Allegri più importante di Platini, Del Piero e Ronaldo? - Allegri more important than Platini, Del Piero and Ronaldo?

in Italylast year

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Massimiliano Allegri, All-Pro Reels from District of Columbia, USA, CC BY-SA 2.0, attraverso Wikimedia Commons

RISCRIVERE LA STORIA

Secondo le ultime ricostruzioni giornalistiche, al termine della partita di Udine, vinta dalla Juventus per uno a zero contro i padroni di casa, il tecnico bianconero, Massimiliano Allegri, sarebbe andato nuovamente in escandescenza. I destinatari delle sue furie tuttavia, questa volta non sarebbero stati i calciatori e il loro scarso impegno sul campo, né le sacrosante lamentele di qualche tifoso sugli spalti, ma le immagini provenienti dallo Stadio Olimpico di Roma.

Il calcio di rigore a dir poco generoso concesso alla squadra di José Mourinho sul finale della partita con lo Spezia ha infatti permesso ai giallorossi di centrare l'aritmetica qualificazione in Europa League, proprio a danno della Signora (a parti invertite, per placare le sceneggiate del portoghese e della stampa sportiva non sarebbero bastati i Navy Seals) e l'allenatore livornese avrebbe, di fronte all'ennesimo obiettivo sfumato, inveito contro la propria società, incapace di farsi rispettare a livello "politico".

Prima di consegnare ad Acciughina il premio "Perspicacia dell'anno", dato che, a giudicare da quanto successo in questa stagione, la mancanza di peso da parte della dirigenza sabauda appare lapalissiana, occorrerebbe ricordare allo stesso che a Madama sarebbe bastato scendere in campo ad Empoli con uno spirito diverso, per poter centrare senza problemi quanto meno l'Europa di riserva.

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L'allenatore della Roma, José Mourinho.
Bendoni communication, CC BY-SA 3.0, via Wikimedia Commons

Chi è causa del suo mal pianga sé stesso, recita un nobile proverbio, che mi trova piuttosto d'accordo. Allegri, nonostante l'annata tragica, le penalizzazioni, le vessazioni arbitrali e il rigore farlocco segnato da Dybala, si sarebbe potuto ancora qualificare persino per la Champions League, vincendo le ultime tre partite, ma non è riuscito ad evitare che i suoi staccassero la spina, come se la questione fosse di poco conto, per poi lamentarsi di accadimenti esterni.

Va bene tutto, ma che l'allenatore del club più prestigioso d'Italia faccia la fine del già citato Mourinho, per il quale le "colpe" di una sconfitta sono sempre da ricercarsi in qualcun altro, siano essi arbitri, tifosi, dirigenti o più banalmente la Juve (è riuscito davvero ad incolpare il club bianconero di alcune mancate vittorie, pur giocando contro altre squadre) è una vergogna che, da tifoso, speravo di non dover mai sopportare.

Tra uno strillo e un'imprecazione in dialetto livornese, pare che a finire nel centro del mirino sia toccato in particolar modo al "povero" Francesco Calvo, Chief Football Officer del club, che avrà la brillantezza di un bradipo sveglio da una settimana, ma di certo non può accollarsi da solo compiti di rappresentanza nelle stanze dei bottoni, destinati a chi siede qualche fila di poltrone sopra di lui.

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L'ex presidente della Juventus, Andrea Agnelli.
Quirinale.it, Attribution, attraverso Wikimedia Commons

Non contento, nelle interviste dopo partita e in conferenza stampa, Acciughina ha nominato spesso Calvo, facendo comprendere, con tono sprezzante e ironico, come alcune delle decisioni che riguardano il prossimo futuro della Juventus debbano passare proprio da una figura come lui. Insomma, non proprio un attestato di stima.

In questo clima affatto idilliaco, dove in un primo momento si era pensatto che il redde rationem tra i due stesse a significare un prossimo benservito per l'allenatore delle ultime due stagioni, si stanno in realtà rincorrendo nelle ultime ore voci diametralmente opposte, che vorrebbero Allegri di fatto confermato anche l'anno prossimo sulla panchina del club piemontese.

I motivi sono noti a tutti e da ricercare nell'oneroso contratto fatto firmare al tecnico dall'ex presidente bianconero, Andrea Agnelli, che prevede non solo i sette milioni di emolumenti annui per il responsabile della panchina, ma anche tutta un'altra serie di vincoli economici nei confronti degli uomini del suo staff.

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Michel Platini con la maglia della Juventus, mentre festeggia il suo secondo Pallone d'Oro. Public domain image

Tradotto in parole povere, la cacciata di Allegri costerebbe alla Juventus, nel caso molto probabile in cui quest'ultimo non trovi un'altra panchina (sarebbe un pazzo chi ancora lo vuole), oltre quaranta milioni di euro, decisamente troppi per un club che non potrà contare sugli introiti della Champions League e sarà costretto a grandi sacrifici economici anche a livello di mercato.

La Juventus degli anni venti, in mano agli Elkann, si sta distinguendo per aver perso buona parte delle sue caratteristiche storiche, come quella di non mollare mai sul campo (da qui il motto, Fino alla fine) e di non permettere a niente e nessuno di considerarsi più grande del club stesso (tipico di squadre che vincono lo scudetto ogni 30 anni e stampano facce sulle magliette).

Possibile che Allegri stia in qualche modo riuscendo dove persino Platini, Roberto Baggio, Del Piero e Cristiano Ronaldo avevano fallito, sentirsi più importante della stessa Juventus? La speranza naturalmente è quella di svegliarsi una mattina e scoprire che il comunicato tanto atteso sull'esonero è finalmente arrivato, ma più passa il tempo più tutto ciò si trasforma in una mera utopia.

Statemi bene, alla prossima!

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Massimiliano Allegri, All-Pro Reels from District of Columbia, USA, CC BY-SA 2.0, via Wikimedia Commons

REWRITING HISTORY

According to the latest journalistic reconstructions, at the end of the match in Udine, won by Juventus for one-nil against the hosts, the Juventus coach, Massimiliano Allegri, went into a rage again. The recipients of his fury, however, this time were not the players and their lack of commitment on the pitch, nor the sacrosanct complaints of some fans in the stands, but the images coming from the Olympic Stadium in Rome.

The, to say the least, generous penalty kick conceded to the team of José Mourinho at the end of the match against Spezia in fact allowed the Giallorossi to clinch the arithmetic qualification in the Europa League, to the detriment of the Lady of the Seas (on opposite sides, the Navy Seals would not have been enough to appease the Portuguese and the sporting press) and the coach from Livorno would, faced with yet another blown goal, have railed against his own club, incapable of gaining 'political' respect.

Before presenting Acciughina with the "Perspicacity of the Year" award, since, judging by what has happened this season, the lack of weight on the part of the Savoy management appears self-evident, we should remind him that Madama would have only needed to take the field in Empoli with a different spirit, in order to be able to achieve without any problems at least the reserve Europe.

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As Roma coach, José Mourinho.
Bendoni communication, CC BY-SA 3.0, via Wikimedia Commons

He who is the cause of his ill, let him weep for himself, goes a noble proverb, which I rather agree with. Allegri, despite a tragic year, penalties, refereeing harassment and the fake penalty scored by Dybala, could still have qualified even for the Champions League by winning the last three games, but he failed to prevent his team from pulling the plug, as if the matter was of little importance, and then complaining about external events.

That's all well and good, but for the coach of Italy's most prestigious club to end up like the aforementioned Mourinho, for whom the 'faults' for a defeat are always to be sought in someone else, be they referees, fans, managers or more banally the Juve (he actually managed to blame the Bianconeri club for some missed victories, despite playing against other teams) is a disgrace that, as a fan, I hoped I would never have to endure.

Between shrieks and expletives in the Livorno dialect, it seems that it was the 'poor' Francesco Calvo, Chief Football Officer of the club, who may have the brilliance of a week-old sloth, but certainly cannot take on alone the tasks of representation in the control rooms, destined for those who sit a few rows of seats above him.

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Former Juventus president, Andrea Agnelli.
Quirinale.it, Attribution, via Wikimedia Commons

Not content with that, in the post-match interviews and in the press conference, Acciughina often mentioned Calvo, making it clear, in a scornful and ironic tone, how some of the decisions concerning the near future of Juventus must pass through a figure like him. In short, not exactly an attestation of esteem.

In this by no means idyllic climate, where at first it was thought that the redde rationem between the two meant that the coach of the last two seasons would be relieved of his duties, diametrically opposed rumours have been circulating in the last few hours, which would like Allegri to be confirmed on the Piedmontese club's bench next year.

The reasons are well known to all and are to be found in the onerous contract signed by the former Juventus president, Andrea Agnelli, which envisages not only the seven million yearly emoluments for the manager of the bench, but also a whole series of other economic constraints on the men of his staff.

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Michel Platini in a Juventus shirt, celebrating his second Ballon d'Or award. Public domain image

To put it simply, the ousting of Allegri would cost the Juventus, in the very likely event that the latter does not find another bench (he would be a fool who still wants him), more than forty million euros, far too much for a club that will not be able to count on the revenues of the Champions League and will be forced to make great economic sacrifices also at the market level.

The Juventus of the 20s, in the hands of the Elkann, is distinguishing itself by having lost a good part of its historical characteristics, such as that of never giving up on the field (hence the motto, Until the end) and of not allowing anything or anyone to consider themselves bigger than the club itself (typical of teams that win the Scudetto every 30 years and print faces on their shirts).

Is it possible that Allegri is somehow succeeding where even Platini, Roberto Baggio, Del Piero and Cristiano Ronaldo had failed, to feel more important than Juventus itself? The hope, of course, is to wake up one morning and find that the long-awaited statement on the exoneration has finally arrived, but the more time passes the more this becomes a mere utopia.

Stay safe, see you next time!

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"...sarebbe bastato scendere in campo ad Empoli con uno spirito diverso, per poter centrare senza problemi quanto meno l'Europa di riserva..." Centrato in pieno, in questa stagione troppe volte la Juve ha "toppato" le partite decisive.P.S. piangere sui rigori dati o non dati ad altri non è mai bello. Saluti by @kork75

La Juve è fuori dalla Champions League soprattutto per colpa sua, questo è bene ribadirlo proprio per non fare la fine di Mourinho o altri frignoni di professione.
Tendenzialmente sono d'accordo con te, io sarei molto severo a livello di giustizia sportiva per allenatori o tesserati in generale che commentano gli episodi arbitrali, però questa buona creanza dovrebbero averla tutti, perché se uno sta zitto e altri 19 piangono e si lamentano in continuazione ecco che nascono i "sentimenti popolari" che poi orientano retrocessioni, scudetti a tavolino, Champions League da quinti in classifica e via discorrendo.

Leggevo di un esborso di 43 milioni per liquidare lui ed il suo staff....
Tanti.

Te lo confermo, nel senso che l'ho letto pure io, e il problema credo nasca soprattutto da qui. Detto questo, nell'ipotesi di un esonero, si prenderebbe un allenatore emergente (Tudor?) con un costo stimato, tra stipendio e staff, di una quindicina, massimo venti milioni. La differenza è tutta qui, ma quanti soldi ti fa perdere Allegri con i suoi risultati scadenti e con la disaffezione del pubblico? Per me molti di più, anche se naturalmente con un altro non hai la garanzia di ottenere un miglioramento, è un tentativo che andrebbe fatto

Se arrivavano i risultati sul gioco si poteva anche passare sopra....

Già, ma non ha capito che non ha più la squadra di sei o sette anni fa, quando magari Tevez, Pogba o Ronaldo gli risolvevano la partita

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