in cui si trova la "nostra" casa. Si tratta di una specie di self-service, nel quale si ordina passando con il vassoio davanti al mini bancone (i nostri cinque vassoio tutti insieme non ci stavano).

Due porzioni di lasagne, un riso con kofte (polpette), un riso con petto di pollo e un'insalatona mista, più due acque, ci sono costate circa 17 euro complessivi. Un po' più dispendioso che da Dorian, la botteguccia della nonnina provata il giorno prima, ma stiamo parlando pur sempre di cifre irrisorie, peraltro accompagnate da un trattamento da VIP.

Le gentilissime signore del locale ci hanno preparato il tavolo, aiutato i bambini a sistemarsi e accolti col sorriso dal primo istante all'ultimo. Non credo che dalle loro parti passino molti turisti, di solito più orientati, per comodità o pigrizia, ai locali del centro. Peccato, perché non sanno cosa si perdono.

_{Piazza Scanderbegh. Foto di proprietà dell'autore}

Dopo un bel pisolino tonificante (anche perché stare fuori di casa dalle due alle cinque, con temperatura costantemente soora i 35 gradi, rischia di essere un "suicidio") trascorriamo ancora il pomeriggio a spasso senza meta, alla ricerca di qualche angolo ombreggiato dove bere qualche bibita, comprata per 100 leke nei chioschetti sparsi un po' ovunque per la città.

Non è facilissimo trovarne, specialmente con panchine libere, ma allontanandosi un po' dal centro le possibilità crescono. Si cena scegliendo una griglieria in una zona di passeggio, ad un chilometro circa da Piazza Scanderbegh, con una ventina di salsiccette e patate fritte, per poi dedicare la parte più fresca della serata ad una nuova salita alla Piramide.

Il dolcetto comprato dal chioschetto posto proprio di fronte è la giusta ricompensa per le decine di gradini necessari da percorrere se si vuole salire in cima alla struttura e godersi l venticello fresco della sera.

_{Piazza Scanderbegh. Foto di proprietà dell'autore}

A domani

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