O Victoria o Muerte

in #history6 years ago (edited)

Uomini che fanno la storia in una storia fatta di uomini.

Uomini che fanno la storia in una storia fatta di uomini.

Guerre, trionfi, scoperte, sconfitte, invenzioni e tutto quello che possiate immaginare è indistricabilmente legato agli uomini.

Uomini diventati idoli, icone, santi.

Qualcuno è riuscito a diventare tutto. Un idolo delle masse. Un'icona del 900. Un santo per il suo popolo.

Il suo nome era Ernesto Guevara, per tutti "El Che".

Quando si unì a Fidel Castro e agli rivoluzionari cubani per riprendersi Cuba lui era uno straniero. Un dottore argentino pronto ad aiutare la causa.

Sarebbe divenuto il simbolo di tutta Cuba. Lui che cubano non è.

Chiunque sia stato a Santa Clara, Cuba e abbia visitato il mausoleo in suo onore saprà dirvi quanto solenne sia l'atmosfera che si respira in quel luogo.

Un luogo sacro per tutti i cubani e per i milioni di turisti che ogni anno vanno ad omaggiare Che Guevara.

Nulla a che vedere con quelli che dovrebbero essere luoghi sacri, legati alle varie religioni, e che invece sono sempre più simili a mercatini e centri commerciali all'aperto. Luoghi dove il sacro si mescola al profano. A Santa Clara NO. 

Silenzio. Rispetto. No Gadget. No venditori ambulanti. No shop. No clamore.

Li si ricorda uno dei più grandi eroi della storia dell'umanità.

Uno che è passato all'azione.

Uno che in sella alla sua "Poderosa" toccò con mano i soprusi, le violenze e la miseria sulla carne dei sudamericani. Sarebbe rinato in altre vesti. Spogliandosi del camice e indossando la "militare". Sporcandosi le mani e profetizzando la lotta armata contro dittatori senza scrupoli e un America sempre più egemone.

Per tanti ragazzi Che Guevara è solo un volto su una maglia.

Per altri un demone.

L'America aveva paura a tal punto del "Che" da volerlo morto a tutti i costi.

Ci sarebbe riuscita in Bolivia, luogo che Che Guevara avrebbe voluto salvare a tutti i costi, proprio come aveva fatto con Cuba.

Che Guevara è la storia. E' storia romantica di un eroe senza tempo. Una storia che ispira generazioni. Una storia fatta di carne e dolore, di visione e di amore. Una storia che verrà tramandata fino a che l'ultimo uomo respirerà.

Immagine priva di diritti di copyright


Per capire chi fosse Che Guevara immaginate di essere di fronte al suo Mausoleo e di leggere la copia originale dell'ultima lettera che scrisse a Fidel Castro prima di partire verso la sua personale spedizione boliviana:


 L'Avana, Anno dell'agricoltura [31 marzo 1965]
Fidel,mi ricordo in questa ora di molte cose, di quando ti conobbi in casa di Maria Antonia, di quando mi proponesti di venire, di tutta la tensione dei preparativi.
Un giorno passarono a chiedere chi si doveva avvisare in caso di morte e la possibilità reale del fatto ci colpì tutti. Poi scoprimmo che era vero, che in una rivoluzione si vince o si muore (se è vera). Molti compagni sono caduti lungo il cammino verso la vittoria.Oggi tutto ha un tono meno drammatico perché siamo più maturi, ma il fatto si ripete. Sento di aver compiuto la parte del mio dovere che mi legava alla rivoluzione cubana nel suo territorio, e mi congedo da te, dai compagni, dal tuo popolo, che ormai è il mio. 
Rinuncio formalmente ai miei incarichi nella direzione del partito, al mio posto di ministro, al mio grado di comandante, alla mia condizione di cubano. Nulla di legale mi unisce a Cuba, solo vincoli di altra natura, che non si possono rompere con le nomine.Facendo un bilancio della mia vita passata, credo di aver lavorato con sufficiente lealtà e dedizione per consolidare il trionfo della rivoluzione. Il mio unico errore di una certa gravità è stato di non aver avuto maggiore fiducia in te fin dai primi momenti della Sierra Maestra e di non aver compreso con sufficiente rapidità le tue qualità di dirigente e rivoluzionario. Ho vissuto giorni meravigliosi e al a tuo fianco ho provato l'orgoglio di appartenere al nostro popolo nei giorni luminosi e tristi della crisi dei Caraibi. Poche volte come in quei giorni uno statista ha brillato tanto; e sono orgoglioso anche di averti seguito senza esitazioni, identificandomi con la tua maniera di pensare, di vedere e di valutare i pericoli e i princìpi. 
Altre terre del mondo reclamano il contributo dei miei modesti sforzi. Io posso fare ciò che a te è negato per le tue responsabilità alla direzione di Cuba, ed è giunta l'ora di lasciarci.Si sappia che lo faccio con un misto di allegria e di dolore; qui lascio la parte più pura delle mie speranze di costruttore e i più cari tra i miei cari...e lascio un popolo che mi ha accolto come un figlio: ciò lacera una parte del mio spirito. Sui nuovi campi di battaglia porterò la fede che mi hai inculcato, lo spirito rivoluzionario del mio popolo, la sensazione di compiere il più sacro dei doveri: lottare contro l'imperialismo ovunque esso sia; ciò riconforta e cura ampiamente qualsiasi lacerazione.
Ripeto ancora una volta che libero Cuba da qualsiasi responsabilità, tranne quella che emana dal tuo esempio. Che se l'ora definitiva mi raggiungerà sotto altri cieli, il mio ultimo pensiero sarà per questo popolo e specialmente per te. Che ti ringrazio per i tuoi insegnamenti ed esempio e che cercherò di essere fedele sino alle estreme conseguenze dei miei atti. Che mi sono sempre identificato con la politica estera della nostra rivoluzione e che continuo a farlo. Che ovunque andrò, sentirò la responsabilità di essere un rivoluzionario cubano e come tale agirò. Che non lascio a miei figli e a mia moglie niente di materiale, ma ciò non mi preoccupa e mi rallegro che sia così. Che non chiedo nulla per loro, perché lo Stato darà loro quel che è sufficiente per vivere ed istruirsi.
Avrei molte cose da dire a te e al nostro popolo, ma sento che non sono necessarie: le parole non possono esprimere ciò che vorrei e non vale la pena di imbrattare altra carta.
Fino alla vittoria sempre.
Patria o Morte!
Ti abbraccia con tutto il fervore rivoluzionario.
Che 


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Mi hai toccato, ricordandomi la Cuba del viaggio di nozze, 35 anni orsono, adoro Cuba per due motivi, in qualche maniera collegati, il primo è spiegato da te, il secondo è uno dei miei miti dopo Omero, Hemingway che è entrato nella mia vita con spietata malinconia. Grazie Serial

Grazie mille, mi fa sempre piacere vederti sulla stessa lunghezza d'onda.
Spero di essere riuscito in poche righe a tributare qualcosa di importante per una figura cosi leggendaria eppure vissuta solo pochi decenni fa.

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