Jim Carrey è fuori di testa? Analisi per riflettere meglio di uno specchio.

«Jim Carrey è pazzo!»
«Si lo sappiamo tutti da anni.»
«No, no, è totalmente impazzito!!!»
«Perché?»
«Ha detto in una intervista che come attore "tu interpreti dei personaggi, e se approfondisci questi personaggi, ti rendi conto di quanto sia piccola la tua stessa personalità" e che crede "di essere diventato famoso in modo da poter poi abbandonare la fama, e sta ancora succedendo, ma non con me."
Poi ha aggiunto che si veste, si sistema i capelli "ma succede senza di me, senza l’idea di un me. Capisci cosa sto dicendo? È uno strano salto semantico, ma si tratta di un universo a parte rispetto quello in cui si trovano gran parte delle persone. Non sono un continuum. Non esiste nessun me". E' impazzito! Non lo vedi!»
«No, e ti spiego perché»

Tutti conosciamo il buon Jim. Attore eccezionale, istrionico e capace di smorfie incredibili. Ne ha passate molte, il buon Jim, ultima tra tutte la morte della ex fidanzata, con cui si erano lasciati pochissimo tempo prima, e con cui era rimasto legato. La stessa si era suicidata poco tempo dopo la rottura, e questo ha fatto si che Jim venisse indagato nella vicenda.
Un grande attore, un uomo anche molto solo, che non si è abbandonato alla depressione, ma ha iniziato a pensare, a studiare se stesso, e a raggiungere un punto che molti giudicano folle.

In realtà Jim sono anni che va spiegando cose. Tempo fa disse che "non siamo altro che misere formiche destinate a scomparire e a non lasciar alcun tipo di traccia in questo Universo, per quanto ci piaccia pensare che ogni nostra fatica un giorno varrà qualcosa."

Altre volte ha offerto grandi discorsi motivazionali. La questione che spaventa i fan è "cosa sta dicendo Jim a noi?"

Ed ecco la mia idea al riguardo.

Freud faceva questa distinzione:

Molti di noi potranno concordare, molti dissentire, il punto è un altro: oltre a questa divisione c'è un altra divisione possibile oppure no?

La mia idea personale mi dice di si, e proverò a spiegarvi perché, sfruttando la divisione Freudiana.

Dal mio punto di vista ogni persona ha 4 diversi piani di rappresentazione esistenziale di se stesso:

A) l'IO, inteso come ES freudiano, ovvero l'indole, le doti che ognuno ha appena nato, pure e crude.
b) un io immerso nel mondo, che chiamerò un ME e che si può includere l'io e super-io freudiano, e che altro non è che l'insieme di tutte le capacità, desideri, pulsioni, pensieri e quanto altro di ogni persona IN SEGUITO alla contaminazione subita con il contatto nel mondo esterno.
c) Il me che riesco ad esternare, che chiameremo ME ESTERNO, ovvero tutto che quello che riesco a produrre, esternare a parole, in somma il ME che riesco a far uscire dalla mia mente (come scrivere qui, su questo blog).
d) il ME PERCEPITO, ovvero tutto quello che ogni persona riesce a capire di quello che dico, la percezione della mia estrinsecazione, quello che viene compreso del mio messaggio.

Ecco, ricapitolando abbiamo quattro piani esistenziali diversi. Il primo è talmente remoto, talmente primordiale, che potremmo non averne nemmeno più coscienza.
Gli altri tre sono più o meno tangibili, salvo che spesso ci identifichiamo nel ME anziché nell'io.

Ora, cosa è successo a Jim?

Jim, dal mio punto di vista è arrivato all'io. Una volta arrivato all'io si è reso conto, o meglio ha preso consapevolezza, di quello che in realtà ogni uomo è: una formica.
Cerco di spiegare meglio il passaggio.

Finché noi ci limitiamo al ME, ME ESTERNO e ME PERCEPITO noi consideriamo il mondo alla nostra stregua. Ogni cosa che vogliamo capire o con cui vogliamo rapportarci è paragonata, riferita, misurata e soppesata prendendo come paragone noi stessi o chi abbiamo intorno.
Questo piano è estremamente ristretto. Dire sono sfortunato perché i miei amici hanno più cose di me è limitato come punto di vista. Anche a voler dire "sono sfortunato rispetto ai miei amici, ma fortunato nei confronti di molti altri più poveri“ continua ad essere tremendamente errato e limitato, proprio perché si perde di vista la realtà delle cose.
E' infatti convinzione comune che ognuno di noi debba essere fortunato, debba meritarsi certe cose, debba vivere il più possibile, ma la vita non è così. La vita non prevede meriti, né prevede che uno possa viverla integralmente.

Jim è passato quindi da questo piano, al piano dell'io. Questo piano è un piano non spirituale, ma un piano meramente consapevole. Cosa vuol dire?
Vuol dire riuscire a capire quale è la propria indole e liberarla da ogni appellativo, etichetta e quant'altro che il mondo ti ha addossato. Arrivato a questo punto si avrà una maggiore serenità in quanto il mondo esterno verrà visto appunto come una semplice estrinsecazione del ME, e l'io sarà appunto trattato svincolato dalla realtà.

Ma a quanto pare Jim è andato oltre. Dopo aver compreso pienamente il suo io, ha raggiunto un piano ascetico. Un piano dove riesce a vedere il Jim personaggio (ME ESTERNO), il Jim attore (ME) e il vero Jim. Arrivato a quel punto si è fatto una sua idea, in cui il ME ESTERNO e il ME sono come altri universi rispetto a quello dove il vero Jim si trova. E ne prende le distanze, alla sua maniera. Usa il suo ME in maniera strumentale, e non più convinto che il ME coincida con il vero Jim (IO).
Per questo parla di universi diversi, di noi come formiche, di un Jim che non esiste.

Questa spiegazione, personale e che non pretende di essere veritiera, spero sia stata la più chiara possibile.
Posso solo dire che spero che Jim riesca sempre a dare a noi il suo me, e che noi riusciamo a scoprire dietro il suo me quale IO si cieli.