CONTEST - UNA STORIA ITALIANA / AN ITALIAN STORY

“Allora ragazzi le cose stanno così, posso tenere solo uno di voi”. Il viso di Marta è serio mentre i suoi occhi non incontrano mai i loro.

Luca e Sonia si guardano perplessi. Due anni di lavoro insieme, fianco a fianco, aiutandosi a vicenda, sostenendosi nei momenti più difficili, scambiandosi i turni per venire incontro alle esigenze delle rispettive famiglie.

Marta continua a snocciolare dati sulle perdite aziendali, bisogno di rinnovamento, crisi del mercato, long-covid, amazon-distrugge-l'economia, l'europa-quei-parassiti, ma loro non l'ascoltano più.

Finalmente Luca la interrompe: “Cosa vuol dire uno di noi? E come farai a scegliere?”. Sonia annuisce, anche lei è ansiosa di conoscere la risposta.

Marta fa un bel respiro: “Ragazzi mi dispiace tanto, ma non è una mia decisione”.

“Ma sarai tu a decidere chi licenziare”. Puntualizza Sonia.

“E' vero, e mi dispiace molto, ma devo scegliere chi di voi è il più produttivo per l'azienda”. Marta li lascia e si chiude nel suo ufficio. Fa sempre così quando non vuole affrontare una questione. Fa sempre così dopo aver assegnato un lavoro. Si chiude in ufficio e passa ore a telefonare al suo ragazzo, a sua sorella emigrata in Canada, al suo estetista.

Luca e Sonia non parlano, rimangono per un momento a fissare la porta chiusa dell'ufficio di Marta. Uno di loro sarà licenziato dalla più lavativa dell'ufficio. Solo perchè qualche anno prima, il genio del suo marito-manager aveva deciso di promuoverla. Ora lui non c'è più, lei ha un altro, ma il posto è ancora suo.

Luca e Sonia si siedono alle loro scrivanie, uno di fronte all'altra. Quasi quarantenni, sono come due compagni di banco sgridati dalla maestra. Solo che non hanno fatto nulla per farla arrabbiare.

Luca finalmente alza lo sguardo: “Mia moglie è incinta, se mi licenziano è un casino”.
Sonia lo guarda: “Io sono incinta! Se lo scoprono licenziano me!”

“Che cosa?” Luca è visibilmente sorpreso. “No, non credo saranno così bastardi, proprio per questo sceglieranno me”.

“Non credo”, risponde Sonia, “perchè se il problema sono i soldi e non le nostre capacità, quando
sarò in maternità dovranno prendere un'altro per sostituirmi, sarebbe troppo”.

Luca non risponde, ma capisce la preoccupazione di Sonia e in effetti potrebbe aver ragione.

Sonia sente un brivido lungo la schiena. Senza pensarci, ha appena fatto una confessione al suo amico e collega. Il primo a sapere della sua gravidanza al di fuori della famiglia. In altri tempi sarebbe stato normale, ma ora? E se fosse andato a riferire per salvare il suo posto?

Luca la guarda: “Devi dirglielo. Non possono licenziarti se sei incinta. Potresti fargli causa. Se non glielo dici invece non avranno scuse. Diglielo subito”.

Sonia si vergogna di se stessa. Ha appena dubitato del suo collega più fidato. In effetti potrebbe aver ragione lui. Lei è nella posizione migliore.

Il mattino dopo si ritrovano alle stesse scrivanie, nessuno dei due ha dormito. Nessuno dei due ha detto nulla a casa. Meglio non far preoccupare gli altri prima del tempo.

Dall'ufficio di Marta risate come ogni mattina. No, non è il lavoro che la diverte, è al telefono con qualcuno.

Sonia non riesce a concentrarsi sul lavoro. Luca sussurra qualcosa ma lei non capisce subito. Allora si sporge in avanti e ripete sottovoce: “Ho detto, perchè non controllano la sua di produttività?”. Gli occhi di Sonia si illuminano. “Hai ragione!”.

La settimana passa velocissima. Luca e Sonia lavorano come sempre, puntuali, efficienti, precisi. Luca e Sonia non si stanno chiedendo come farà a decidere, sanno di lavorare più o meno allo stesso modo e forse Marta ha deciso di lanciare in aria una monetina per fare la sua scelta. D'altronde, per scegliere tra due lavoratori bisogna controllare il loro lavoro e questo vuol dire lavorare!

Sonia ha seguito il consiglio di Luca e ha fatto sapere in azienda di essere incinta. Ora lui è quello che rischia di più.
Non mancano i momenti di tensione e le occhiate verso l'ufficio di Marta, che si vede poco in giro. Un sussulto ogni volta che squilla il telefono o che il responsabile del personale passa in corridoio.

Poi accade il fatto. Il responsabile entra, supera le scrivanie di Luca e Sonia senza degnarli di uno sguardo, apre la porta dell'ufficio di Marta. Il pianto, le proteste. “non è vero!”.
“Sì Marta, abbiamo controllato le ore di telefonate, la tua produttività e le tue assenze”.

Quando il responsabile esce, tutto l'ufficio è in subbuglio.
“Povera Marta!” Esclama qualcuno, mentre altri vanno a consolarla.

Luca guarda Sonia incredulo e sussurra. “Ammetto di avere espresso un desiderio, ma non pensavo si avverasse!”.

Sonia scrive qualcosa su un foglietto, lo piega e lo passa a Luca.
Lui lo apre e legge: “Ho telefonato io alle risorse umane, cosa potevano fare, licenziarmi?”.

Prima che Luca abbia il tempo di ribattere, Sonia gli passa un altro foglietto:
“Si è appena liberato un posto da responsabile, magari avrai una promozione!”.

Luca si trattiene dal ridere, non vuole sembrare irrispettoso in un momento così triste per la sua collega Marta.