Cenni di arte contemporanea cinese fra economia ed espressione
L'attenzione che negli ultimi anni ha attirato a sé il “colosso asiatico” cinese non è di certo solo stata causata del suo rapidissimo e vertiginoso sviluppo economico. Nel giro di poco più di un trentennio è riuscito infatti a creare una vera e propria sintesi fra un modello economico di mercato ed uno pianificato di stampo socialista.
La serie di riforme e la graduale apertura della seconda metà degli anni settanta ha permesso a questo paese di posizionarsi in breve tempo ai primi posti per prodotto interno lordo mondiale1, riuscendo a trovare una maniera per far coesistere un proprio sistema politico con le necessità di sviluppo economico.
Non c'è nulla di cui meravigliarsi se a partire dagli anni settanta, proprio grazie a quelle riforme di apertura promosse da Deng Xiaoping (1904 – 1997), si assiste ad un globale e graduale “risveglio” non solo in campo economico ma anche in quello artistico.
Sebbene la maggior parte degli studiosi consideri proprio il periodo che parte dalla seconda metà degli anni settanta come lo spartiacque per ritenere ‘contemporanea’ la produzione artistica cinese da questo periodo in avanti, tuttavia esiste una seconda corrente che preferisce considerare 'contemporanea' tutta la produzione a partire dagli anni che seguono la fondazione della Repubblica popolare Cinese (1949). Ne è un esempio la ricercatrice Francesca Dal Lago che proprio a questo riguardo sostiene che sia più “completa” una visione di questo tipo, poiché:
“In questa lettura, il filone costitutivo dell'arte degli ultimi due decenni, definita essenzialmente da un atteggiamento di rifiuto e contestazione nei confronti della cultura ufficiale, può essere direttamente collegato alle forme, le istanze e l'ideologia contro le quali tale rifiuto si è rivolto, e all'indiscutibile influenza esercitata dall'arte 'politica' sulla più recente produzione a livello tecnico, compositivo e spesso anche concettuale.” 2
È possibile a mio avviso distinguere queste due posizioni seguendo la logica da cui nascono; la prima sembra porre l’attenzione sul momento di rottura e di cesura che sembra coincidere con la morte del presidente Mao, da questo momento in poi, l’arte sarebbe stata libera di sperimentare e sviluppare continuamente nuove forme. In questo caso sarebbe proprio il momento di rottura a far si che il passato di questi giovani artisti possa diventare materiale di creazione artistica.
La seconda sembra basarsi al contrario sul rapporto di continuità che si instaura fra le nuove istanze artistiche e gli avvenimenti del recente passato, che di volta in volta può essere vissuto come una ferita o come un vuoto e perfino apertamente criticato o deriso. L’attenzione viene posta in questo caso sugli stessi avvenimenti che diventeranno poi il materiale da cui partire.