Gli Ultimi 🇮🇹🇬🇧🇪🇦🇨🇺
🇮🇹
Una delle cose meno belle di cui mi sono reso conto in questo ultimo giro a Cuba e' il grande incremento di gente che vive in strada, senza fissa dimora.
Come dico spesso Cuba non e' su Marte, le cose che capitano in
altre parti del mondo, Italia compresa, possono capitare anche
sull'isola anche se speravo di non doverle mai vedere.
Non ho fatto foto, per rispetto nei confronti di quelle persone, ma
sia a Tunas ma soprattutto all'Avana ogni 2 cuadre trovavo qualcuno che viveva in strada.
Addirittura in Havana Vieja c'e' un posto, proprio dietro a dove
soggiornavo in cui vivono 3 o 4 di queste persone, c'e' pure un divano messo praticamente ai lati della calle.
Nella maggior parte dei casi si tratta di anziani o comunque di gente avanti con gli anni.
Gli ultimi.
Alcuni non hanno proprio nulla, altri ricevono una pensione di 1000/1200 pesos, ricordo che un litro di olio per friggere ne costa 900, una libbra di carne 800, una di formaggio 700.
Parliamo di gente che si e' ridotta in quel modo recentemente, il tutto dopo la sciagurata unificazione monetaria e l'enorme aumento dei prezzi che sembra non abbia mai fine.
Gente con un eta' dove difficilmente ci si puo' rimettere in gioco con un lavoro, a Cuba anche per il clima non si invecchia benissimo.
Vi racconto un episodio.
A Las Tunas un pomeriggio ero andato con un amico cubano a
bere una bibita in un locale sulla strada a lato di dove giocano a
scacchi.
Passa un anziano, vestito alla bene e meglio ma molto dignitoso che ci chiede qualcosa, sia io che l'amico diamo del denaro.
Mi racconta l'amico che si trattava di un meccanico che aveva tutta la vita lavorato per lo stato aggiustando camion.
Ora prendeva una misera pensione ed era costretto a chiedere un
aiuto per strada perche' non ce la faceva a campare.
Sempre in questi 24 anni ho incontrato qualcuno che chiedeva
qualcosa, ma si trattava quasi sempre di fancazzisti di eta' differenti, ora no, ora si tratta di poveri anziani che non hanno
nessuno ad aiutarli.
Non hanno parenti fuori dal paese o nel paese che possano provvedere a loro, se li hanno se ne fottono di aiutarli, perche' oramai siamo al si salvi chi puo'.
Il bello e' che sembra non freghi niente a nessuno, le autorita' non
fanno nulla, la municipalita' uguale, qualche privato ogni tanto porta loro un piatto di comida ma la cosa finisce li'.
Per campare devono chiedere un aiuto per strada.
Fra l'altro non e' che a Cuba ci siano fontanelle all'aperto o luoghi dove potersi lavare, quindi chi vive in strada rischia anche di prendersi malattie per la scarsita' di igiene.
Lo so, sono scenari che conosciamo, le nostre stazioni, soprattutto di inverno sono piene di poveracci, la Caritas riempie i locali offrendo un piatto caldo, anche a Giaveno dove distribuiscono buste di alimenti c'e' la coda anche se in questo caso si tratta di gente che ha una casa e la cosa e' ancora peggiore a mio avviso.
Negli Stati Uniti ci sono milioni di clochard, basta perdere il lavoro e perdi tutto, casa, auto, tutele sanitarie...pero' queste cose
vederle a Cuba....fa piu' male.
Mi immagino Fidel che gira per le strade dell'Avana vedendo una
cosa simile, chissa' cosa direbbe...
🇬🇧
THE LAST
One of the less beautiful things I realized on this latest tour of Cuba is the large increase in people living on the streets, without a fixed abode.
As I often say Cuba is not on Mars, the things that happen in
other parts of the world, including Italy, can also happen
on the island even though I hoped I would never have to see them.
I didn't take photos, out of respect for those people, but
both in Tunas but especially in Havana every 2 cuadre I found someone living on the street.
Even in Havana Vieja there is a place, right behind where
I was staying where 3 or 4 of these people live, there is also a sofa placed practically on the sides of the street.
In most cases these are elderly people or in any case people who are getting on in years.
The last.
Some have nothing at all, others receive a pension of 1000/1200 pesos, I remember that a liter of frying oil costs 900, a pound of meat 800, a pound of cheese 700.
We're talking about people who have been reduced like that recently, all after the unfortunate monetary unification and the enormous increase in prices that seems to never end.
People at an age where it is difficult to get back into the game with a job, in Cuba, also due to the climate, one does not age very well.
I'll tell you an episode.
I went to Las Tunas one afternoon with a Cuban friend
drink a drink in a place on the street next to where they play
chess.
An elderly man passes by, dressed in the best and best but very dignified and asks us for something, both my friend and I give money.
The friend tells me that he was a mechanic who had worked for the state all his life fixing trucks.
He now received a meager pension and was forced to ask for a
help on the street because he couldn't make a living.
Always in these 24 years I have met someone who asked
something, but it was almost always about fanatics of different ages, now not, now it's about poor elderly people who don't have
no one to help them.
They don't have relatives outside the country or in the country who can provide for them, if they have them they don't give a damn about helping them, because now we're safe for ourselves.
The good thing is that it seems like no one gives a damn, not the authorities
they do nothing, the municipality does the same, some private individual occasionally brings them a plate of comida but that's where it ends.
To get by they have to ask for help on the street.
Among other things, it's not like in Cuba there are outdoor fountains or places where you can wash, so those who live on the streets also risk catching illnesses due to poor hygiene.
I know, these are scenarios we know, our stations, especially in winter, are full of poor people, Caritas fills the places offering a hot dish, even in Giaveno where they distribute bags of food there is a queue even if in this case It's about people who have a home and it's even worse in my opinion.
In the United States there are millions of homeless people, just lose your job and you lose everything, house, car, health protection...but these things
seeing them in Cuba...it hurts more.
I imagine Fidel wandering the streets of Havana seeing a
thing like that, who knows what he would say...
🇪🇦🇨🇺
EL ÚLTIMO
Una de las cosas menos hermosas de las que me di cuenta en esta última gira por Cuba es el gran aumento de personas que viven en las calles, sin domicilio fijo.
Como suelo decir Cuba no está en Marte, las cosas que pasan en
En otras partes del mundo, incluida Italia, también puede suceder.
en la isla aunque esperaba no tener que verlos nunca.
No tomé fotos, por respeto a esa gente, pero
tanto en Tunas pero sobre todo en La Habana cada 2 cuadre encontré a alguien viviendo en la calle.
Incluso en La Habana Vieja hay un lugar, justo detrás de donde
Yo estuve alojado donde viven 3 o 4 de estas personas, también hay un sofá puesto prácticamente a los lados de la calle.
En la mayoría de los casos se trata de personas mayores o, en todo caso, personas de edad avanzada.
El último.
Algunos no tienen nada, otros reciben una pensión de 1000/1200 pesos, recuerdo que un litro de aceite para freír cuesta 900, una libra de carne 800, una libra de queso 700.
Estamos hablando de gente que se ha reducido así últimamente, todo después de la desafortunada unificación monetaria y el enorme aumento de precios que parece no tener fin.
La gente en una edad donde es difícil volver al juego con un trabajo, en Cuba, también por el clima, uno no envejece muy bien.
Les contaré un episodio.
Fui una tarde a Las Tunas con un amigo cubano
tomar una copa en un local de la calle al lado de donde juegan
ajedrez.
Pasa un señor mayor, vestido con lo mejor y lo mejor pero muy digno y nos pide algo, tanto mi amigo como yo le damos dinero.
El amigo me cuenta que era un mecánico que había trabajado para el Estado toda su vida arreglando camiones.
Ahora recibía una pensión exigua y se vio obligado a pedir una
ayuda en la calle porque no podía ganarse la vida.
Siempre en estos 24 años he conocido a alguien que me preguntó
algo, pero casi siempre se trataba de fanáticos de diferentes edades, ahora no, ahora se trata de ancianos pobres que no tienen
nadie para ayudarlos.
No tienen familiares fuera del país ni en el país que puedan sustentarlos, si los tienen les importa un carajo ayudarlos, porque ahora estamos seguros para nosotros mismos.
Lo bueno es que parece que a nadie le importa un carajo, ni siquiera a las autoridades.
no hacen nada, el municipio hace lo mismo, algún particular de vez en cuando les trae un plato de comida pero ahí se acaba.
Para salir adelante tienen que pedir ayuda en la calle.
Entre otras cosas, no es que en Cuba haya fuentes al aire libre o lugares donde lavarse, por lo que quienes viven en la calle también corren el riesgo de contraer enfermedades por falta de higiene.
Lo sé, son escenarios que conocemos, nuestras estaciones, sobre todo en invierno, están llenas de gente pobre, Cáritas llena los lugares ofreciendo un plato caliente, incluso en Giaveno donde distribuyen bolsas de comida hay cola aunque en este caso es sobre personas que tienen una casa y es aún peor en mi opinión.
En Estados Unidos hay millones de personas sin hogar, simplemente pierdes tu trabajo y lo pierdes todo, casa, auto, protección de salud... pero estas cosas
verlos en Cuba...duele más.
Me imagino a Fidel deambulando por las calles de La Habana viendo una
cosa asi, quien sabe que diria...
Il modello di società che abbiamo creato sta esplodendo e tutti fanno finta di non vederlo e vanno avanti, intanto sempre più persone vivono in povertà!
Temo sarà sempre peggio
Fra l'altro siamo in troppi
Il casino sta nello schema Ponzi chiamato previdenza (non mi riferisco soltanto a Cuba in particolare, ma la rogna è pressochè mondiale, eccettuati i virtuosissimi paesi dell'estremo nord Europa e i quasi altrettanto virtuosissimi oceanici). Perchè è uno schema Ponzi bello e buono come dice un mio caro amico che lavora nel cugino. E si sa, gli schemi Ponzi prima o poi saltano in aria. In Brasile, quanto a senzatetto, ci sono più baldi giovanotti che vecchietti o almeno è quanto mi capita di vedere a Rio. Mio marito dice che sono per lo più cracudos, perchè grazie al jeitinho brasileiro un'accomodazione solitamente la si trova. Non saprei dire però per quanto, dato il perenne gufare degli economisti elitari con il didietro bene accomodato sul velluto che non smettono di incitare il governo coi loro articoli dei miei stivali che la previdenza sta per saltare in aria e quindi devono elevare l'età pensionabile a 70 anni (per ora), eliminare il tetto minimo garantito, farla finita coi privilegi dei lavoratori agricoli e dei nanoimprenditori come me, per non parlare dell'innalzamento a 70 anni pure per accedere al beneficio assistenziale per i disabili e gli anziani non in grado di lavorare che non hanno mai contribuito al Ponzi. Ora, c'è da rendersi conto che qualunque governo gli dia retta diventerà il più impopolare della storia del Mercosur, ma non oso immaginare il collasso socio-economico. Se già oggi vediamo sia anziani che giovani piazzarsi davanti alle porte delle farmacie supplicandoti di comprargli questo o quel farmaco, salire sui treni per raccogliere elemosine per pagare il trattamento dell'anziana nonna, per non parlare poi di chi di chiede di pagargli la spesa al supermercato, che piazza sul carrello pur sapendo di non averci un soldo per pagarla (quando però di tratta di giovani, comunque gente di mezza età, la truffa e i raggiri sono dietro l'angolo), non oso pensare allora quando vi saranno interi eserciti di terza e pure quarta età non più in grado di lavorare, per non parlare dei disabili, e senza alcuna pensione, neppure la miseria che prendono a Cuba. Dato che dulcis in fundo, è già circolata la notizia che chi è nato dopo il 1980 non vedrà davvero mai la previdenza pubblica, pardón, il Ponzi pubblico.
Tutto vero però è una questione matematica.
In Italia vanno in pensione in 10 ed entrano nel mondo del lavoro non nero in due.
Quanto può reggere quel baraccone dell'Inps questa situazione?
Ehhh...ma d'altra parte in almeno 12 regioni su 20 (a occhio e croce) non è che abbiano chissà che gran scelta. Nelle regioni più viziose (o meglio, aree, dato che l'Italia è perfino più variegata di quanto pensassi e così come non è la stessa cosa vivere a Catanzaro e vivere a Bolzano, curiosamente non lo è nemmeno vivere in Alessandria e vivere a Orbassano, ovviamente considerando come favorite le seconde) se non sei bene imparentato fai la fame per davvero. Puoi contare pure su dieci dottorati e MBA che non ti chiameranno mai per nessun genere di lavoro. Nell'astigiano poi è perfino peggio perchè non ti vogliono nemmeno in nero e puoi morire perfino per i tuoi conoscenti di lunghissima data (gli amici veri invece, che magari nemmeno italiani sono, ti faranno l'elemosina, ma proprio nel vero senso della parola perchè solitamente non sono in grado di introdurti nel circolo sociale giusto che ti permetta quantomeno un lavoro nero al di là del vendemmiare, ma la vendemmia si sa, non dura certo tutto l'anno). Sono tutti affaracci che ho visto sulla pelle di amici e conoscenti. Chi i genitori non li aveva più o per qualche ragione non poteva più conviverci, era diventato un senzatetto con tutte le conseguenze che ti puoi immaginare. Altro che contributi INPS. In Mercosur il lavoro nero è pure imperante, ma gli economisti brasiliani che lamentano l'invecchiamento della popolazione paiono più bugiardi di Pinocchio😂. La popolazione è giovanissima, per lo più, solo che nelle zone più disagiate si lavora in nero, o meglio, qui si mettono in proprio in nero. E non solo i giovani. Nella mia città aprono perfino tanto di cliniche clandestine e il motivo è più che altro la palese e patente ignoranza. La popolazione cittadina è mezzo favelada e non conosce (nè si preoccupa di domandarsi se per caso le leggi tributarie e municipali esistono anche da noi come esistono in Europa, in Nordamerica e in Oceania) un'apice di burocrazia. Vedi quindi spuntare dall'oggi al domani un ortofrutticolo, un minimarket, un mercatino dell'usato, un salone di parrucchiera e nei casi più eclatanti, qualche clinica di minore portata (del tipo trattamenti mani e piedi, perchè arrivare a ingaggiare medici specialisti in nero sarebbe dura anche qui).
Il piemontese, soprattutto nelle aree rurali, è abbastanza chiuso.
Si fida di te se prima si è fidato di tuo nonno.
Anche da queste parti lavorare in nero è una opzione sempre più frequentata.
Questa mattina è venuto l'idraulico a cambiarmi il boiler elettrico.
La fattura?
Meglio il tutto senza Iva.
Funziona così
Ma infatti nel basso Piemonte la cerchia sociale si eredita alla pari dei beni mobili e immobili (nel torinese industrializzato è già tutto l'opposto e infatti i miei cugini che ci abitano hanno sempre goduto di una vita sociale soddisfacente). In Asti e nell'alessandrino sono arrivata a vedere gente, anche giovane, ravanare tra i cestini pubblici dell'immondizia per cercare da mangiare. Vorrei fossero fandonie, ma purtroppo non lo sono. Una mia amica non trovava nemmeno da stirare o altre faccende domestiche in nero. Curiosamente però le donne europee dell'est immigrate trovano da svolgere lavori domestici facilissimamente in barba alla cultura del posto e non credo affatto il motivo stia nei padroni di casa delle zone piemontesi rurali che si erano fidati dei loro nonni in Albania, Romania e dintorni (anzi, queste che fanno le badanti in nero, spesso per loro il lavoro nero è una manna dal cielo, quando al primo nonnulla denunciano la famiglia e un giudice condanna est'ultimaa risarcirle per migliaia e decine di migliaia, dato che la badante in nero ha diritto a tutto).
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