De Gregori profeta del pallone (ma non aveva previsto Cutrone) - De Gregori ‘prophet’ of football (but he did not predict Cutrone) [Multilanguage]

in Italy2 months ago (edited)

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Francesco De Gregori, Michael Barera, CC BY-SA 4.0, da Wikimedia Commons

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DERIVE PERICOLOSE

Correva l'anno 1982 e a giugno, poco prima che l'Italia del calcio si laureasse Campione del Mondo per la terza volta, il cantautore romano Francesco De Gregori pubblicava un album dal titolo piuttosto inquietante, ma allo stesso tempo ambizioso: "Titanic".

Nove brani, per una durata complessiva inferiore ai quaranta minuti, destinati ad entrare nella storia della musica italiana soprattutto per i più rappresentativi tra essi: "Caterina", dedicato alla cantante folk Caterina Bueno, con la quale De Gregori realizzò diversi tour musicali, ma soprattutto "La leva calcistica della classe '68", conosciuto e canticchiato tra gli altri anche da generazioni di amanti del pallone.

🎵 Ascolta qui il brano "Caterina"

🎵 Ascolta qui il brano "La leva calcistica della classe '68"

Il protagonista della canzone è Nino, un ragazzino di 12 anni che riesce finalmente a realizzare il suo sogno di disputare un provino per entrare in una squadra di calcio. Il testo, molto poetico e allo stesso tempo metaforico sulle difficoltà che ognuno di noi può incontrare nella vita, recita così:

Ma Nino non aver paura a sbagliare un calcio di rigore
Non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore
Un giocatore lo vedi dal coraggio
Dall’altruismo e dalla fantasia.

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La cantante Caterina Bueno, accompagnata da Francesco De Gregori (a sinistra). AnonimoUnknown author, Public domain, da Wikimedia Commons

E di calciatori, destinati a sbagliare calci di rigore anche decisivi per le sorti di competizioni importanti, è piena la storia del calcio. Il testo di De Gregori sembra oggi quasi profetico di ciò che sarebbe capitato alla Roma, squadra del cuore del cantautore capitolino, soltanto due estati più tardi, quando nella finale "casalinga" disputata allo stadio Olimpico i giallorossi persero proprio nell'epilogo dei calci di rigore contro il Liverpool.

Gli errori decisivi furono compiuti proprio da due dei più importanti calciatori della Roma, protagonisti dello scudetto vinto un anno prima nonché campioni del Mondo nel 1982, Bruno Conti e Francesco "Ciccio" Graziani, che non per questo diventeranno meno amati dai tifosi.

E che dire di Roberto Baggio, forse il più grande talento della storia del calcio italiano? Fresco della vittoria del Pallone d'Oro, il fantasista vicentino trascinò a suon di goal e magie l'Italia fino alla finale dei mondiali americani del 1994, ma un suo errore dal dischetto consegnò di fatto al Brasile la Coppa, dopo che tempi regolamentari e supplementari si erano conclusi a reti bianche.

Macchie innegabili all'interno di carriere straordinarie, che tuttavia di certo, come sostenuto dallo stesso De Gregori nella sua canzone, non hanno contributo a cambiare i giudizi sui protagonisti sopra citati. In fondo stiamo parlando pur sempre di sport, nel quale la differenza tra il vincere e il perdere passa spesso per una serie di dettagli.

De Gregori, classe 1951, ha compiuto ad aprile 73 anni. Da quel "Titanic" ha pubblicato ancora quattordici album in studio, con l'ultimo, "Pasticche", che risale allo scorso aprile, realizzato insieme al cantante e attore comico, Checco Zalone). Gira ancora l'Italia in concerto, esibendosi nei migliori pezzi del suo repertorio, ma non so se i tempi moderni gli consiglierebbero di riscrivere una canzone come "La leva calcistica della classe '68".

Oggi, al tempo dei social network, in cui tutti al riparo dietro un nickname e un monitor si sentono legittimati a poter scrivere qualunque cosa passi loro per la testa, compresi insulti e minacce, anche un semplice gesto sportivo può diventare motivo di odio.

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Patrick Cutrone, ai tempi in cui vestiva la maglia del Valencia. Valencia CF, CC BY 3.0, via Wikimedia Commons

Significativa dei tempi che corrono è purtroppo la vicenda occorsa all'attaccante del Como, Patrick Cutrone, che dopo aver fallito un calcio di rigore nell'ultima partita di campionato, si è visto bersaglio sui profili social di diversi insulti e addirittura minacce di morte, rivolte anche alla famiglia.

Non che la cosa sarebbe più giustificabile, ma non stiamo parlando di una finale di Champions League o dei Mondiali, ma di una partita di campionato tra Udinese e Como, disputata soltanto alla terza giornata del campionato di Serie A.

Unanime il coro di sdegno e la solidarietà nei confronti del calciatore (alla quale mi unisco, augurandogli ogni successo per il futuro), anche da parte di quei giornalisti che con la loro opera tuttavia sono da anni impegnati a fomentare il clima di esasperazione, sospetti e odio che tanto sostengono di disprezzare.

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L'ex attaccante del Milan, Patrick Kluivert, legge una copia della Gazzetta dello Sport. Public domain image

Da venticinque anni a questa parte, in un crescendo imbarazzante, si è voluto gettare costantemente benzina sul fuoco che ardeva attorno al mondo del calcio. Per vendere una copia in più si sono creati e alimentati dal nulla casi e scandali, stravolta la realtà o omessa la parte più "sconveniente", alimentando il cosiddetto "sentimento popolare".

Che è di solito considerato cosa legittima, salvo poi accorgersi delle sue pericolose derivazioni, che rischiano di sfociare in violenze e altri atti criminali. Ah, quanto erano migliori i tempi in cui un calciatore non doveva "aver paura di sbagliare un calcio di rigore"! Sarebbe proprio ora di farli ritornare.

Statemi bene, alla prossima!

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La leva calcistica della classe '68 è una canzone stupenda. Nella sua semplicità descrive le emozioni uniche che regala il calcio. Poesia lontana, purtroppo, dal caso Como.

Leggevo stamattina che Dazn ha perso ancora altri spettatori, un milione e mezzo in meno rispetto a due stagioni fa per la terza giornata.
So che può sembrare il solito discorso dello juventino frustrato, ma penso che i fatti mi stiano dando ragione. Le istituzioni hanno reso il calcio una barzelletta, il caso plusvalenze francamente è una vergogna, mentre i giornali fomentano per di più sentimenti di astio ad ogni minima occasione. Ecco che nascono gli imbecilli, quelli che si permettono di minacciare un calciatore per un rigore sbagliato o che vedono il calcio ormai come una guerra.
Ma francamente amico mio, dopo un PM che dice tranquillamente di essere un odiatore e poi guarda caso dalla sua inchiesta illegittima fa condannare una squadra o il presidente del Senato (parliamo della seconda carica dello stato, sta cosa mi manda ai pazzi...) che dice di voler affossare una squadra, ma che credibilità ha ancora il calcio?
La mia sensazione è che per salvarne una, quella che 25 anni fa si è fatta vincere a forza perché non vinceva mai, si stia sfasciando tutto il resto.
Fine della filippica 😂, grazie per essere passato

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Buona notte, oggi è stata una giornata dura, sono molto stanco, andrò a dormire presto.
Un abbraccio

Fai bene il riposo è fondamentale per essere produttivi, buona giornata carissimo!

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