Il pericolo da cui le banche centrali non possono proteggere i trader (non-crypto)

in #azioni7 years ago

Le azioni Americane / Europee che salgono hanno un motivo valido per farlo, principalmente spinti dalla crescita sincronizzata delle maggiori economie mondiali.

Analizziamo dunque che cosa molti investitori (non-crypto) si stanno domandando e di cosa hanno attualmente paura. E cerchiamo di comprendere quali sono quelle davvero preoccupanti.

  1. FOMO (fear of missing out), cioé la paura di mancare il rally degli assets finanziari (fiat), che é un comportamento che incoraggia investitori che sono attualmente sotto-investiti, o che hanno mancato questo bull market, ad entrare. Questo fa paura a molti perché solitamente é un segnale della fine di un rally, di una tendenza.

  2. La paura di essere alla fine di un ciclo, quello della ripresa (post 2009). Di solito i cicli finiscono con qualche bolla che scoppia. Quale sarà? Per ora non si vede segno, le crypto non hanno, per il momento, abbastanza importanza per essere di rilevanza sistematica rispetto all'economica mondiale.

  3. Nel 2000 abbiamo avuto le dot.com, nel 2007 i CDO (contratti sintetici di prestiti immobiliari). Molti asset sono costosi in questo periodo storico, ma non siamo in una bolla che possa attivare un ciclo di riduzione della leva finanziaria (deflazionistico).

  4. La paura che le banche centrali stiano ritirando la liquidità e quindi rendendo le condizioni finanziarie meno favorevoli, ma questo non é il caso, e si vede con quello che succede con Bitcoin, l'esuberanza é figlia dell'eccesso di liquidità che c'é nel sistema finanziario (fiat, che sia ben chiaro). Questo fa paura a certi investitori perché hanno paura che i tassi d'interesse aumenteranno, ma questo non succederà nel breve o medio termine, il QE (Quantitative Easing) é ancora li che inietta liquidità, i tassi rimarranno abbbastanza bassi a lungo ancora.

  5. E questo ci porta all'ultima paura che gli investitori hanno, la preoccupazione che l'inflazione in dollari aumenti velocemente per "colpa" della tax-cut di Trump e per la bassissima (apparente) disoccupazione Americana. Il fatto é che il mercato del lavoro ha ancora una quantità enorme di rallentamenti strutturali: una percentuale molto più bassa della forza lavoro adulta viene impiegata ora di quanto non fosse un decennio fa. La quota di partecipazione è crollata dopo la crisi e non si è ancora alzata. Un'attenzione forte sul tasso di disoccupazione è fuorviante.
    E come Goldman Sachs ha evidenziato Venerdì scorso, la recente riforma fiscale potrebbe comportare prezzi più bassi, quindi un effetto di deflazione, dato che le società useranno il nouvo cash (rimpatriato o risparmiato dalle tasse piu basse) per farsi guerre sui prezzi dei loro prodotti (per cercare di grattare un po di fetta di mercato). Questo effetto contrasterà la poca inflazione che abbiamo già in America.

Allora quindi, perché ci dovremmo preoccupare?

L' unico dei rischi su cui siamo tutti d'accordo è una potenziale guerra commerciale globale indotta da Trump, che promulga misure protezionistiche, appunto una sua recente dichiarazione porta a pensare che ci siamo vicini, particolarmente fra gli Stati Uniti e l'Asia, con aumento di tariffe. Qualsiasi intensificazione su questo fronte sarebbe una vera preoccupazione nell'immediato, gli altri punti discussi sopra non lo sono a mio avviso.

Cosa ne pensate?

Queste riflessioni sono frutto della mia conoscenza e ragionamenti fatti durante la mia giornata tipica di lavoro, sempre sul pezzo!

Seguitemi, vi abbraccio

Sort:  

Interessante la tua definizione come bassa disoccupazione “apparente” negli States

Coin Marketplace

STEEM 0.17
TRX 0.15
JST 0.028
BTC 58027.38
ETH 2358.35
USDT 1.00
SBD 2.38