Una camera tappezzata di strani ma affascinanti disegni viene ritrovata. Un gruppo di discendenti, uniti da un legame di sangue e da una coltre di mistero, si ostina a entrare in azione per salvaguardare i propri segreti. Un genetista trova nel proprio DNA una traccia che accomuna lui e alcuni altri ragazzi, scoprendo che a quel DNA soggiace un destino comune: nessuno è mai sopravvissuto oltre i 26 anni, e lui ne ha già compiuti 25.

Il punto di partenza è interessante. Questa vena di mistero con la storia della traccia di DNA e della morte prematura di chi lo possiede è molto accattivante. Anche il contorno da libro di spionaggio non è da meno, con varie fazioni decise a rincorrere ognuna il proprio scopo per svelare o continuare a mantenere una verità finora celata. Trovo però che lo svolgimento sia carente da più di una prospettiva.

Innanzitutto, le ripetizioni degli eventi dai vari punti di vista dei personaggi vanno ad appesantire la narrazione. Questo lato è secondo me troppo presente per essere ignorato, e decisamente non aiuta. Poi c'è la trama in sé, che a parere mio viene allungata un po' troppo con delle scene superficiali per il proseguo del testo, e la cui assenza non influirebbe sulla trama in sé: questo è un altro tasto dolente, specialmente in un romanzo di 500 pagine. Unendo queste due caratteristiche, ho riscontrato un'estrema difficoltà nel tenere alta l'attenzione. Inoltre penso che nessuno dei due abbia aiutato nel creare l'alone di mistero e di suspense che in questo genere di romanzi forniscono la ricetta vincente. Mi dispiace, perché provando a ricreare un riassunto, mi rendo conto che la trama non è malaccio, anzi. Solo un po' troppo diluita in scene poco funzionali al filo conduttore generale. Essendo poi la scrittura grossomodo corretta, il voto che mi sento di lasciare è un 3 per la parte generale, mentre devo abbandonarmi a uno striminzito 2 per il voto coinvolgimento.