Una notte così 🇮🇹🇬🇧

🇮🇹
Pezzo quasi post adolescenziale, estratto dal mio primo libro, sono passati parecchi anni da quando lo scrissi.
Volavo da Milano a Holguin.
Alcune sensazioni ancora le provo prima di ogni partenza, altre se l'è portate via il vento.
Del resto fra questo pezzo ed oggi ballano 60/70 viaggi, impensabile che non sia cambiato nulla.
Però dai...Cuba è ancora così.

UNA NOTTE COSI’
Finalmente il grande giorno e' arrivato.
E' un inverno freddo, uggioso.
Il lavoro va' cosi' cosi', il mondo sembra andare in senso contrario da come ci aspetteremo.
Non importa, è ora di andare a Cuba.

Si inizia una settimana prima a mettere cose in valigia, un regalino, un presente, un pensiero....
Finalmente arriva la mattina della partenza.
La notte e' passata con poco sonno tanta e' la voglia di partire.
E' sempre cosi'.
Non importa se si hanno alle spalle 2 o 20 viaggi, le sensazioni sono sempre le stesse.

L'autostrada per Milano, l'uscita per Malpensa.
Il solito parcheggio, il breve viaggio col pulmino per arrivare al terminal 2.
Se non si ha il biglietto dell'aereo e si vola con un charter si cerca l'area gruppi per ritirarlo.
Si butta un occhio al movimento, solite cubane con gli occhi tristi, soliti italiani male assortiti.

Una volta mollato il bagaglio al check e' il momento dell'ultimo
caffe' al bar.
Quindi l'attesa, leggendo il giornale e godendosi la
trasformazione delle cubane che, lontano dai mariti, ritrovano l'antica vena.
Il volo e' sempre il solito, con la speranza di non finire accanto a un bambino frignone o a un enorme Mami.

L'arrivo, l'applauso al pilota e poi, come una faina, rapido Lall'immigration.
Solita faccia seria del tipo nel gabbiotto, solite domande e solito augurio di buona vacanza.
Si attende il bagaglio buttando l'occhio verso l'uscita a quei maledetti tavolini per il controllo del contenuto delle nostre
valigie.
Arrivato il bagaglio ci si intrufola in mezzo a un gruppetto che esce in modo che l'ultimo controllo passi senza problemi e finalmente....Cuba.

L'assalto dei taxisti.
Il mercanteggiamento fino a quando non trovi chi ti porta a una cifra accettabile.
Il viaggio in taxi, attraversando il campo cubano.
Dopo mesi di Italia e' un emozione forte.
Rivedere quelle case, la gente che rientra dopo un giorno di lavoro, i ragazzini a dorso nudo che prendono a bastonate una pietra fino in seconda base.

Le innumerevoli biciclette, i carretti, le ragazzine con le divise immacolate, i macheteros che tornano a casa sporchi e sudati, con lo strumento di lavoro appeso alla cintura.
La gente sull'uscio di casa, senza un cazzo da fare, guardando il mondo che passa davanti.

Finalmente la citta'.
I brividi riconoscendo le piazze, le strade, i negozi.
Ci si accorge che non e' cambiato nulla, che tutto e' esattamente come lo avevamo lasciato, come doveva essere, come ce lo aspettavamo.
La nostra casa de renta, la proprietaria in carne che ti abbraccia sorridente, la tua camera e pochi minuti dopo...lei che arriva trafelata.

Ti racconta che ti ha aspettato per mesi accanto al telefono, che non e' mai "salita" neppure una volta, che ha sempre e solo avuto te per la testa.
Sorridendo guardi le sue Nike fiammanti,
nuove..nuovissime e ti accorgi che alla fine non ti importa nulla di tutte le mentiras che puo' raccontarti.

Lei e' li'.
Bella come il sole.
Tutta per te.
Fuori c'e' la notte cubana, la notte che hai sognato nei lunghi, noiosi, giorni d'inverno.
Hai la consapevolezza che la felicita' forse esiste.
Quei seni ambrati grandi e duri premuti contro il tuo petto ne sono una prova.
In fondo non c'e molto di meglio al mondo di una notte cosi'.

🇬🇧
ONE NIGHT LIKE THIS

Almost post-adolescent piece, extracted from my first book, several years have passed since I wrote it.
I was flying from Milan to Holguin.
Some sensations I still experience before each departure, others have been carried away by the wind.
After all, between this piece and today there are 60/70 journeys, unthinkable that nothing has changed.
But come on ... Cuba is still like this.

A NIGHT LIKE THIS
Finally the big day has arrived.
It's a cold, gloomy winter.
Work goes like this, the world seems to be going in the opposite direction from what we would expect.
It doesn't matter, it's time to go to Cuba.

You start a week before putting things in your suitcase, a little gift, a present, a thought....
Finally the morning of departure arrives.
The night passed with little sleep, such is the desire to leave.
It is always like this'.
It doesn't matter if you have 2 or 20 trips behind you, the sensations are always the same.

The highway to Milan, the Malpensa exit.
The usual parking, the short bus trip to get to terminal 2.
If you don't have a plane ticket and you fly with a charter, look for the groups area to pick it up.
One glances at the movement, usual Cubans with sad eyes, usual mismatched Italians.

Once you have dropped your baggage at the check it is time for the last one
coffee at the bar.
So the waiting, reading the newspaper and enjoying the
transformation of the Cuban girls who, away from their husbands, rediscover the ancient vein.
The flight is always the same, with the hope of not ending up next to a crying baby or a huge Mami.

The arrival, the applause for the pilot and then, like a stone weasel, rapid immigration.
Usual serious face of the guy in the cage, usual questions and usual wishes for a good holiday.
You wait for your luggage, casting your eye towards the exit at those cursed tables to check the contents of yours
suitcases.
Once the baggage arrives, one slips into the middle of a small group that comes out so that the last check passes without problems and finally .... Cuba.

The onslaught of taxi drivers.
Bargaining until you find someone who brings you to an acceptable figure.
The journey by taxi, crossing the Cuban camp.
After months of Italy it is a strong emotion.
Seeing those houses again, people returning after a day's work, bare-backed kids whacking a stone all the way to second base.

The countless bicycles, the carts, the little girls in immaculate uniforms, the macheteros who return home dirty and sweaty, with their work tools hanging from their belts.
People on the doorstep, with no shit to do, watching the world go by.

Finally the city.
I shiver recognizing the squares, the streets, the shops.
We realize that nothing has changed, that everything is exactly as we left it, as it should have been, as we expected.
Our casa de renta, the plump owner who hugs you smiling, your room and a few minutes later...she arrives out of breath.

She tells you that she waited for you for months by the phone, that she never "got in" once, that she only ever had you on her mind.
Smiling you look at her flaming Nikes,
new.. brand new and you realize that in the end you don't care about all the mentiras it can tell you.

She's there.
She is as beautiful as the sun.
All for you.
Outside is the Cuban night, the night you dreamed of during the long, boring winter days.
You are aware that happiness maybe exists.
Those big hard amber breasts pressed against your chest are proof of that.
After all, there's not much better in the world than a night like this.