Io, Cuba e lo sport

in Italylast year

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🇮🇹
Quando ho iniziato a frequentare Cuba nel dicembre 2000, trovandola bella come una canzone di Bruno Mars, mi sono portato dietro il mio passato sportivo.
Iniziai da bimbo con la prima squadra di calcio del mio quartiere, negli anni sarei poi arrivato fino in Promozione.
Un solo anno, poi 3 allenamenti ogni settimana, il sabato sera col mister che mi chiamava in casa alle 23 per vedere se c'ero e tutte le domeniche impegnate mi hanno fatto optare, l'anno successivo, per una squadretta amatoriale.
Un allenamento se avevo voglia e partite il sabato pomeriggio di 30 minuti per tempo, esattamente come continuo a fare coi miei Villans.

A 8 anni i miei genitori, nei giorni liberi dal calcio, mi portarono in una palestra di Judo che diventera' il mio primo sport.
Tanti anni di pratica, campionati piemontesi vinti, nazionale militare, poi e' arrivato l'Isef e ho dovuto fare altre scelte.
Nel frattempo da ragazzo tennis, sci, basket in un campo antico all'aperto e un po' di bicicletta.
All'Isef ho conosciuto la scherma, l'atletica, la pallavolo e la stramaledetta ginnastica artistica dove ci lasciai una caviglia.

Il brevetto di istruttore di windsurf preso tramite l'Isef in Liguria mi apri' le porte dei Villaggi Turistici dove imparai ad andare a vela, pagaiare in canoa, giocare a squash, (sport pericolosissimo) nuotai tantissimo senza contare le innumerevoli partite a pallanuoto e beach volley sempre col contorno di tante belle figliuole com'era normale in quel contesto.
Nel frattempo era arrivata pure la laurea in scienze motorie presa a Lione perche' in Italia ancora non esisteva.
Nel 1991 ho iniziato a gestire palestre.

Con questo discreto curriculum sportivo mi avvicinai a Cuba, avendo seguito molte edizioni delle olimpiadi dove i cubani facevano incetta di medaglie mi aspettavo di trovare un popolo attivo e dedito ad ogni tipo di sport, se vincevano cosi' tanto era perche', pensavo, tutti si allenavano. Dopo pochi giorni di presenza sull'isola mi resi conto che le cose non erano proprio cosi'.

Andavo a correre per strada nel tardo pomeriggio ed ero il solo in tutta Las Tunas a farlo, andavo in pista e, oltre agli atleti veri, trovavo solo a inanellare giri degli studenti latinoamericani che studiavano in citta'.
Nessuno al di fuori di quello ad alto livello e quello che si praticava a scuola faceva sport.
Una volta conosciuta la loro alimentazione, grassa e piena di sughi mi dissi che quelli erano matti a non fare nulla.
Quando chiedevo in giro mi dicevano che avevano altro a cui pensare, che dava pena correre per la citta', che faceva caldo, che si vergognavano a mettersi un paio di calzoncini corti ed altre amenita' del genere.
In effetti la storia dei calzoni corti e' vera, 20 anni fa nessun cubano lontano da una playa si sognava di mettersi un chorro corto, oggi e' diverso, lo hanno imparato da noi turisti.

Negli anni ho visto le cose cambiare, il governo stesso resosi conto che era meglio investire in sport di base piuttosto che doverlo fare poi in ospedali e medicine, inizio' diverse campagne tese ad invogliare la gente a fare attivita' sportiva per prevenire le infermita', ricordiamoci il numero abnorme di diabetici che si ritrova l'isola sul groppone.
Sono arrivate le palestre sia statali che rustiche, le prime con qualche attrezzo vetusto le seconde spesso coi differenziali dei camion a fare da bilancieri.
Di anno in anno ho visto sempre piu' gente in pista a correre, finalmente in calzoncini corti, in giro per la citta' ancora quasi nessuno ma anche questa mala costumbre finira', anche se e' vero che a Las Tunas non ci sono parchi dove poterlo fare lontano dal cemento e dal traffico.

I corsi nelle palestre si sono moltiplicati, certo il tutto ancora un po' fatto alla cazzo.
Dove mi alleno di solito, struttura statale, il Prof allo stesso tempo dirige a voce, seduto su una sedia, il corso di aerobio, da indicazioni a chi sta lavorando in sala pesi, segue la sauna e guarda il culo delle fanciulla che capita mentre sale e scende.
Da noi ci vorrebbero almeno 3 persone, diciamo che in questo Cuba e' in controtendenza rispetto a tutte le altre attivita' commerciali dove c'e' il triplo del personale che servirebbe.

Dopo anni di successi Cuba ora nello sport fatica, un po' perche' ci sono i cambi generazionali, molto perche' il richiamo patriottico si e' fatto piu' labile, el bloqueo crea problemi per il reperimento del materiale occorrente e mettiamoci anche la cecita' dell'Inder che ha fatto si che molti atleti optassero per andarsene.
Ora la convocazione di 11 calciatori, che giocano e vivono fuori, nella nazionale di calcio e' un primo passo importante per non ripetere le cazzate fatte, ad esempio, con la pallavolo dove si e' persa una intera generazione di campioni.
🇬🇧
When I started visiting Cuba in December 2000, finding it as beautiful as a Bruno Mars song, I brought my sporting past with me.
I started as a child with the first football team in my neighborhood, over the years I would then reach the Promotion.
Just one year, then 3 training sessions every week, on Saturday evenings with the coach who called me at home at 11pm to see if I was there and all the busy Sundays made me opt, the following year, for an amateur team.
A training session if I felt like it and matches on Saturday afternoon for 30 minutes each time, exactly as I continue to do with my Villans.

At 8 years old, my parents, on their days off from football, took me to a Judo gym which would become my first sport.
Many years of practice, won Piedmontese championships, national military team, then ISEF arrived and I had to make other choices.
In the meantime, as a boy, tennis, skiing, basketball on an ancient outdoor court and a bit of cycling.
At ISEF I learned about fencing, athletics, volleyball and damned artistic gymnastics where I lost an ankle.

The windsurfing instructor license obtained through the ISEF in Liguria opened the doors of the Tourist Villages to me where I learned to sail, paddle a canoe, play squash (a very dangerous sport), I swam a lot without counting the countless games of water polo and beach volleyball always accompanied by many beautiful daughters as was normal in that context.
In the meantime, the degree in motor sciences taken in Lyon had also arrived because it didn't yet exist in Italy.
In 1991 I started managing gyms.

With this discreet sporting curriculum I approached Cuba, having followed many editions of the Olympics where the Cubans hoarded medals I expected to find an active people dedicated to every type of sport, if they won so much it was because, I thought, everyone they trained. After a few days on the island I realized that things weren't exactly like that.

I went running on the street in the late afternoon and I was the only one in all of Las Tunas to do so, I went to the track and, in addition to the real athletes, I only found Latin American students who were studying in the city doing laps.
No one outside of the high level and what was practiced at school played sports.
Once I learned about their diet, which was fatty and full of sauces, I told myself that they were crazy for doing nothing.
When I asked around they told me that they had other things to think about, that it was painful to run around the city, that it was hot, that they were ashamed to wear a pair of shorts and other such amenities.
In fact the story of short trousers is true, 20 years ago no Cuban far from a playa dreamed of wearing short chorro, today it's different, they learned it from us tourists.

Over the years I have seen things change, the government itself realizing that it was better to invest in basic sports rather than having to do so in hospitals and medicines, began various campaigns aimed at encouraging people to do sporting activities to prevent illnesses , let's remember the abnormal number of diabetics that the island finds itself on its back.
Both state and country gyms have arrived, the former with some old equipment and the latter often with truck differentials acting as balances.
From year to year I saw more and more people on the track running, finally in shorts, around the city still almost no one but this bad habit will also end, even if it is true that in Las Tunas there are no parks where you can do it away from concrete and traffic.

The courses in the gyms have multiplied, certainly all still done a little haphazardly.
Where I usually train, a state facility, the Prof at the same time directs the aerobics course by voice, sitting on a chair, gives instructions to those who are working in the weight room, follows the sauna and looks at the asses of the girls who come by while it goes up and down.
We would need at least 3 people, let's say that in this Cuba goes against the trend compared to all other commercial activities where there are three times as many staff as would be needed.

After years of success, Cuba is now struggling in sport, partly because there are generational changes, partly because the patriotic appeal has become more labile, the blockade creates problems for obtaining the necessary material and let's also add blindness ' of the Inder which meant that many athletes opted to leave.
Now the call-up of 11 footballers, who play and live outside, to the national football team is an important first step to avoid repeating the bullshit done, for example, with volleyball where an entire generation of champions has been lost.

Sort:  

Ricordo la nazionale di pallavolo cubana duellare nelle competizioni maggiori e spesso battere l'Italia dei vari Zorzi, Giani, Lucchetta, anni 90. Erano le due nazionali più forti al mondo, forse c'era anche il Brasile, non ricordo, ma in quegli anni Italia-Cuba era il grande classico della pallavolo mondiale

Purtroppo non è più così

TEAM 1

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