[Movie Review]Nomadland

'Home is just a word or is it something that you carry within you?'
When a community is canceled, destroyed, starting from a postal code. When an empire, empire, nevada, no coincidence, becomes a Ghost Town, even its inhabitants become ghosts. Messi on the edge, these people choose to live on the borders, from nomads, homeless but not homeless.

Font

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They work everywhere, live in mini-van or in cars, they live everywhere, they meet, become common and traveling communities and take care of each other, each other. A life that becomes a reconstitious journey, of the well-being of the soul, above all, a 'Healthy Journey'. They start starting from a loss, to face the pain or take it out, to move forward, continue. A motion of the spirit that reverberates in a body in motion, a catharsis.

Thus live a real life, full, complete, out of the canons, outside the borders, outside the house, elsewhere, in that interior of the einaudi track that becomes a soundtrack of an eternal going and an eternal look where you never , to cross all possible dimensions of existence. Although short, caduca and unpredictable. Stay becomes an act of love for those who remain stuck in the eternal memory:

"My travel was all one stay here, where I was never" wrote Giorgio Caproni. The journey then becomes a necessary shift for the construction of one's own identity, in the eternal flow of life that continues, goes on, despite us, despite everything. There is no definitive farewell, no 'Final Goodbye' but only a goodbye along the way, the next one: 'I'll See You Down the Road'.

ITA

‘Home is just a word or is it something that you carry within you?’
Quando una comunità viene cancellata, annientata, a partire da un codice postale. Quando un impero, Empire, nel Nevada, non a caso, diventa una ghost town, anche i suoi abitanti diventano fantasmi. Messi ai margini, queste persone scelgono di vivere sui confini, da nomadi, senza casa ma non senzatetto.

Lavorano ovunque, abitano in mini-van o nelle auto, vivono ovunque, si incontrano, diventano comunità diffuse e viaggianti e si prendono cura uno dell’altro, a vicenda. Una vita che diventa un viaggio ricostituente, di benessere dell’anima, soprattutto, una ‘healthy journey’. Si mettono in moto a partire da una perdita, per affrontare il dolore o ricacciarlo, per andare avanti, proseguire. Un moto dello spirito che si riverbera in un corpo in moto, una catarsi.

Vivere così una vita vera, piena, completa, fuori dai canoni, fuori dai confini, fuori da casa, altrove, in quell’Oltremare della traccia di Einaudi che diventa colonna sonora di un eterno andare e di un eterno cercare dove non si è mai, per attraversare tutte le dimensioni possibili dell’esistenza. Per quanto breve, caduca e imprevedibile. Restare diventa un atto d’amore per chi rimane incastrato nel ricordo eterno:

“Il mio viaggiare è stato tutto un restare qua, dove non fui mai” scriveva Giorgio Caproni. Il viaggio allora diventa spostamento necessario per la costruzione della propria identità, nell’eterno fluire della vita che prosegue, va avanti, nonostante noi, nonostante tutto. Non esiste nessun addio definitivo, nessun ‘final goodbye’ ma solo un arrivederci lungo la strada, la prossima: ‘I’ll see you down the road’.