Lezioni di vita da Lady Oscar.

E’ molto più di un semplice cartone animato, è un insieme di insegnamenti, trasmette valori e andrebbe fatto vedere a scuola.
Prima di tutto è uno spaccato di storia dove c’è la rivoluzione francese a fare da sfondo alle vicende dei protagonisti: dalla salita al trono di Luigi XVI fino allo scoppio della rivoluzione.
Potrebbe essere un modo più accattivante di insegnarla, per capirla veramente; potrebbe essere un’aggiunta al classico libro di storia così noioso agli occhi degli studenti.

disegno fatto dall'autore

Ad un’analisi superficiale, può sembrare che il maschilismo faccia da padrone indiscusso, la sigla infatti non promette nulla di buono: “Il buon padre voleva un maschietto ma ahimè sei nata tu”.
Il padre in questione è un generale e per puro egoismo e capriccio, preclude alla figlia una vita da donna, educandola e crescendola come un uomo, dandole anche un nome maschile: Oscar (ovviamente la madre non conta un accidenti, è sempre una figura nell’ombra).
Scelte del genere hanno delle conseguenze, creano traumi.

foto di proprietà dell'autore

Oscar è un esempio di virtù, integrità, bontà d’animo e fascino. Riesce a fare carriera diventando capitano delle guardie reali, non senza ostacoli ovviamente in quanto donna.
Soffre per quel corpo di donna intrappolato dalla divisa: è esposta ai pericoli, affronta battaglie. Ovviamente questo il padre non l’aveva preventivato.

Rifiuta l’amore nel modo più assoluto, scoprendolo troppo tardi perché a lei non era stato concesso di innamorarsi e sposarsi. Neanche a questo aveva pensato il simpatico paparino che ormai vecchio si pente e le domanda perdono per la vita che le aveva scelto, senza nessun diritto.
E’ un’eroina Oscar e muore in modo memorabile, abbandona la nobiltà e combatte per la rivoluzione, perdendo la vita proprio quando attaccano la Bastiglia.
Quindi oltre al maschilismo c’è molto di più: amore e giustizia, sofferenza e rinascita, determinazione e grinta.

Andrebbe rivisto da adulti, per capirlo e guardalo con occhi nuovi. Lo trovo anche incredibilmente moderno, per chi soffre del corpo che si ritrova perché dentro si sente tutto il contrario; per chi vive un amore contrastato o non corrisposto; per chi crede ancora nella giustizia.
Ci si immedesima e si trova inevitabilmente una parte di sé.

Perché in fondo siamo tutte un po’ Oscar. Ridiamo e piangiamo con lei, amiamo con lei e ci immoliamo insieme a lei.