Ali di carta.

in #books7 years ago

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Questa mattina sono corsa dietro dei ricordi. In autobus, in mezzo alla gente, all'improvviso il rumore del mare, il suo profumo. Tutto è partito dal sorriso di un bambino appena venuto al mondo. Poi le voci d'estate del campeggio con i miei, quando la bambina ero io. Avevamo una tenda, era bellissimo. Sgattaiolavo all'alba fuori dalla mia brandina e mi mettevo seduta al tavolo sotto gli alberi subito fuori la tenda, a leggere i miei libri, i miei fumetti e a fantasticare con il naso all'insù, guardando il sole mattutino che filtrava dal folto degli alberi. C'era anche Lilli, il nostro amatissimo cane. Era ancora poco più di un cucciolo e mi trotterellava sempre vicino. Sulla spiaggia a pochi metri dalla nostra piazzola in campeggio, scorrazzava a una velocità che mi sembrava pari a quella della luce. Un piccolo fulmine color caramello che alzava sabbia e spruzzi d'acqua.

Uno dei miei primi ricordi legati alla lettura. Io li a sfogliare pagine su pagine, riga dopo riga, parola dopo parola, persa in un'altra dimensione. C'era la dimensione fantastica, quella dei fumetti e delle storie dove la magia era la protagonista indiscussa.
Le storie ambientate a Topolinia e Paperopoli facevano da sfondo ai miei giochi. Leggevo così tanto e avidamente quelle storie a soli 4-5 anni, che ho insegnato a leggere a mia sorella di soli 3 anni.
Una di quelle estati trascorse in un paesino in riva al mare, in una minuscola edicola/libreria, pregai mio padre di comprare, oltre ai soliti fumetti settimanali, anche alcune copie dei Peanuts. Volumetti sottili e colorati: "Buon compleanno, Charlie Brown!", "Provaci ancora, Charlie Brown!" in cui bambini saggi come filosofi vivevano le loro semplici vite aprendo scenari profondi sull'essere umano, sciorinando perle di saggezza, pagina dopo pagina. Chiaramente questa dimensione "alta" l'ho apprezzata successivamente, rileggendo quelle striscie che tanto mi divertivano da bambina.

Tra i primi testi che ricordo di aver letto e riletto ci sono "I cinque libri" di Gianni Rodari. Favole, filastrocche e luoghi incantati che mi hanno abituata alla moltitudine di suoni e sensi e giochi di parole che una lingua può creare.
Poi con la trilogia "I nostri antenati" di Calvino mi sono avvicinata alla lettura dei romanzi, con Cosimo che viveva staccato dal suolo sui suoi alberi in giardino e un visconte spaccato a metà, tra bene e male, incompleto, cercando una congiunzione tra le due parti di sé.

Dopo qualche anno il mondo inventato da Tolkien mi ha rapita, con la sua complessità, storia e cultura sottostante, oltre la storia narrata. Un universo mondo in cui riflettere, su cui riflettere, a poco a poco. Il tema sempreverde del bene in contrapposizione al male, un eroe protagonista con i suoi aiutanti fedeli pronti ad aiutarlo per portare a termine una missione, l'amicizia, l'amore, l'avventura, la filosofia e l'etica inseriti in un mondo altro dove la magia e il soprannaturale esistono ma non per questo lo rendono distante.
Avevo 13 o 14 anni, una vacanza estiva trascorsa in camper in giro per la Grecia, ogni sera un luogo meraviglioso diverso, e su quelle spiagge e tra quei monti dai panorami dipinti, la mia mente vagava nei boschi abitati da elfi, Hobbit e stregoni. Con il genere fantasy ho imparato a viaggiare nel tempo e nelle dimensioni grazie al solo ausilio della lettura.
Le avventure per mare, amandolo tanto, non potevano certo mancare. Ho letto "L'isola del tesoro", ma le storie di avventurieri e pirati, corsari e tesori da scoprire che più mi hanno fatto innamorare sono quelle raccontate e disegnate con maestria da Hugo Pratt. Nel pieno dell'adolescenza mi sono innamorata di Corto Maltese, ho vissuto con trasporto le sue avventure quasi mitologiche dove l'oceano era uno dei protagonisti indiscussi.

Poi, con qualche anno in più, i libri prediletti sono diventati quelli in cui i protagonisti erano persone come me, simili ma diversi, da conoscere e scoprire.
In altre epoche e in altri luoghi, ho vissuto empaticamente, come fossero in parte anche le mie, le vicende del protagonista adolescente di "Kafka sulla spiaggia" di Murakami, in una dimensione di tumulto interiore vissuto in una realtà onirica e irreale ma in cui le emozioni erano perfettamente condivise dal lettore, da me; mi sono riconosciuta nella strampalata e numerosa famiglia Malaussène raccontata nella saga di Pennac, ho rivisto dinamiche familiari che ricordavano la mia e nello stesso tempo letto tutto d'un fiato quei libri la cui trama in realtà è quella di un giallo o un noir, che sarebbero diventate poi le mie letture preferite, di svago e diletto. Dal Montalbano di Camilleri al commissario Adamsberg di Fred Vargas, arrivando negli ultimi anni al commissario Ricciardi del nostrano Di Giovanni, le storie in cui c'è un enigma da risolvere, un puzzle da ricostruire, una matassa da sbrogliare dirimendo nel frattempo i molteplici strati dell'animo umano, dalle sfaccettature più diverse e le psicologie più intricate, sono tra quelle che più hanno la forza di incollarmi alle pagine per completare quanto prima la lettura.
Sono una lettrice avida, quando un libro mi prende, non riesco a mollarlo se non quando termina, pentendomi poi per non aver fatto durare un po' di più il piacere della storia e la compagnia dei personaggi .
I fumetti, i gialli, i fantasy. Solo alcune delle sfumature della letteratura che mi incantano. In realtà leggo tutto ciò che mi capita a tiro e che dopo 10 pagine o 2 frasi riesce subito a intrattenermi e incuriosirmi.
I romanzi storici, di formazione, le saghe familiari, i racconti di viaggio, la poesia, i romanzi d'amore, la filosofia, i classici greci e latini. La letteratura straniera, giapponese, araba, russa. L'universo della letteratura postcoloniale. Poi i saggi sulla letteratura, il linguaggio, la scrittura, la traduzione per affrontare con occhio più critico è maggiore consapevolezza quell'esercizio che non smetterà mai di appassionarmi che è la lettura.

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C'era una libreria al centro del paese. Le grandi catene non esistevano ancora.
Era piccola e affollata, tappezzata di mensole su mensole cariche di libri di ogni tipo, fumetti, riviste.
La prima cosa che mi colpiva e mi colpisce ancora entrando in una libreria è il profumo di carta stampata.
La sensazione di avere tutta quelle storie, tutta quella conoscenza, esperienza, vita lì a portata di mano e dover solo scegliere.
È questo che amo delle librerie e della lettura. A seconda del momento puoi scegliere dove andare, chi essere, che vita vivere. Puoi essere un conforto, una fuga dalla realtà o un modo per avvicinarsi ancora di più a essa, un filtro per vedere meglio non solo gli altri, ma anche se stessi. Trovare consiglio, trovare le parole per pensieri che non sapevi di avere. Scoprire e immaginare come viveva una donna agli inizi del '900 in Europa o in Egitto, immergersi in un saggio sulla filosofia antica o contemporanea, imparare un po' di più di se stessi e degli altri.

Leggere un libro, sceglierlo, è come scegliere di indossare un profumo. Una fragranza che modifica qualcosa di te. Leggere apre gli occhi sul mondo e se svolge a dovere il suo compito, ti rende migliore, almeno un po', a poco a poco.
Leggere è fare un viaggio. Volare in cieli sconosciuti su ali di carta.
Vedere nuovi mari, nuove terre, nuove città. O semplicemente la propria realtà ma attraverso un'altra lente, nuovi punti di vista che erano nascosti.
Leggere aiuta a mettere a fuoco, in primo piano, qualcosa che era perso nella nebbia della quotidianità.

Dipaniamo quella foschia, voliamo alto e vediamo un po' più chiaro. O almeno ci proviamo.

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[Foto scattate dall'autrice con Nikon d3100 e Nexus 5]

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Meraviglioso.

:) meravigliosi gli amici di carta :D

Bentornata stella ^_^

Bello...

Grazie Nick!

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