Atalanta-Inter e tweet di contorno: l'essenza del nostro calcio [#Steemexclusive]

Davanti ai pochi fortunati del Gewiss Stadium di Bergamo, fissati in cinquemila unità in ossequio alle ultime deliranti disposizioni governative, che hanno ulteriormente limitato l'accesso alle manifestazioni sportive all'aperto nonostante i vari lasciapassare, ieri sera è andato in scena il big match tra Atalanta e Inter, valevole per la ventiduesima giornata dell'edizione 2021/22 della Serie A.

Come sosteneva Annibale Frossi, storico calciatore dell'Inter e dell'Italia ai tempi di Vittorio Pozzo, lo zero a zero si può considerare una sorta di risultato perfetto, in quanto espressione del totale equilibrio venutosi a creare in campo tra gli attacchi e le difese. A giudicare dalle prestazioni delle due squadre protagoniste dell'ultimo match della domenica, e dagli exploit dei relativi portieri, Musso e Handanovic, risulta difficile, almeno in questa occasione, non trovarsi d'accordo con la celebre ala destra occhialuta e con il suo pensiero in merito.

Il derby lombardo-nerazzurro si è concluso infatti con un nulla di fatto solo nel risultato, ma ha deliziato gli appassionati neutrali per la qualità del gioco espresso. Entrambe le rivali si sono viste recapitare sui piedi più di una palla per sbloccare il risultato e far propria la gara, ma la bontà degli interventi degli estremi difensori e l'imprecisione degli attaccanti hanno fatto in modo che le rispettive classifiche si muovessero soltanto di un punto.

Uno doppio zero che, contrariamente al valore assoluto della cifra neutra per eccellenza, ha racchiuso al proprio interno diverse considerazioni secondarie relative al nostro campionato, tanto da assumere le sembianze di una sorta di summa dell'intera stagione di Serie A. Obbligatorio partire dalle due squadre, ancora una volta capaci di dimostrare come la loro qualità di gioco possa considerarsi una spanna superiore alle altre rappresentanti del massimo torneo italiano.

Due formazioni espressioni di allenatori dalla mentalità offensiva e vincente, ma forse, e questo solo il tempo potrà confermarlo, ancora afflitti da qualche atavico problema. Se le bande dirette da Gian Piero Gasperini sono solite dare il meglio soltanto quando sollevate da qualsiasi aspettativa, quelle di Simone Inzaghi hanno più volte, nel corso degli anni, realizzato fasi centrali dei tornei con il piede a tavoletta sull'acceleratore, per poi calare fisicamente in Primavera.

Lo zero a zero di ieri può leggersi anche parzialmente a conferma di queste sensazioni, che i relativi condottieri dovranno dimostrarsi abili a smentire al più presto, per centrare gli obiettivi apparsi certi soltanto fino a pochi giorni fa (raggiungimento di uno dei primi quattro posti per l'Atalanta e vittoria di campionato, Coppa Italia e Champions League per l'Inter, da affiancare allo straordinario successo in Supercoppa).

Dal vaso di Pandora di Atalanta-Inter non poteva poi non uscire fuori l'ennesimo errore arbitrale piuttosto importante, come da italica consuetudine tuttavia, non in grado di catturare molto spazio tra le colonne dei giornali e nei salotti televisivi a tema, in quanto scevro dal coinvolgimento di quei colori che agitano le masse.

Il braccio largo di D'Ambrosio, reo di fermare il colpo di testa in area di Pasalic, è apparso piuttosto scomposto e con ogni probabilità sanzionabile con la massima punizione. Un calcio di rigore per l'Atalanta, a dieci minuti dalla fine, avrebbe potuto regalare un significato diverso alla gara (e chissà, forse anche all'intero campionato), ma dobbiamo rassegnarci al fatto che ciò che non vende, provocando lo sdegno dei lettori, non viene praticamente mai preso in considerazione.

A riprova di ciò è giunto infatti l'insolito tweet proveniente dall'account ufficiale del Napoli, che ci ha tenuto a complimentarsi con le due squadre, autrici di una partita, testuali parole, "fatta di calcio onesto e spettacolare". Tra i vari commenti ironici di chi ha invitato i responsabili della comunicazione del club campano a lasciar perdere gli alcolici, è tuttavia emersa un'interpretazione alle intenzioni di suddette parole, che sta raccogliendo sempre più consensi in queste ore.

Il messaggio, subito siglato dal presidente del club, Aurelio De Laurentiis, con un like, quasi a non voler lasciar dubbi sulla "sacralità" dello stesso, andrebbe letto come una stoccata agli eterni rivali (a senso unico) della Juventus (che passo dopo passo si stanno avvicinando sempre di più in classifica al club partenopeo), vittoriosi nell'ultimo turno 2-0 sull'Udinese dopo una partita che ha fatto registrare qualche episodio dubbio.

Preparare il terreno all'ennesimo alibi da dare in pasto ai tifosi in caso di altra stagione fallimentare, alla luce delle difficoltà fatte registrare negli ultimi tempi, non rappresenterebbe in effetti un qualcosa di nuovo per il re dei cinepanettoni, ma personalmente voglio credere che la motivazione di fronte a questa strana scelta comunicativa risulti diversa, e più orientata, come ipotizzato da qualcun altro, ad un'accurata ricerca di crescita delle interazioni sociali.

Anche perché, in caso contrario, il tutto lascerebbe presupporre come il buon Aurelio De Laurentiis abbia già dimenticato il braccio largo in area di Mertens, non sanzionato nell'ultimo Juventus-Napoli. Scusate la mia ingenuità, ma la cosa, alla luce della specchiata onestà intellettuale dimostrata dal suddetto personaggio negli anni, mi suona del tutto improbabile.

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