Un giorno ordinario

Andy si sveglia sempre alla solita ora. È una routine così consolidata che a volte è addirittura in grado di anticipare la sveglia di qualche minuto solo per batterla ad una gara di velocità e provare a sé stesso che quello sarà un giorno diverso, un giorno nuovo. Si alza a fatica per posizionarsi seduto e inizia a strofinarsi la faccia, passarsi le mani tra i corti capelli a spazzola e a tendere le braccia fino a toccare il cielo per stirare tutta la schiena, un rituale che ha ripetuto così tante volte da consumarlo. Cerca a tentoni le pantofole per infilarle anche se sa già dove si trovano, sono sempre posizionate sotto la testa del letto, ma la sua routine lo assorbe così tanto che anche gesti che sembrano genuini diventano meccanici. Si dirige verso la cucina contando gli esatti venti passi che separano il letto dal tavolo per la colazione, accende il fornello a gas e prepara con minuziosi piccoli gesti la moka: inserisce la polvere di caffè nel filtro e riempie la base con l’acqua del rubinetto fino al segno di metallo ossidato che si è formato col tempo. Assembla lo strumento e lo posa sulla fiamma, aspetta gli esatti 3 minuti che lo separano dal suo primo caffè della giornata e quando la moka inizia a gorgogliare la toglie dal fuoco e si versa una tazza. Lo beve nero come il carbone, come un vero intenditore; non ha mai amato dolcificarlo, inquinare il sapore amaro della bevanda.

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Con lo stesso numero di passi fatti in precedenza ritorna in camera e si prepara per dirigersi al suo lavoro, come ogni mattina. Indossa la tenuta da lavoro, le scarpe antinfortunistiche e il cappello, qualsiasi sia il tempo fuori casa. Percorre i quaranta passi che lo separano dall’uscio e si trova fuori dall’appartamento a chiudere la porta con doppia mandata. Scende tutta la rampa di scale senza saltare uno scalino fino all’androne. Imbocca il portone e raggiunge la sua auto, una piccola utilitaria segnata dal tempo. Percorre i cinque chilometri che portano al cantiere dove lavora, che è aperto dal primo giorno che Andy ha iniziato a preso servizio nella sua ditta di costruzioni. Non ha grandi mansioni nel suo impiego, è uno dei tanti muratori che si spaccano la schiena sperando che questo lavoro finisca in fretta, ma si rassegna al fatto che, a tirar le somme, ogni incarico successivo sarà uguale al precedente. Anche il suo lavoro risulta routinario. Carica e scarica le macerie, carica e scarica i mattoni da costruzione, carica e scarica gli attrezzi da lavoro, carica il colpo e scarica il colpo sul muro da abbattere. Tutto questo “carica” alla fine “scarica”; è così che si sente Andy, vive la sua vita cercando una carica, ma la routine lo scarica.

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Finito il lavoro affronta il percorso inverso, torna in auto e ripercorre i cinque chilometri per raggiungere il suo palazzo, imbocca il portone, percorre l’androne e tutte le scale senza saltare uno scalino, raggiunge la sua porta, inserisce la chiave e la gira due volte nella serratura ed è dentro. La sua giornata come al solito sta tramontando col sole, ma lui sente dentro di sé una scarica, vuole cambiare qualcosa nella sua routine. Invece che dirigersi al tavolo della cucina come fa ogni giorno, percorre i quaranta passi che lo separano dalla camera per prendere qualcosa dal cassetto del comodino che si trova vicino alla testa del suo letto. Lo impugna stretto e lo porta al tavolo, percorrendo i consueti venti passi, ma che per lui sono nuovi, non li aveva mai fatti a quell’ora del giorno se non per dirigersi a dormire. Si prepara il suo caffè serale con la stessa premura di quello mattutino, lo serve in una tazza e prende dalla credenza una bottiglia di Sambuca col desiderio di correggerlo. Anche questo cambia nelle sue abitudini; è lì seduto sulla sedia a sorseggiare il suo caffè corretto fino all’ultimo sorso e quando anche l’ultima goccia si versa nella sua bocca, Andy d’impeto afferra quella Calibro 45 che aveva appoggiato sul tavolo, la spinge sulle tempie e con un sorriso preme il grilletto. Il giorno dopo è diverso da tutti gli altri, Andy non si sveglia più alla stessa ora, Andy non si sveglia più…

Clifth