Basta un Pasalic qualunque - Any Pasalic is enough [Multilanguage]

"Il re è nudo". Questa è la frase pronunciata da un bambino, all'interno della fiaba di Andersen, "I vestito nuovi dell'imperatore", al momento del passaggio del sovrano, raggirato dal fantomatico venditore di stoffe. E' tutt'oggi utilizzata come metafora per indicare una situazione evidente agli occhi di tutti, ma che spesso nessuno ha il coraggio di affrontare pubblicamente.

Cosa c'entri questo incipit letterale con il resto degli argomenti trattati lo scopriremo tra poco, ma prima una premessa per chi avrà la bontà e la voglia di leggere oltre questo capoverso: in questo post andrò "a braccio". E' probabile che ne esca fuori un guazzabuglio senza un filo logico, quindi, se a disposizione non avete troppo tempo, il consiglio spassionato è di chiudere qui e di passare ad un altro qualsiasi degli eccellenti post che popolano questa community.

Ora che il giusto preambolo è finito nero su bianco, partiamo con un po' di numeri. Con il pareggio ottenuto con l'Atalanta ieri sera, nella gara interna dell'Allianz Stadium, la terza stagione "capolavoro" di Massimiliano Allegri, dal momento del suo sciagurato ritorno a Torino, è diventata peggiore di quella, tutt'altro che esaltante, dell'anno scorso.

_{L'allenatore della Juventus, Massimiliano Allegri. All-Pro Reels from District of Columbia, USA, CC BY-SA 2.0, da Wikimedia Commons}

La Juventus ha un punto in meno della sua versione omologa del passato campionato, con l'aggravante, di non avere nemmeno la distrazione delle coppe europee. Ha ancora una semifinale di Coppa Italia da disputare, esattamente come le era capitato l'anno scorso, ed esattamente come 12 mesi fa, finirà per essere eliminata al termine delle due partite. Ci scommetto tutte le monete d'oro custodite nella cassaforte di famiglia, insieme ai quadri di Van Gogh.

L'unica differenza è stato il periodo di buona forma, iniziato verso metà campionato nelle prime due stagioni di acciughina (ovvero quando la squadra era già fuori dai giochi scudetto e dalla Champions League), anticipato alla prima giornata del girone di andata nel 2023/24. Per il resto, stesse prestazioni imbarazzanti, idee sempre zero, stesse gambe tremolanti dei calciatori, uguale approccio sbagliato in quasi tutte le gare.

In poche parole, tre anni di imbarazzante nulla cosmico. Altri numeri, tanto per rendere più chiaro il quadro complessivo: nelle ultime sette partite la creatura del peggior allenatore d'Italia ha raccolto la miseria di sei punti. E senza il goal di Rugani, all'ultimo secondo di Juventus-Frosinone, sarebbero quattro, una media da retrocessione.

Il presunto vantaggio derivato dalla mancata partecipazione alle coppe, fondamentalmente non si è mai visto. La squadra non corre più delle altre, anzi, spesso patisce a livello fisico anche nei confronti di chi è stato impegnato poche ore prima in un impegno europeo, come capitato con l'Atalanta.

_{L'Allianz Stadium di Torino, forzaq8 from kuwait, kuwait, CC BY 2.0, da Wikimedia Commons}

Non esistono schemi sui calci piazzati, né i calciatori hanno quegli automatismi necessari che permettono di attaccare le difese schierate. Nel 90% delle azioni offensive, si passa la palla un numero infinito di volte al compagno più vicino, fino a quando, per disperazione, a qualcuno non viene in mente di provare il lancio e di riconsegnare così la palla agli avversari.

Avversari che, al contrario di quanto fanno tutti gli allenatori d'Europa delle prime tre serie, non vengono mai studiati. E la conferma la si è avuta proprio ieri, quando l'Atalanta ha trovato il goal del momentaneo vantaggio eseguendo uno schema successivo ad un calcio di punizione, che ha trovato completamente addormentata la difesa.

Umilianti le parole dell'atalantino Pasalic a riguardo: "di solito questo schema non riesce mai, perché gli avversari ci studiano". Gli avversari, tutti, tranne uno. Ormai siamo alle comiche: a Torino sono stati mandati via senza pensarci troppo allenatori che hanno vinto in Europa, come Dino Zoff, o portato a casa lo scudetto, come Maurizio Sarri.

_{Maurizio Sarri, ai tempi in cui era l'allenatore del Chelsea. Fars Media Corporation, CC BY 4.0, da Wikimedia Commons}

Lui no, incrollabile di fronte a qualsiasi fallimento, difeso pure da alcuni ultras della curva che gli hanno dedicato un apposito striscione (al contrario dei fischi del resto dello stadio). Ma il mondo del tifo più caldo, detto da chi per anni più in gioventù lo ha frequentato anche se in maniera mai troppo coinvolta, è molto sensibile a certe argomentazioni.

Come dire, con qualche biglietto gratis in più e la promessa di chiudere entrambi gli occhi su determinati "affari", uno striscione lo si dedicherebbero pure a sostenere la beatificazione di Saddam Hussein.

Vogliamo parlare delle dichiarazioni, all'indomani del pareggio con l'Atalanta? "Abbiamo guadagnato un punto sul Bologna." Una mediocrità talmente innata non solo da non aver mai spronato la squadra a credere di poter superare i propri limiti, parlando di quarto posto anche nelle poche ore trascorse in testa alla classifica, ma da prendere come punto di riferimento una provinciale, per quanto allenata mille volte meglio, come la squadra emiliana.

Tutto surreale, come questo post, che per fortuna termina qui.

Statemi bene, alla prossima!