Giorno 5 - Caldo e cultura

Dell'argomento "caldo" ho già parlato a sufficienza nei precedenti post, pertanto vorrei evitare di annoiare chi ha la bontà di leggermi, ma credetemi, anche chi come me di solito ama il sole e lo ricerca per crogiolarsi sotto i suoi raggi, ieri ha patito davvero tanto.

Il termometro è arrivato a toccare i 39 gradi nelle ore più calde e vi lascio immaginare come ogni cosa da fare all'area aperta, con queste temperature, diventi particolarmente difficile. Anche raggiungere il vicino Museo di storia naturale, che l'anno scorso avevamo saltato e che per fortuna, almeno al piano più basso, era dotato di potente impianto di aria condizionata.

Ci arriviamo senza buona parte dei liquidi nel corpo, ma con l'entusiasmo di chi ha appena studiato molti degli argomenti trattati all'interno, cosa accaduta negli anni di scuola più recenti ai nostri pargoli. L'ingresso dovrebbe essere gratuito, ma alcuni passi all'interno una simpatica nonnina, vestita come una signora delle pulizie, ci chiede una fee di 50 centesimi a testa.

Infatti non esiste una biglietteria e credo che la signora stia li per arrotondare lo stipendio, probabilmente tollerata da chi gestisce il museo, aspettando i turisti del mattino. Anche se non parla una parola di inglese, le facciamo capire che conoscevamo la verità, ma che glieli davamo lo stesso volentieri, senza discutere. Speriamo ne abbia fatto buon uso e che le siano serviti per migliorare la sua giornata.

Il museo si estende in quattro grosse stanze, due per piano, e contiene un po' tutti gli animali della Terra, imbalsamati o riprodotti fedelmente tramite dei modellini. Si percepisce dalle attività proposte come lo stesso debba essere meta di numerose gite scolastiche. Tutto sommato un posto carino, dove trascorrere un paio d'ore, ma niente di paragonabile al museo "sorvegliato" da Ben Stiller a New York.

Il pranzo lo prendiamo lungo la via, in un chioschetto ancora non battuto nelle precedenti esperienze e la scelta si rivela vincente perché mangiamo i più buoni calzoni con pollo e patate finora mai provati in città. Sebbene non rimanga nei nostri circuiti abituali, ci torneremo sicuramente

E a proposito della Grande Mela, anche Tirana ha il suo Central Park. Per il pomeriggio ci spostiamo proprio al grande parco cittadino per vedere l'atmosfera che si respira quando il sole inizia a calare. Ci eravamo stati già altre due volte, l'anno scorso e pochi giorni fa, ma sempre di mattina o prime ore del pomeriggio e l'esperienza è completamente diversa.

Centinaia di persone, famiglie, coppiette, gruppi di amici, affollano il parco e soprattutto la passeggiata che attraversa il laghetto, in un'atmosfera davvero piacevole e romantica. Se dovessimo scegliere di tornare a Tirana anche in futuro, e facilmente sarà così, cercheremo una casa in questa zona, proprio per goderci le serate nel parco.

Per di più è in programma nel piccolo teatro all'aperto del parco uno spettacolo di costumi tradizionali, provenienti da vari Paesi. Incrociamo in sfilata quelli provenienti da Panama, che ci salutano tutti in maniera molto simpatica, ma non restiamo per l'esibizione, avendo in programma di tornare in centro per la cena.

_{Foto di proprietà dell'autore}

Avevamo visto su Google Maps un piccolo ristorantino tradizionale, imboscato in una delle vie centrali. Lo troviamo con un po' di fatica ma quando arriviamo lì davanti ci accorgiamo che è chiuso. Non so dire perché, ma me lo sentivo, e siccome si erano fatte già le nove, ci accontentiamo di qualche fetta di pizza e alcune crepes in uno dei chioschetti lì vicino.

La voglia di gelato prende il sopravvento, ma attenzione perché qui il gelato si paga a "palline". Ogni pallina, un euro, a meno che non scegliate gusti nuovi, perché così il prezzo lievita ad 1,50. Finiamo per spendere 9 euro per quattro gelati (mia moglie non ne aveva voglia quanto noi), non proprio a buon mercato, ma prezzi compatibili con quelli italiani.

A domani