Giorno 4 - Divine Intervention

Compatibilmente con lo status di vacanziero, che da definizione allenta le briglie su molti aspetti della vita quotidiana, anche qui proviamo a tenerci informati un minimo sulle cose che succedono nel mondo. Abbiamo così appreso dell'attentato subito dal probabile prossimo presidente degli Stati Uniti, Donald Trump.

La dinamica non sembra chiarissima, dato che molti giurano sul fatto che l'attentatore, pur segnalato alla polizia, abbia tranquillamente potuto fare fuoco contro Trump, prima di essere abbattuto. Una cosa tuttavia appare certa: il Tycoon sarebbe morto se, un istante prima dell'impatto con il proiettile, non avesse deciso di girare la testa verso destra.

Ognuno è libero di credere quello che vuole, ci mancherebbe, ma l'hashtag #divineintervention che circolava in rete ieri sera mi sembra decisamente condivisibile. La moglie, Melania, iniziava spesso i comizi del marito recitando un "Padre nostro", direi che il Padre la ha ascoltata.

Venendo alle cose albanesi, ci siamo interrogati in questi giorni se esistessero ancora zone di Tirana inesplorate e la risposta non poteva che essere affermativa. Mi fa un po' sorridere quando si sostiene che per visitare le grandi città bastino due o tre giorni; forse per il centro sarà così, ma si può davvero dire di conoscere una città senza essere usciti dalla zona centrale?

Un parente, dopo aver visto le foto sullo stato di Whatsapp, scrive a mia moglie consigliandole un paio di ristoranti. E' stato a Tirana per capodanno, ma per sua stessa ammissione non ha mai sconfinato oltre le vie strettamente legate alla movida per paura di eventuali rapine. Volete sapere quali erano questi due ristoranti? Uno appartenente ad una catena in franchising e l'altro una pizzeria italiana.

Niente di male, per carità, di certo si sarà mangiato benissimo anche lì, ma venire in Albania senza provare i byrek, il Tave Deu o qualche altra zuppa locale, ma soprattutto senza imbattersi nelle bottegucce al di fuori del centro, senza comprare un po' di frutta dagli ambulanti o senza bere un Dhalle, secondo il nostro modo di vedere le cose non ha molto senso.

Vicino allo stadio Air Albania (quello della finale di Conference League vinta dalla Roma nel 2022) c'è un centro commerciale Coin, posto su quattro piani.

_{Foto di proprietà dell'autore}

Ci accorgiamo dall'atmosfera che il tipo di clientela che si aspettano lì dentro è quella del Marriott Hotel, posto accanto allo stadio: tutto, dalle scarpe, ai vestiti, ai profumi è extralusso. Un esempio: frigorifero ultramoderno da 16mila euro, ma anche una tavoletta di cioccolata della Venchi alla modica cifra di 65 euro.

Tentiamo di vedere la città salendo al rooftop del quinto piano, ma l'ascensore ci riporta a terra, probabilmente poco d'accordo con il nostro status economico per permetterci di disturbare i "veri" clienti. Ovviamente si scherza, ci dicono che il piano è chiuso e va bene così, anche se il sospetto che per qualcuno venga aperto rimane.

E' il giorno della finale di Euro2024 e l'Eurovillage di piazza Scanderbegh brulica di attività fin dalle ore antecedenti all'evento. Mangiamo al volo da Capitol, una catena di fast food poco distante, e proviamo a giderci l'atmosfera. La situazione sembra tranquilla, almeno fino all'intervallo, quando gruppetti di tifosi si alzano per andare bere ed espletare funzioni corporee.

L'atmosfera sembra scaldarsi un pochino, si sentono rumori di bottiglie rotte accompagnate da grida esaltate e comprendiamo come sia meglio dedicare il resto della serata ad una tranquilla passeggiata.

Ad ogni angolo i locali hanno predisposto grandi schermi per i clienti, così che possiamo rimanere aggiornati sull'esito.

Dispiace per gli inglesi, da juventino so bene cosa significhi arrivare in finale e spesso perdere, ma la Spagna era indubbiamente la squadra più forte.

Il bello del calcio è questo, finita una battaglia, ne inizia un'altra e per ogni era allegriana che si chiude c'è sempre da aspettarsene una mottiana.

A domani