L'Inter suona l'ottava: Supercoppa italiana review - Inter plays eighth: Italian Supercup review -

in Italy7 months ago (edited)

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L'allenatore dell'Inter, Simone Inzaghi. Werner100359, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons

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PER INZAGHI E' RECORD: QUINTO SUCCESSO

Con la vittoria dell'Inter, 1-0 sul Napoli nella finale di lunedì scorso, è passata alla storia anche l'edizione numero 36 della Supercoppa Italiana, trofeo che si disputa ininterrottamente dal 1988 e che, fino alla precedente edizione, metteva di fronte la squadra campione d'Italia con quella capace di conquistare la Coppa Italia (o la finalista, nel caso in cui fosse la stessa).

Da quest'anno infatti, dopo l'accordo siglato con l'Arabia Saudita, la quale si è assicurata anche le prossime due edizioni e quelle del 2028 e 2029, il format è stato cambiato per aumentare la spettacolarità dell'evento, trasformandolo in una final four "alla spagnola" e coinvolgere anche la seconda classificata dell'ultima Serie A, oltre alla finalista della precedente Coppa Italia.

Tuttavia, non tutto è andato secondo i piani della Lega Calcio e la quarta esperienza saudita della manifestazione, la prima a quattro squadre, si è rivelata foriera di parecchie ombre e poche luci. Gli arabi si sono dimostrati piuttosto risentiti del fatto che tra le partecipanti non fossero incluse alcune realtà top del nostro movimento, come Milan e Juventus, e già a partire dalla scelta della sede e delle date, cambiate più volte, erano maturati i primi malumori.

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L'Al- Awwal Park Stadium di Ryad, teatro della Supercoppa italiana 2023.. Alina.chiorean, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons

In altre parole, senza grandi squadre, niente stadio principale, ed è così che la Supercoppa è stata costretta a migrare dallo Stadio internazionale Re Fahd di Ryad, che l'anno scorso aveva ospitato il derby tra Milan ed Inter davanti a quasi sessantamila spettatori, al decisamente più piccolo Al- Awwal Park Stadium, impianto posto sempre nella capitale ma dalla capienza di poco più di un terzo.

E tutto si può dire degli arabi, tranne che non abbiano visione lunga sugli eventi. Le prima semifinale, disputata tra Napoli e Fiorentina, ha fatto registrare a mala pena settemila spettatori, mentre quella più appetibile per il pubblico, la gara tra Inter e Lazio, non è arrivata nemmeno a diecimila paganti. Tutto ciò nonostante nei biglietti, venduti a prezzi stracciati, gli hotel avessero inserito gratuitamente persino il passaggio in auto.

Venendo al campo, entrambe le partite si sono concluse con la larga affermazione (3-0) delle due finaliste, sebbene frutto di situazioni molto diverse. Più equilibrata la sfida tra Napoli e Fiorentina, con i viola a fallire il calcio di rigore del possibile 1-1 nel primo tempo e i partenopei bravi a chiuderla in contropiede nel finale, decisamente più indirizzata dalla parte nerazzurra quella tra Inter e Lazio.

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A sinistra, il capitano dell'Inter, Lautaro Martinez. Erjonallaraj, CC BY-SA 4.0, da Wikimedia Commons

Dominio degli uomini di Inzaghi netto addirittura oltre il largo risultato finale e mai in discussione in tutti i novanta minuti, ma il calcio di rigore del 2-0 fischiato a Lautaro Martinez dopo la revisione al VAR, con tanto di sceneggiata rotolante e sguardo furbetto di quest'ultimo all'indirizzo dell'arbitro, ha lasciato un po' perplessi.

Decisamente meglio per lo spettacolo la finale, che ha fatto registrare quasi il tutto esaurito (circa venticinquemila spettatori) ed è vissuta sull'incertezza fino alla battute conclusive, quando ancora una zampata del capocannoniere della Serie A è valsa il primo trofeo stagionale per l'Inter.

Anche in questo caso tuttavia a dominare sono state le polemiche per la direzione dell'arbitro Rapuano, che ha tenuto un metro di giudizio diverso tra il primo e il secondo tempo sull'assegnazione dei cartellini disciplinari, perdonando gli interventi dell'interista Calhanoglu e mostrando invece una fiscalità eccessiva (specialmente nella prima sanzione) sul giocatore del Napoli, Giovanni Simeone, ammonito due volte nel giro di cinque minuti.

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L'allenatore del Napoli, Walter Mazzarri. Anders Henrikson, CC BY 2.0, da Wikimedia Commons

In dieci contro undici per oltre mezz'ora, il Napoli ha mostrato una coraggiosa resistenza, ma si è dovuto arrendere a poco più di tre minuti dal triplice fischio, che avrebbe portato le due finaliste ai calci di rigore. L'allenatore della squadra campana, Walter Mazzarri, scimmiottando un po' quanto accaduto nella finale di Supercoppa del 2012 persa contro la Juventus, è entrato immediatamente in silenzio stampa, rifiutandosi di partecipare alla premiazione.

Più morbido, a sorpresa ma non troppo, il presidente Aurelio De Laurentiis, che ha evitato di puntare il dito direttamente contro il direttore di gara, preferendo parlare più genericamente di "palesi difficoltà della classe arbitrale". E sul re dei cinepanettoni di certo non si può dire che non conosca la comunicazione e le "regole del gioco": sparare a zero contro qualcuno porta sempre titoli e pacche sulle spalle, farlo contro qualcun altro molto meno.

Se poi si intravede un processo sportivo all'orizzonte, molto meglio fare buon viso a cattivo gioco e nell'occasione voltarsi dall'altra parte, dato che in questo momento gli "amici" evidentemente servono tutti. Da segnalare infine gli indegni fischi piovuti dagli spalti dell'impianto saudita nell'occasione del minuto di silenzio in memoria di Gigi Riva.

Ce ne sarebbe abbastanza per battere i pugni e pretendere rispetto e, alla mala parata, persino stracciare i contratti, come non hanno pensato due volte di fare i turchi in occasione dei divieti imposti sull'esibizione di alcuni simboli politici, ma dalla Lega Calcio nessun commento: i soldi comprano anche i silenzi, non di tutti, ma di certo dei più pavidi.

Statemi bene, alla prossima!

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Ciao @frafiomatale, spero di non avere questa espressione lunedì prossimo quando vedrò i risultati delle previsioni, mi riferisco all'uomo della prima foto, la verità è che mi sentivo un po' alla deriva, la settimana scorsa ho analizzato e analizzato e come dici tu, che massacro, ieri no, ho analizzato, non ho analizzato hahahaha, vedremo cosa succede, Dio mi aiuti.
Ti auguro una notte felice

😂 Ma sai, lui è molto serio, ma è l'allenatore dell'Inter, la squadra più forte d'Italia... In effetti avete qualcosa in comune dato che tu sei per il momento il più forte del gioco.

NON guarderò più queste partite, ho sofferto e sofferto hahahaha, meglio aspettare i risultati lunedì sulla rivista.

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