Fallisce un'altra assemblea in Lega Calcio: preparate le radioline! - Another meeting in the Lega Calcio fails: get your radios ready! [ITA-ENG]steemCreated with Sketch.

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DI QUESTO PASSO, NIENTE CALCIO IN TV

La radio è un strumento meraviglioso, al quale ho legato diversi ricordi dell'infanzia e dell'età più giovanile. Che per la sua invenzione si scelga di ringraziare Nikola Tesla o il nostro Guglielmo Marconi, questa scatola magica ha davvero cambiato la vita di intere generazioni, dapprima ponendosi come unico strumento di informazione e di intrattenimento, poi aiutando milioni di persone in tutto il mondo a trascorrere in maniera più leggera i vari momenti della giornata.

Se dovessi, a spanne, fare il conto di quante ore della mia vita ho trascorso ad ascoltare le voci da essa provenienti, credo che perderei il conto intorno ad alcune migliaia. Dalle varie trasmissioni che mi hanno fatto compagnia durante l'adolescenza e i primi compiti d'ufficio, sono passato a quelle ascoltate nei lunghi spostamenti per lavoro, fino ad arrivare ai più moderni podcast.

Infine, da non trascurare in questa particolare statistica, sono le domeniche pomeriggio, trascorse con l'orecchio incollato all'altoparlante della radiolina per scoprire, dalla voce dei vari Enrico Ameri, Sandro Ciotti e Alfredo Provenzali, se l'andamento della giornata di campionato potesse considerarsi soddisfacente o meno.

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Sandro Ciotti, Public domain image

Per il primo campionato di Serie A in TV infatti, si dovette aspettare il 1993, quando la voce di Massimo Marianella aprì una nuova era nel commentare in diretta le immagini di uno scialbo Lazio-Foggia, terminato a reti bianche. Da quel momento in poi, per i tifosi del pallone nulla fu più come prima: alla voce dei radiocronisti si sostituirono le decine di telecamere della Pay TV, e il calcio in radio diventò progressivamente un'eventualità alla quale ricorrere solo in casi eccezionali.

Eppure, in pieno terzo millennio, le cose potrebbero prendere presto a riguardo una piega decisamente inaspettata, oserei dire addirittura inimmaginabile soltanto pochi mesi fa: davanti a noi rimane una sola stagione certa di copertura televisiva del campionato, che a meno di, al momento poco probabili, colpi di scena, rischia addirittura di sparire dal piccolo schermo.

Della vicenda mi sono occupato più volte in questi mesi, ma la riassumerò di seguito in breve, per chi avesse perso qualche passaggio su cosa stia accadendo. I processi sportivi su commissione dell'UEFA, portati avanti nei confronti della Juventus, e la conseguente penalizzazione di dieci punti inflitta alla società bianconera, hanno falsato buona parte dei verdetti del campionato, scatenando una pioggia di disdetta alle Pay-Tv da parte di tifosi imbufaliti.

A dimostrazione del fatto che le migliori proteste non sono fatte con mazze e bastoni, ma colpendo direttamente i "portafogli", la perdita di interesse nei confronti del campionato di Serie A ha generato un netto calo di ascolti, e i due broadcaster, Dazn e Sky, si sono trovati di colpo costretti a fronteggiare ingenti perdite.

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Claudio Lotito, Quirinale.it, Attribution, via Wikimedia Commons

In questo scenario poco rassicurante per i propri conti, al momento di presentare le offerte per il quinquennio 2024-2029, le tre emittenti ancora interessate (Amazon e RAI non hanno nemmeno presentato la busta) si sono mantenute su cifre in grado di raggiungere neanche la metà del miliardo e duecento milioni preventivato come base d'asta.

Ma non basta, perché nemmeno le trattative private, affidate tra gli altri a vecchi "volponi" come Claudio Lotito e Aurelio De Laurentiis, hanno portato ad offerte soddisfacenti. Oggi pomeriggio, durante l'assemblea della Lega Calcio, si sono riaperte le buste per i nuovi pacchetti, riveduti e corretti in modo da renderli più appetibili, ma il risultato è stato il medesimo: nessuna offerta accettata.

Le TV del resto sono aziende, e come tali interessate al profitto: quale amministratore delegato, o altro membro di rappresentanza, darebbe il benestare all'investimento su un prodotto sportivo senza appeal e dall'aspetto semi-circense, come si è dimostrata l'ultima farsesca edizione della Serie A?

La sensazione è che pure nel terzo tentativo, fissato per il 14 luglio, le parti non si muoveranno di molto e sebbene da tempo si parli, come ultima ratio, della realizzazione di un canale amministrato dalla Lega Calcio per la commercializzazione diretta dei diritti televisivi, la cosa appare ancora in alto mare e tecnicamente di difficile realizzazione per gli alti costi che si dovrebbero sostenere.

Prima del ritorno definitivo alla radiolina per seguire le vicende delle nostre squadre del cuore sembra mancare poco tempo e, a questo punto, a Gravina e soci rimane un'unica disperata mossa: scommettiamo che l'anno prossimo la Juventus, nel dubbio, verrà favorita dalle decisioni arbitrali, nella speranza che, nonostante la conferma di Allegri, i bianconeri possano tornare a lottare per il titolo e riavvicinare un po' dei tifosi al prodotto?

Statemi bene, alla prossima!

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AT THIS RATE, NO FOOTBALL ON TV

The radio is a marvellous instrument, to which I have linked several memories from my childhood and younger years. Whether one chooses to thank Nikola Tesla or our very own Guglielmo Marconi for its invention, this magic box has truly changed the lives of entire generations, first by serving as the only means of information and entertainment, and then by helping millions of people around the world to spend lighter moments of the day.

If I had to, roughly, count how many hours of my life I have spent listening to the voices coming from it, I think I would lose count around a few thousand. From the various broadcasts that kept me company during my teenage years and early office duties, I have moved on to those listened to on long commutes to work, and on to the more modern podcasts.

Finally, not to be overlooked in this particular statistic, are the Sunday afternoons, spent with my ear glued to the loudspeaker of the little radio to find out, from the voices of the various Enrico Ameri, Sandro Ciotti and Alfredo Provenzali, whether the progress of the day's championship could be considered satisfactory or not.

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Sandro Ciotti, Public domain image

For the first Serie A championship on TV, in fact, we had to wait until 1993, when the voice of Massimo Marianella opened a new era in live commentary on the images of a dull Lazio-Foggia, which ended in a white score. From then on, for football fans nothing was the same as before: the voice of the radio commentators was replaced by the dozens of cameras of Pay TV, and football on the radio gradually became an eventuality to be resorted to only in exceptional cases.

And yet, in the midst of the third millennium, things could soon take a decidedly unexpected turn in this regard, dare I say it even unimaginable only a few months ago: in front of us there remains only one certain season of television coverage of the championship, which, barring, at the moment unlikely, twists and turns, risks even disappearing from the small screen.

I have dealt with the affair several times in recent months, but I will summarise it briefly below, for those who have missed a few passages on what is happening. The UEFA-commissioned sports trials brought against Juventus, and the resulting ten-point penalty imposed on the Bianconeri, have distorted a large part of the championship verdicts, triggering a flood of pay-TV cancellations by angry fans.

Demonstrating that the best protests are not made with clubs and sticks, but by directly hitting 'wallets', the loss of interest in the Serie A championship has generated a sharp drop in ratings, and the two broadcasters, Dazn and Sky, have suddenly found themselves forced to deal with huge losses.

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Claudio Lotito, Quirinale.it, Attribution, via Wikimedia Commons

In this scenario of little reassurance for their own accounts, when it came to submitting their bids for the five-year period 2024-2029, the three broadcasters still interested (Amazon and RAI did not even submit an envelope) stuck to figures that could not even reach half of the 1.2 billion budgeted as the auction base.

But that's not enough, because not even private negotiations, entrusted among others to old 'foxes' like Claudio Lotito and Aurelio De Laurentiis, led to satisfactory offers. This afternoon, during the Lega Calcio assembly, the envelopes were reopened for the new packages, revised and corrected to make them more attractive, but the result was the same: no offer accepted.

TVs, after all, are companies, and as such are interested in profit: what CEO, or other representative, would give the go-ahead to invest in a sports product with no appeal and a semi-circus appearance, as the last farcical edition of the Serie A proved to be?

The feeling is that even in the third attempt, set for 14 July, the parties will not move much and although there has been talk for some time, as a last resort, of the creation of a channel administered by the Lega Calcio for the direct marketing of television rights, the thing still appears to be on the high seas and technically difficult to realise due to the high costs that would have to be sustained.

Before the definitive return to the little radio to follow the events of our favourite teams, there seems to be little time left and, at this point, Gravina and partners are left with only one desperate move: let's bet that next year Juventus, in doubt, will be favoured by refereeing decisions, in the hope that, despite the confirmation of Allegri, the Bianconeri can return to fight for the title and bring some fans back to the product?

Stay safe, see you next time!

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