SISTEM | La mente rielabora i nostri ricordi: i "falsi ricordi" e la manipolazione della memoria

in #steemit-italia5 years ago (edited)


Diverse ricerche scientifiche mostrano come i nostri ricordi siano ricchi di dettagli falsi e di come sia facile manipolarli.


Post aderente al progetto SISTEM: Steemit-Italia STEM

Introduzione

La memoria è un tema che ha sempre affascinato gli studiosi e che si interseca con numerosi ambiti, dalla letteratura, alla psicologia, dai film, alla medicina. Studiata da generazioni, rimane tuttora un argomento ricco di misteri, nonostante i numerosi progressi in ambito neurologico e psicologico che sono stati fatti per caratterizzarla.

Secondo Oscar Wild, la memoria è come "un diario che ognuno di noi porta con sè"; infatti la memoria è caratterizzata da quelli che sono i ricordi, grazie ai quali si definisce la nostra identità e personalità, che racchiudono le nostre esperienze e ci consentono di interpretare il mondo circostante.

I falsi Ricordi

Il ricordo non ha solamente la funzione di far rivivere (con il pensiero) le nostre esperienze, belle o brutte che siano state; piuttosto le rielabora e ricostruisce costantemente subendo l'influenza di determinati fattori, come la nostra personalità o il condizionamento che subiamo dal contesto sociale e culturale in cui ci troviamo.

Esiste inoltre un aspetto che molti ignorano, tipico soprattutto di coloro che si vantano di avere una memoria di ferro: la maggior parte dei nostri ricordi sono caratterizzati da numerosissimi errori. Tali errori si manifestano con quelli che vengono denominati "falsi ricordi" e chiunque, nessuno escluso, ne subisce gli effetti. Questi falsi ricordi si creano perchè la nostra memoria è influenzata dalle emozioni, da rievocazioni successive che non sono sempre accurate, da eventi che vengono ricostruiti attraverso associazioni che, a loro volta, possono contenere errori e informazioni poco precise.

La nostra memoria è facilmente influenzabile da emozioni, traumi e persone appartenenti alla nostra sfera emotiva.

Ad esempio, nel 2008 il team del dr. Diekelmann ha dimostrato quanto la perdita di sonno influenzi in modo decisivo la formazione dei falsi ricordi. Il sonno è un aspetto fondamentale per salvaguardare le proprie funzioni cognitive poiché durante questa fase, la nostra mente riorganizza, rielabora e gestisce tutti gli eventi appena vissuti e le immagini che abbiamo catturato durante il giorno, per poi effettuare una valutazione tra le informazioni che devono essere fissate nella memoria e quelle che invece sono inutili. Ad ogni modo possono essere messi in atto due meccanismi differenti:

  • sufficienti ore di sonno contribuiscono al consolidamento e sviluppo di nuove sinapsi, che permettono di trattenere nuove informazioni in determinati circuiti neuronali e che rinforzano la memoria a lungo termine;
  • al contrario, la privazione di ore di sonno non assicura la messa in atto di tale meccanismo, che causa una ridotta capacità di apprendimento, ridotta possibilità di ricordare più informazioni, aumento delle dimenticanze e incremento della formazione di falsi ricordi.

In un recente studio intitolato Fictional first memories del dr. Akhtar (2018) su Psychological Science, su un campione di 6.641 soggetti intervistati, circa il 40% sosteneva di avere ricordi della primissima infanzia, di cui la maggior parte risalivano a un'età media di 2 anni, ed in alcuni casi persino ad avere memoria del primo anno di vita; questa tendenza risultava essere presente particolarmente negli adulti e negli anziani. Per verificare la veridicità di tali dichiarazioni, i ricercatori hanno messo alla prova gli intervistati che avrebbero dovuto raccontare tutti quegli episodi che sostenevano risalire alla prima infanzia di cui ne avessero memoria diretta. Di questi racconti ne è stato esaminato il tipo di linguaggio utilizzato per descrivere i ricordi e da questo, i ricercatori hanno concluso che tali memorie erano pressoché false.

La possibile spiegazione a tale fenomeno data dai ricercatori è che il ricordo, che sembra appartenere alla memoria episodica, pur essendo percepito in maniera vivida e realistica, non è altro che una rappresentazione mentale costruita dalla nostra mente basandosi su frammenti di ricordi originali, che si fondono e a cui si sovrappongono nuove informazioni, spesso fornite da altre persone o da esperienze posteriori. Questa tendenza può verificarsi se ad esempio un genitore racconta spesso al proprio figlio momenti di quando era bambino, delle abitudini che aveva o "di come piangeva nel passeggino"; in questo modo si fornisce una "versione" di un ricordo che viene interiorizzato e che inconsciamente può arricchirsi anche di svariati dettagli falsi. Questi ricordi, che in realtà rappresentano situazioni mai accadute o non accurate, vengono percepiti come ricordi assolutamente originali al punto che tali soggetti non accettano il fatto che possano essere fittizi. Non accettare che qualcosa di così intimo sia falso è spiegato da un punto di vista psicologico e neurofisiologico dal fatto che i sistemi cerebrali che ci consentono di avere dei ricordi, sono estremamente complessi e una distorsione di questi, anche se presunta, crea un conflitto tra l' Io che vive l'esperienza e l'Io* che ricorda.

Campi di sperimentazione

💡 Sapevi che...?
Danni al lobo temporale e frontale esitano in una maggior possibilità di avere errori nella memoria. Studi più recenti hanno dimostrato come la conservazione della memoria, i ricordi, siano a carico delle aree cerebrali dell'ippocampo e del giro dentato.

Queste aree fanno parte di un più ampio circuito, quello del sistema limbico, a cui afferisce anche l'amigdala e connessioni con i lobi temporali e frontali. In altre parole, questo giustifica perché emozioni, affetti e sensazioni possano influenzare la memoria e quindi i ricordi. Fonte dell'immagine.

Numerose ricerche vengono avviate sul campo della memoria, tra gli scienzati più esperti un nome primeggia su tutti, quello della dottoressa Elizabeth Loftus dell'Università della California, psicologa cognitiva e principale esponente della ricerca sui falsi ricordi. La dottoressa Loftus lavora da circa 30 anni a questo fenomeno, chiedendosi fino a che punto sia possibile influenzare o distorcere un ricordo. I suoi lavori sono utili sopratutto a scopo giudiziario, nella valutazione dell'attendibilità dei testimoni oculari in corso di processo. Uno dei suoi studenti, creò un esperimento per dimostrare quanto fosse facile influenzare i ricordi delle persone, usando come cavie la propria famiglia. Nel 1997, produsse 4 diari nella quale descrivave degli eventi della sua infanzia. Uno dei quattro diari era diverso dagli altri tre: conteneva una storia totalmente inventata. Questo diario fu dato a suo fratello, e raccontava di lui che si era perso al centro commerciale e di come un anziano signore lo avesse riportato dalla sua famiglia. Il fratello, non solo si ricordava di questo evento, ma aggiunse ulteriori dettagli diventando incapace di identificare quella storia come inventata.

In un altro esperimento, pubblicato sempre da Loftus, si faceva assistere diversi soggetti alla riproduzione di un film in cui c'era un incidente d'auto. Subito dopo il film, ad un gruppo venne posta la domanda: "A che velocità andavano secondo te le auto prima che si scontrassero?" mentre ad un altro "A che velocità andavano secondo te le auto prima che si distruggessero?". A distanza di una settimana, quando ai soggetti fu chiesto di rievocare il ricordo del film, il secondo gruppo, dove venne usata la parola "distruggere", ricordavano dettagli falsi dell'incidente nel film, come vetri rotti ed una velocità molto più alta di quella a cui effettivamente andavano le auto.

In un altro lavoro, il team della dottoressa Loftus, ha sperimentato, attraverso tecniche di recupero della memoria, l'inserimento di nuovi ricordi in soggetti sani. In particolare, ai volontari fu fatto credere di aver commesso un reato, come un'aggressione con armi, atti violenti e furti, ma che in realtà non si erano mai verificati.

Nel 2013, uno studio del dr. Morgan e della dottoressa Loftus, dimostrò come i ricordi legati ad eventi stressanti o traumatici sono altamente modellabili. L'esperimento fu condotto su 800 militari, tenuti in un campo di prigionia come parte del loro percorso di addestramento. In particolare, venivano fornite informazioni errate ai soggetti su diversi dettagli, come la presenza di armi, del personale che eseguiva gli interrogatori, sulle procedure forzate: la maggior parte dei soggetti acquisiva queste false informazioni come vere, nonostante avesse vissuto in prima persona gli eventi, e nel ricordare quel periodo, rievocava i falsi ricordi.

Tutti questi studi, rivestono un'enorme importanza in campo forense, dove diventa importante saper distinguere le false testimonianze o saper valutare correttamente l'accuratezza di dettagli quando si ascolta le vittime di eventi traumatici.

Inception: fantascienza?
Se i nostri ricordi ci definiscono e ci caratterizzano come persone, ma questi sono anche altamente malleabili da eventi e persone che ci circondano, quanto possiamo dire di conoscerci realmente?

Nel film Inception, un team di "ladri" si occupa di recuperare informazioni dalla memoria delle persone, entrando nei sogni. Per perseguire il loro obiettivo, sono in grado di manipolare la memoria, ricreando falsi ricordi che usano a loro vantaggio. Come abbiamo visto, non servono particolari strumenti per poter modificare i ricordi: siamo estremamente suscettibili alla formazione di una memoria poco affidabile, soprattutto se entrano in campo emozioni, traumi o le persone care che fanno parte della nostra vita.

I ricordi non sono del tutto sinceri con noi e non rispecchiano esattamente quel luogo così sicuro dove poterci rifugiarci; al contrario sono tanti gli elementi che possono alterare il nostro passato e giocare brutti scherzi, diventando noi stessi vittime dei nostri ricordi.


Scritto da:@steempsych
Studentessa in Scienze e Tecniche Psicologiche, ha tanti interessi che vanno dallo studio del comportamento umano, al cibo, con una grande passione per serie TV e sport. Ambiziosa e determinata, è entrata su steemit per dedicarsi ad argomenti sulla mente e le abitudine dell'uomo, i condizionamenti sociali che subisce, con riferimenti scientifici.

Bibliografia

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