Riflessioni di Natale di un non credente - Christmas reflections of an unbeliever

Natale si avvicina e il tempo per postare su Steemit diventa difficile da trovare. Passerò le feste a casa della mia donna, senza un computer e con molte cose migliori da fare che isolarmi dalla realtà per mettermi a scrivere con lo smartphone. Avrei voluto scrivere un raccontino inquietante e blasfemo di ispirazione insieme biblica e lovecraftiana, ma a questo punto tempo proprio che lo farò la settimana prossima, aiutato dallo stato allucinatorio dovuto alla digestione dei bagordi natalizi. Invece del mio intervento disturbante e sarcastico, scriverò qui qualche riflessione più seria e positiva. Ecco a cosa mi porta la mancanza di tempo: ad abbandonare la maschera da Grinch, che indosso tutto l’anno! Che scalogna!

Da più di metà della mia vita ho smesso di praticare il cristianesimo, perciò, sembrerebbe un controsenso che io continui a festeggiare la nascita di Gesù Cristo. Invece, non mi è difficile trovare un significato importante nella festa del Natale.

Per me il Natale è la festa della famiglia.

La sua collocazione temporale, poco dopo il solstizio d’inverno, quando le giornate sono le più corte dell’anno, gli conferisce un’atmosfera di intimità, di raccoglimento, di voglia di stare in casa, al caldo, di riunirsi in una stanza illuminata a festa mentre fuori dalle finestre il giorno è smorto, grigio.

Il Natale mi trasmette una sensazione quasi uterina, con il colore rosso delle decorazioni, la cucina ricca, la musica carezzevole e fiabesca, le presenze care che si stringono attorno, i doni. Tutti gli elementi di questa festa sembrano richiamare una situazione di calore, raccoglimento, immediata soddisfazione di tutti i bisogni e piacere sensoriale che mi fanno immaginare una situazione prenatale, di sacco amniotico e di cordone ombelicale che proteggono e nutrono, di rapporto tra madre devota e figlio.

Del resto, che cosa si vede nel presepe? La rappresentazione di una famiglia. Tra l’altro, una famiglia complicata, come quasi tutte quelle vere. La capanna, o la grotta, foderata di paglia o muschio, con il bue e l’asinello a riscaldarla, trasmette la stessa sensazione di raccoglimento intra-uterino, di coccole “inter nos”. I pastori e i Re Magi non sono forse come gli amici e i parenti in visita, che contribuiscono allo scambio di gratificazione e coccole con gli auguri e i doni?

Anche senza credere, il Natale mi è sempre piaciuto tantissimo. È un’oasi di calore e colore nel freddo inverno, è un momento di convivio e di carezza per rinsaldare i legami con i nostri cari o ribadirli, anche solo con una telefonata gioiosa e qualche verso stonato di un canto.

In fondo, forse, la grande popolarità delle figure di Maria, Giuseppe e Gesù Bambino è dovuta al fatto che rispecchiano un po’ la cerchia intima che ciascuno di noi considera famiglia.

Buon Natale!

[English translation]

Christmas is approaching and the time to post on Steemit becomes hard to find. I’ll spend the holidays at my woman's house, without a computer and with many better things to do than isolate myself from reality to write with my smartphone. I’d have liked to write a disturbing and blasphemous story, of inspiration both biblical and Lovecraftian, but at this point I’ll do it next week, helped by the hallucinatory state due to the digestion of Christmas revelry. Instead of my disturbing and sarcastic intervention, I’ll write here some more serious and positive reflection. Here's what the lack of time brings me: to abandon the Grinch mask, which I wear all year round! What a pain!

For more than half of my life I stopped practicing Christianity, so it would seem a contradiction that I continue to celebrate the birth of Jesus Christ. Instead, it is not difficult for me to find an important meaning on the Christmas holiday.

For me, Christmas is the family holiday.

Its temporal location, shortly after the winter solstice, when the days are the shortest of the year, gives it an atmosphere of intimacy, recollection, desire to stay at home, in the heat, to meet together in a room lit up for partying while outside the windows the day is dull, gray.

Christmas gives me an almost uterine feeling, with the red color of the decorations, the rich cuisine, the caressing and fairytale music, the dear presences that cling around, the gifts. All the elements of this festivity seem to recall a situation of warmth, recollection, immediate satisfaction of all needs and sensory pleasure that makes me imagine a prenatal situation, of amniotic sac and umbilical cord that protect and nurture, of relationship between devout mother and son.

After all, what do you see in the nativity scene? The representation of a family. Among other things, a complicated family, like almost all the real ones. The barn, or the cave, lined with straw or moss, with the ox and the donkey to warm it, transmits the same feeling of intra-uterine recollection, of "inter nos" cuddling. Are not the shepherds and the Three Wise Men like visiting friends and relatives, who contribute to the exchange of gratification and pampering with wishes and gifts?

Even without believing, I always loved Christmas so much. It’s an oasis of warmth and color in the cold winter, it’s a moment of conviviality and caress to strengthen ties with our loved ones or to reiterate them, even with a joyful phone call and some off-key verse of a song.

After all, perhaps, the great popularity of the figures of Mary, Joseph and Child Jesus is due to the fact that they reflect a little the intimate circle that each of us considers family.

Merry Christmas!

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All images are my own unless otherwise cited.

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