Is our destiny written in the firmament?

in Italy3 years ago

I believe that the cosmos has its way of rebalancing things and its laws when they are turned upside down. The moment we are living, full of anomalies and paradoxes, makes us think... In a phase in which the climate change caused by environmental disasters has reached worrying levels, China in the first place and many countries to follow, are forced to blockade; the economy collapses, but pollution drops considerably.


Source


The air improves; you use the mask, but you breathe...

In a historical moment in which certain discriminatory ideologies and policies, with strong references to a petty past, are reactivating all over the world, a virus arrives that makes us experience that, in a moment, we can become the discriminated, the segregated, those stuck at the border, those who carry disease. Even if we are not to blame. Even if we are white, western and we travel in business class.
In a society based on productivity and consumption, in which we all run 14 hours a day, we don't know exactly what, without Saturdays or Sundays, without more reds than the calendar, at any moment, the stop comes.

Stop at home, days and days. To deal with a time of which we have lost value, if it is not measurable in compensation, in money.
Do we still know what to do with it?
In a phase in which the growth of their children is, necessarily, often delegated to other figures and institutions, the virus closes the schools and forces them to find alternative solutions, to put moms and dads together with their children. It forces us to rebuild family.
In a dimension in which relationships, communication and sociality are played mainly in the "non-space" of the virtual, of the social network, giving us the illusion of closeness, the virus takes away the true one of closeness, the real one: that nobody touch each other, no kisses, no hugs, at a distance, in the cold of non-contact.

How much have we taken these gestures and their meaning for granted?

In a social phase in which thinking about one's garden has become the rule, the virus sends us a clear message: the only way to get out is reciprocity, the sense of belonging, the community, the feeling of being part of something more great to take care of and that you can take care of us. The shared responsibility, the feeling that the fate depends not only on yours but also on everyone around you. And that you depend on them.

So if we stop hunting witches, wondering who is to blame or why all this has happened, but we wonder what we can learn from this, I believe we all have a lot to think about and commit to.

Because with the cosmos and its laws, obviously, we are in deep debt.

The virus is explaining it to us, at a high price...

ITA

Credo che il cosmo abbia il suo modo di riequilibrare le cose e le sue leggi quando vengono capovolte. Il momento che stiamo vivendo, pieno di anomalie e paradossi, fa riflettere... In una fase in cui il cambiamento climatico causato da disastri ambientali ha raggiunto livelli preoccupanti, la Cina in primis e molti Paesi a seguire, sono costretti al blocco ; l'economia crolla, ma l'inquinamento cala notevolmente.


Fonte


L'aria migliora; usa la maschera, ma respira...

In un momento storico in cui certe ideologie e politiche discriminatorie, con forti riferimenti a un meschino passato, si stanno riattivando in tutto il mondo, arriva un virus che ci fa sperimentare che, in un momento, possiamo diventare i discriminati, i segregati, bloccati alla frontiera, quelli che portano la malattia. Anche se non siamo da biasimare. Anche se siamo bianchi, occidentali e viaggiamo in business class.
In una società basata sulla produttività e sui consumi, in cui tutti corriamo 14 ore al giorno, non sappiamo esattamente cosa, senza sabato o domenica, senza più rossi in calendario, da un momento all'altro arriva lo stop.

Fermi a casa, giorni e giorni. Per fare i conti con un tempo di cui abbiamo perso valore, se non misurabile in compensazione, in denaro.
Sappiamo ancora cosa farne?
In una fase in cui la crescita dei propri figli è, necessariamente, spesso delegata ad altre figure e istituzioni, il virus chiude le scuole e le costringe a trovare soluzioni alternative, per avvicinare mamme e papà ai propri figli. Ci costringe a ricostruire la famiglia.
In una dimensione in cui le relazioni, la comunicazione e la socialità si giocano principalmente nel "non spazio" del virtuale, del social network, dandoci l'illusione della prossimità, il virus rimuove quella reale della vicinanza, quella reale: che nessuno tocchi, né baci, né abbracci, a distanza, al freddo del non contatto.

Quanto abbiamo dato per scontato questi gesti e il loro significato?

In una fase sociale in cui pensare al proprio giardino è diventata la regola, il virus ci manda un messaggio chiaro: l'unico modo per uscirne è la reciprocità, il senso di appartenenza, la comunità, il sentirsi parte di qualcosa di più grande da curare di noi e che puoi prenderti cura di noi. Responsabilità condivisa, la sensazione che il destino dipenda non solo dal tuo ma anche da tutti quelli che ti circondano. E che dipendi da loro.

Quindi, se smettiamo di dare la caccia alle streghe, chiedendoci di chi sia la colpa o perché è successo tutto questo, ma ci chiediamo cosa possiamo imparare da questo, penso che tutti abbiamo molto a cui pensare e su cui impegnarci.

Perché con il cosmo e le sue leggi, ovviamente, siamo profondamente indebitati.

Ce lo sta spiegando il virus, a caro prezzo...

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