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Con questo post diamo il via ad una nuova rubrica del nostro blog dedicata alla scrittura. Condivideremo con voi i migliori racconti nati dalla fervida immaginazione dei più onorabili cantastorie presenti nella nostra comunità disagiata.

La Tragedia

Esisteva un bambino. Egli era un essere speciale, unico nel suo genere, anche se nessuno ne era a conoscenza, nemmeno lui. Scoprì la sua unicità il primo giorno di elementari, quando un gruppetto di compagni iniziò a deriderlo per la sua diversità: non ci volle molto che il resto della classe iniziasse ad isolarlo. Adirato con se stesso, il bambino cominciò a fabbricare una maschera, una maschera sorridente, per nascondere la sua diversità. Il giorno dopo i suoi compagni, non riconoscendolo a riconoscere, incominciarono a ridere e scherzare con lui. Fu il momento più bello della sua vita. Passarono gli anni e non più contento della sua vecchia maschera ne fabbricò altre: ne aveva una per ogni occasione ma una in particolare gli calzava a pennello: era una maschera con un ghignante che stava ad indicare la Menzogna. Si metteva davanti allo specchio e sorrideva al suo riflesso; si piaceva, in certi momenti si amava, amava quel suo sorriso beffardo ed ipocrita. La utilizzava spesso: con i suoi genitori, gli amici, le fidanzate e riusciva sempre a scamparla a figurare bene davanti a tutti, tanto da diventare una persona popolare, tanto da suscitare amore e odio, invidia e adorazione. Fra continui successi personali passarono gli anni, ma arrivato sulla soglia dei quaranta non aveva più bisogno di maschere, ma di Menzogna sì, era ancora lì; come il suo artefice era cresciuta diventando sempre più malefica e famelica di bugie. Menzogna era diventata un'amante per lui, si sentiva un creatore in dovere di amare la sua creatura: la amava, gli procurava continue gioie morali, non carnali, per quello c'erano le donne. Una sera alzò il gomito, un bicchiere di troppo gli annebbiò la vista e la mente.”Quella puttana” pensava “come ha osato mollarmi, per quel... quel...” e stramazzò sul pavimento umido del suo studio, in una pozza di sangue. Si alzò. Non aveva voglia di ricordare il perché del divorzio. Forse era colpa sua, ma non aveva voglia di discutere con le sue maschere: troppo Orgoglio (o Superbia)? Aprì le ante dell’armadio, la prese e la indossò, si sentiva più lucido che mai: era sveglio.
La sua ex-moglie assieme al suo compagno, probabilmente strangolati. Non ci poté credere. Chi può essere stato ad ucciderla? “Io” rispose, ma era Menzogna che parlava, anzi, ormai non c'era più modo di distinguerli l'uno dall'altra. “È finita per te”. La maschera cadde per terra, così si poté vedere riflesso nella pozza di sangue per l'ultima volta e cadde senza impeto ne alcun slancio di vita.

Cos & Clifth

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